Video per il significato della canzone Bene di Francesco De Gregori

Richiesto da Alba

Pubblicato 20 ottobre 2015

Ultima interpretazione 20 settembre 2024

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Alessandro Descovi che muove le mani

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Significato più votato

Ho trovato questa interpretazione che può aiutarci a capire il significato di questo straordinario testo:

Nel testo invece c'è tutta la sua storia, dall'infanzia alla fine dell'adolescenza. Si dice l'abbia dedicata alla stessa ragazza per il quale poi avrebbe scritto in seguito "Rimmel", ma è più probabile sia invece un omaggio a sua madre ("Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza e ti chiamavo "mia", ben oltre la coperta all’uncinetto, c’era il soffio della tua pazzia e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho."), di sicuro i significati sono stratificati, perfino un rapporto conflittuale con il tempo che passa e la perdita dell'innocenza propria della prima giovinezza ("..nemmeno l'innocenza nei miei occhi, ce n'è già meno di ieri ma che male c'è? Le navi di Pierino erano carta di giornale eppure guarda, sono andate via."). "Bene" è una canzone estremamente malinconica e riflessiva, eppure quel "e puoi chiamarmi ancora... amore mio.." alla fine è un lampo di incoscienza e di speranza in un mare aperto di emozioni.
fonte

Come nota Alessandro67, anche io ho trovato in molti siti dichiarato che De Gregori ha cantato dal vivo Bene solo una volta. Sicuramente il testo è molto intimo, ma molte delle sue canzoni lo sono.

Quel che trovo toccante particolarmente è il modo di mescolare le figure femminili. Di fatto non si capisce fino in fondo se stia parlando di un amore dell'adolescenza/giovinezza o della figura-ricordo della madre (e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho). Le due femminilità si confondono e trasmutano l'una nell'altra e in in questa operazione poetica credo di rintracciare il cuore dell'emotività giovanile espressa in questo testo. Da un lato una donna che lo sta vedendo crescere e che non lo riconosce più (perchè non è più sotto il tavolo, ormai è troppo cresciuto per starci... oppure perchè semplicemente non lo può più riconoscere, coperta da un velo di pazzia). Dall'altra una seconda figura che può chiamarlo ancora amore mio.

Dal canto mio propendo a credere che queste due figure sono una. Mi sembra - questa - una straordinaria dichiarazione d'amore verso la madre, che raccoglie tutti i sentimenti che nella vita di un essere umano si possono provare, i primi desideri, il possesso, l'identificazione, la tenerezza e la dolcezza. Sentimenti che vengono poi stemperati e rivissuti nel corso dell'esistenza.

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Canzone intima e dai significati stratificati (l'amore finito, l'esistenza, la struggente fine dell'adolescenza), talmente privata che si vocifera De Gregori l'abbia cantata una sola volta oltre alla registrazione su disco.

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Per me è evidente che si rivolga alla sua tata, colf o maid che dir si voglia

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La nonna la cui coscienza si affievoliva nel tempo fino a non riconoscerlo più? E se Bene fosse il troncamento di Benedetta (la persona anziana, tata o nonna cui Francesco fa riferimento?)

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secondo me non si rivolge affatto alla madre ma ad una ragazza amata, tanto è che a un certo punto parla all'amata proprio della madre (e del fratello Luigi):
《Mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri e non si trova mai
E i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca
Tutto quel che hai
E puoi chiamarmi ancora amore mio

E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là
Con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità
Se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi



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In verità credo parli proprio della madre, d’altronde viene citato anche il fratello Luigi.

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Boh

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Altre canzoni di Francesco De Gregori

Testo

Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia, sono tuoi

ma è inutile cercarmi sotto il tavolo,

ormai non ci sto più

ho preso qualche treno, qualche nave,

qualche sogno, qualche tempo fa

Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza, e ti chiamavo mia,

ben oltre la coperta all'uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia

e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho.

E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie

però stai attenta a tendermi la mano,

perché il braccio non lo voglio più

mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri

e non si trova mai

e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca,

tutto quel che hai

e puoi chiamarmi ancora amore mio

E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là

con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità

se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi

E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai

per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi già

e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei

Però non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai...

niente e nessuno ti confonderà

nemmeno l'innocenza nei miei occhi, c'è nè già meno di ieri, ma che male c'è

le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure guarda, sono andate via

magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai

e puoi chiamarmi ancora amore mio.

Alessandro Descovi che muove le mani

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