Bene, significato
di Francesco De Gregori
- Richiesto da alba
- Ultima interpretazione:
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Canzone intima e dai significati stratificati (l'amore finito, l'esistenza, la struggente fine dell'adolescenza), talmente privata che si vocifera De Gregori l'abbia cantata una sola volta oltre alla registrazione su disco.
secondo me non si rivolge affatto alla madre ma ad una ragazza amata, tanto è che a un certo punto parla all'amata proprio della madre (e del fratello Luigi):
《Mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri e non si trova mai
E i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca
Tutto quel che hai
E puoi chiamarmi ancora amore mio
E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là
Con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità
Se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi
》
volevo commentare l'intervento sopra... non questo :)
《Mia madre è sempre lì che si nasconde dietro i muri e non si trova mai
E i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca
Tutto quel che hai
E puoi chiamarmi ancora amore mio
E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti là
Con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari, hanno scelto la semplicità
Se Luigi si sporge verso l'acqua sono solo fatti suoi
》
Quale è per te il significato di questa canzone?
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Ho trovato questa interpretazione che può aiutarci a capire il significato di questo straordinario testo:
Come nota Alessandro67, anche io ho trovato in molti siti dichiarato che De Gregori ha cantato dal vivo Bene solo una volta. Sicuramente il testo è molto intimo, ma molte delle sue canzoni lo sono.
Quel che trovo toccante particolarmente è il modo di mescolare le figure femminili. Di fatto non si capisce fino in fondo se stia parlando di un amore dell'adolescenza/giovinezza o della figura-ricordo della madre (e allora la tua faccia vietnamita ricordava tutto quel che ho). Le due femminilità si confondono e trasmutano l'una nell'altra e in in questa operazione poetica credo di rintracciare il cuore dell'emotività giovanile espressa in questo testo. Da un lato una donna che lo sta vedendo crescere e che non lo riconosce più (perchè non è più sotto il tavolo, ormai è troppo cresciuto per starci... oppure perchè semplicemente non lo può più riconoscere, coperta da un velo di pazzia). Dall'altra una seconda figura che può chiamarlo ancora amore mio.
Dal canto mio propendo a credere che queste due figure sono una. Mi sembra - questa - una straordinaria dichiarazione d'amore verso la madre, che raccoglie tutti i sentimenti che nella vita di un essere umano si possono provare, i primi desideri, il possesso, l'identificazione, la tenerezza e la dolcezza. Sentimenti che vengono poi stemperati e rivissuti nel corso dell'esistenza.