La fine del mondo

Video per il significato della canzone La fine del mondo di Anastasio

Richiesto da ingiz

Pubblicato 27 ottobre 2018

Ultima interpretazione 27 ottobre 2018

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Significato più votato

Abbiamo davvero poi così tanta fretta?
Nel percorso che ci sta portando alla rivoluzione, dobbiamo avere il tempo di attendere.
Questo pezzo di Marco Anastasio mi racconta del bisogno di rallentare, di aspettare, di lasciar crescere un istinto creativo finchè questi non è davvero pronto a esplodere.

Questo incedere della fretta di esternare, frutto di una società che è sempre più caratterizzata da improvvisatori che hanno successo, ha stancato. All'inizio era divertente ma dopo un po' ha generato la proliferazione di finti talenti e modelli vuoti.

Ma voi davvero volete le cose semplici?
inflazionarvi le emozioni con i pezzi sempre identici beh
Io sono stanco delle cose normali
Io non ho tempo per le cose normali
di certo non mi alzo dal letto per cose normali

Basta all'opinionismo imperante. Basta al*l’estetica dell’ansia*. C'è bisogno di artisti veri, di uomini e donne sensibili, solerti e accorti che sappiano riconoscere tra cumuli di macerie, immondizia e racconti cosa valga la pena essere messo al centro di una pagina. Di chi sappia dove serve un po' di poesia e cosa tra tutto ciò che ci circonda ha senso che venga ricordato.

Un ruolo scomodo, fastidioso alla società è quello che qui Anastasio secondo me richiama all'attenzione. L'artista, come una volta il filosofo, è chiamato a sollevare dubbi, a destabilizzare nella ricerca della "verità"

Tu non mi credi
Io vengo a romperti i pensieri
ti toglierò l’ossigeno
e la terra sotto i piedi
Io vengo a romperti i pensieri

E in questo percorso di ricerca non può che generare la distruzione dei luoghi comuni, dei punti fermi, delle radici. Così interpreto l'immagine della Cappella Sistina che va in mille pezzi, gli affreschi spaccarsi, i muri cadere.

Si frantuma un'icona del nostro immaginario che qui secondo me è votata a emblema di quei codici comuni riconosciuti a priori, come certe letture della realtà faziose ma accettate perchè date per obiettive, che saltano allo smascheramento dei presupposti da cui prendono vita.

Io sogno un impianto con bassi pazzeschi
sogno una folla che salta all’unisono
fino a spaccare i marmi
fino a crepare gli affreschi

Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere
in coriandoli sopra una una folla danzante di vandali
li vedo al rallenty, miliardi di vite
mentre guido il meteorite sto puntando li

Però al contempo Anastasio mi sembra molto ironico. Come se in realtà si sentisse prontissimo a esplodere, come se tutta l'istigazione iniziale ad attendere non fosse che un gioco che sottolinea invece come non ci sia niente in grado ora di trattenerlo.

E voi cosa ne pensate?

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