La favola antica, significato
di Vasco Rossi
- Richiesto da Giuseppe Spina
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La favola antica è il ciclo della vita... si nasce si cresce e si muore ma nessuno lo vuole raccontare e quasi si dimentica finche la morte (la signora vestita di viola) non viene a prendersi la persona più cara (la mamma) e acquisendo la consapevolezza che la morte esiste ( vide la mamma poverina che sotto un albero dormiva) e che da quel momento ci sarà anche lei a farti compagnia (non devi piu avere paura di restare sola) ed è in quel momento che si capisce il senso della vita.. rifiutando il concetto della morte vivi una vita che non è reale (diventò vera, divento vita)
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Per me, la favola antica, riguarda il fatto che delle volte per imparare ad abituarsi a qualcosa di nuovo (dormire da soli) può essere necessario passare anche dei momenti difficili (piangere 100 sere) ma poi, alla fine, assimiliamo (poi si addormentò).
La favola, in quanto antica, parla -per come la leggo io- di come non c'era cosi molto tempo per gesti amorevoli e -come verrebbero considerati oggi- vizi da dare ai piccoli. "Vuoi dormire solo con la mamma?" Dice la signora vestita di luce viola "Allora io te la porto via, cosi impari a stare nel tuo lettino da sola". Poi la bambina ha imparato a dormire da sola ed allora la signora vestita di luce viola le restituisce la mamma e svegliandosi la ritrova a dormire sotto l'albero.
La parte dove "diventò vita" io la leggo come "la favola diventa viva" in quanto viene raccontata (ricordata) tramandata e quindi resta "viva". Lo testimonia il fatto che ne stiamo scrivendo commenti ancora oggi, due decadi dopo.
La vera morte è quando si viene dimenticati, come spesso Vasco ricorda durante i suoi concerti parlando di Massimo Riva.
...è solo la mia visione di questa favola.
la tua risposta mi è piaciuta molto, io penso di stare provando ciò che hai scritto sulla mia pelle, io sono sempre stata molto attaccata a mia madre, due anni fa le è stato diagnosticato il cancro, questa malattia l’ha fatta un po’ allontanare da me, dato che non viviamo insieme e con tutte le cure e tutte le volte che stava male le volte che potevamo vederci erano veramente poche, non l’ho vista per 6 mesi, ho pianto molto per questo, avevo paura di perdere mia madre, poi però ho iniziato (dopo tanta sofferenza) a capire certe cose, ho iniziato a pensare “bisogna essere forti anche per gli altri, smettila di piangere, ne uscirà, forte com’è, vincerà lei”, e allora sono maturata tanto, sono cresciuta tanto, ora la malattia piano piano mi sta ridando indietro mia madre, stiamo vincendo, insieme