Video per il significato della canzone Sogno B di Daniele Silvestri

Richiesto da Bianca maria

Pubblicato 08 luglio 2017

Ultima interpretazione 05 agosto 2019

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Significato più votato

Ho sempre trovato questa canzone di Silvestri divertente e impertinente, trattando di un argomento che spesso genera imbarazzo, seppure riguardante, come dice lo stesso autore, il quotidiano di ciascuno di noi.
La memoria non può non andare a due precedenti componimenti dedicati allo stesso tema, la notissima canzone di Mina Ma che bontà (1977) e l’altra, credo altrettanto famosa, di Gaber La marcia dei colitici (1973).
Il significato di questa canzone secondo me ha qualcosa di filosofico, non a caso Silvestri prima cita i neoplatonici (in tono ironico, nell’intendo di non voler far corrispondere la cacca con un’ipostasi.. ovvero con i livelli superiori dell’essere secondo Plotino).
Poi si colgono degli echi freudiani, quando descrive le caratteristiche dei genitori, lasciando intendere una correlazione tra l’attività del defecare e i legami affettivi primari (la seconda fase edipica, appunto quella anale). Già dal titolo Bi-Sogno il significato a me sembra voler anche far riferimento - tra le righe -all'idea del Doppio sogno (traduzione italiana del libro che in lingua originale aveva il titolo Traumnovelle, di Arthur Schnitzler, scritto nel 1925 e da cui Kubrick si ispirò per Eyes wide shut).
Anche se il tema trattato in Doppio sogno è diverso (è l'amore alle soglie di un'epoca caratterizzata da crisi esistenziale fortissima), quel che mi sembra possa accomunarli è una certa critica alla società borghese che non vuole trattare a viso aperto certi temi scomodi (come la cacca, o il desiderio sessuale per altre persone durante il matrimonio, nel caso del testo di Schnitzler).
Da questo il testo si sposta poi su quelli che sono gli ‘usi e costumi’ del fare la cacca, attraverso una descrizione incalzante di tutte le modalità soggettive che caratterizzano questo momento: si va allora dal leggere, al fumare, al cantare, al riflettere.
Non esiste in questo una perfezione, un metodo che vada seguito pedissequamente poichè dipende sempre da ciascuno di noi (e cosa, d’altro canto, non va così?).

Si giunge così al mondo senza bisogno, che diventa una sorta di sogno: e qui secondo me Silvestri sta dicendo esattamente l’opposto, un mondo che interrompesse questa comunicazione interno/esterno sarebbe una sorta di asettico, astratto luogo pulito dove non si riversano più tutte quelle emozioni (belle e brutte) che caratterizzano la vita.
La cacca genera così imbarazzo, vergogna, i suoi ritmi si riflettono sull’umore delle persone, creando tensioni, fastidi, ‘intossicazioni’ e mostrando paure come l’abbandono, la possessività che spesso vengono collegati agli stitici. Ma in questa canzone ce n’è in fondo per tutti, e mi viene in mente Guido Ceronetti, interessante filosofo che vive ritirato sui colli toscani e che a questo argomento ha dedicato delle pagine molto, molto interessanti tra cui ve ne riporto una fra tutte:

“L’escremento, finché è nel corpo, è accettato: non è separato dall’unità del microcosmo; isolato spaventa e ripugna, per l’odore di anima denudata e anonima che esala” (su questo argomento ha scritto C. Fornasiero, Ceronetti: svuota-menti. Retto pensare, retto agire, in Primum philosophari, Udine, 2013.. è un testo simpatico da leggere, se volete approfondire un pochino l'argomento!)

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Argomenti

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Testo

Questa è una canzone sulla cacca, certo l'argomento può sembrare un po' volgare, lo capisco, ma vi suggerisco di dimenticare qui il lato gretto, in pratica l'oggetto, in qualsivoglia aspetto o forma voi lo conosciate
pensate, invece, a quanto e quali modi essa controlli i nodi chiave della vostra vita, quotidianamente, e non invento niente se dico che può, saltuariamente, essere lei il motivo vero di una crisi o di un umore nero

chiaro! non è che adesso voglio all'improvviso dimostrare che la cacca è un'entità fondamentale, un neoplatonico motore di chissà quale universo, è ben diverso il mio ragionamento, anzi, vi confesso

rappresento un raro caso di privilegiato, figlio di padre irruento e madre timida fui fortunato eppure molti soffrono, direi sempre più spesso, perché un po' come l'amore farla bene è già un successo

passa il tempo e sono qui che sogno
un mondo senza più nessun bisogno
passa il tempo e sono qui che sogno
un mondo senza più nessun bisogno

briu-ba-bi-be-bu-ba-bo-bene, adesso entriamo coraggiosi nel discorso duro, prego gentilmente i cardiopatici di farsi un giro, eppure, giuro, a me non fa né caldo né il contrario soffermarmi su quest'argomento scomodo e oltremodo serio

ecco, vedo già iniziare un battibecco e qualche vacua discussione su chi evacua meglio e va quasi immediatamente detto che non credo a un metodo perfetto, in quanto, poi ci arrivo defecare è molto soggettivo

primo, direi che leggere è comune, ma se per qualcuno è un mezzo per moltissimi è il vero fine, l'unico momento lieto in tutta la giornata, che poi quello che leggi al cesso spesso è già una gran cagata

c'è chi fuma, chi riflette, chi si mette a canticchiare, chi controlla soddisfatto ciò che ha fatto e poi ne parla pure, in ogni caso è il posto in cui sei solo con te stesso ed è per questo che le mie canzoni nascono sul cesso

passa il tempo e sono qui che sogno
un mondo senza più nessun bisogno
passa il tempo e sono qui che sogno
un mondo senza più nessun bisogno

però mi si potrebbe far notare che in partenza avevo detto che la... la cacca spesso è sofferenza collera, disagio, allora adagio e senza fretta cominciamo a analizzare chi svuotandosi fischietta

fiu-fiu-fiu-fi-fiut fuiu-fi-fiu-fi-fiut, si tratta chiaramente di uno che ha vergogna e non si accetta, perché in fondo il nostro mondo più interiore fa paura, ma è per altri che la vita è molto, molto molto dura

stitici di tutto il mondo vi capisco, io non ho esperienze vere, ma indirettamente anch'io subisco effetti laterali, se tra i miei più amati cari c'è chi smette di soffrire a sprazzi bisettimanali

solo voi capite l'attimo fuggente, voi che siete sempre all'erta e quasi sempre non è niente, allora massimo rispetto per voi tutti, e in questo senso, io vi dedico sincero il mio minuto di silenzio

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