Richiesto da Lola
Pubblicato 06 settembre 2017
Ultima interpretazione 09 settembre 2019
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ma, un privilegio è dato ai viandanti e agli insonni: potere alzare gli occhi al soffitto e per soffitto avere il cielo, e nel cielo vedere una volta, e nella volta selve di animali, nidi fioriti nel cielo, storie intrecciarsi tra i punti delle stelle e sentire che ognuno ne ha una, che brilla e lo regge con fili invisibili sul suolo della Terra come una marionetta. Sempre venire seguito dallo sguardo immemore della Signora Luna, che mai gira il volto a costo di farselo sparire nel buio.
Sono le parole di Vinicio Capossela
(fonte: http://adocchiaperti-polange.blogspot.it/2009/10/signora-luna.html), queste, che descrivono con poche battute il significato profondo di questa canzone.
Secondo me è un testo che racconta di viandanti sentimentali che non possono riconoscersi in una casa, con tutto ciò che la dimensione domestica rappresenta: gli affetti, il ritrovarsi a sera sotto lo stesso tetto, l’onorare i ritmi ripetitivi e le consuetudini di una vita condivisa entro gli schemi previsti dalla società.
Questa consuetudine cantata da Capossela non sono quattro muri e cinque mattoni, bensì il cielo, che con la sua maestosità dà al cantautore un profondo senso di protezione, al punto di consentirgli di ritrovare se stesso.
Ed è mediante la ripetitività non dei gesti di una routine, ma degli astri che egli ritrova quel tracciato, il senso della scelta di essere libero e la forza di chiedere perdono. Perdono perchè ha scelto sè, perchè non ha amato forse in modo convenzionale, perchè è rimasto fedele a questo intimo desiderio, più che a un’anima gemella che sappiamo essersene già andata. A tratti sembra che Capossela qui racconti di un amore finito tragicamente con la morte di lei, e poco importa che si tratti in fondo di morte fisica, in ogni caso una relazione che finisce comporta la sparizione dell’altro.
Un tema antico, che ripropone la vita come navigare in acque sconosciute e attraverso questa famigliare metafora riporta in primo piano l’esistenza dei marinai che un tempo usavano orientarsi proprio attraverso gli astri (molto interessante a questo proposito: http://divulgazione.uai.it/images/IL_CIELO_NELLA_NAVIGAZIONE_ANTICA.pdf).
La luna diventa allora una sorta di confidente e specchio, in grado di raccogliere le più intime riflessioni e consapevolezze di cosa non si ha potuto fare per tenere a sè un amore, fino quasi a sovrapporsi all’immagine dell’amata che anch’ella, come la luna, dall’alto veglia per me.
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