Signora luna, significato
di Vinicio Capossela
- Richiesto da Lola
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Un uomo innamorato vaga nella notte alla ricerca di risposte e conforto per la morte della sua donna amata ... le due luci che brillano sono gli occhi di lei che lo guarda dal cielo .
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reazione a questo significato
Penso che dare a Maria solo la notte e come dire non devi vedere il sole nella tua vita , tutti abbiamo il diritto di vivere al sole , non solo i San Giovanni , altrimenti penso che gli uomini fanno distinzioni su chi ha diritto a dar vita ai propri sogni e chi invece deve stare a guardare . Un messaggio di discriminazione .
Oppure è proprio questo che si vuole dire , che c'è una legge terrena che agisce come un dio che salva solo chi riconosce simile a sé e gli altri che soffrano nel loro passaggio ?
Significato più votato
ma, un privilegio è dato ai viandanti e agli insonni: potere alzare gli occhi al soffitto e per soffitto avere il cielo, e nel cielo vedere una volta, e nella volta selve di animali, nidi fioriti nel cielo, storie intrecciarsi tra i punti delle stelle e sentire che ognuno ne ha una, che brilla e lo regge con fili invisibili sul suolo della Terra come una marionetta. Sempre venire seguito dallo sguardo immemore della Signora Luna, che mai gira il volto a costo di farselo sparire nel buio.
Sono le parole di Vinicio Capossela
(fonte: http://adocchiaperti-polange.blogspot.it/2009/10/signora-luna.html), queste, che descrivono con poche battute il significato profondo di questa canzone.
Secondo me è un testo che racconta di viandanti sentimentali che non possono riconoscersi in una casa, con tutto ciò che la dimensione domestica rappresenta: gli affetti, il ritrovarsi a sera sotto lo stesso tetto, l’onorare i ritmi ripetitivi e le consuetudini di una vita condivisa entro gli schemi previsti dalla società.
Questa consuetudine cantata da Capossela non sono quattro muri e cinque mattoni, bensì il cielo, che con la sua maestosità dà al cantautore un profondo senso di protezione, al punto di consentirgli di ritrovare se stesso.
Ed è mediante la ripetitività non dei gesti di una routine, ma degli astri che egli ritrova quel tracciato, il senso della scelta di essere libero e la forza di chiedere perdono. Perdono perchè ha scelto sè, perchè non ha amato forse in modo convenzionale, perchè è rimasto fedele a questo intimo desiderio, più che a un’anima gemella che sappiamo essersene già andata. A tratti sembra che Capossela qui racconti di un amore finito tragicamente con la morte di lei, e poco importa che si tratti in fondo di morte fisica, in ogni caso una relazione che finisce comporta la sparizione dell’altro.
Un tema antico, che ripropone la vita come navigare in acque sconosciute e attraverso questa famigliare metafora riporta in primo piano l’esistenza dei marinai che un tempo usavano orientarsi proprio attraverso gli astri (molto interessante a questo proposito: http://divulgazione.uai.it/images/IL_CIELO_NELLA_NAVIGAZIONE_ANTICA.pdf).
La luna diventa allora una sorta di confidente e specchio, in grado di raccogliere le più intime riflessioni e consapevolezze di cosa non si ha potuto fare per tenere a sè un amore, fino quasi a sovrapporsi all’immagine dell’amata che anch’ella, come la luna, dall’alto veglia per me.
Non mi sono rimaste parole nella testa che le mie dita possano scrivere in questa fredda tastiera..cercavo di capire cosa volesse lasciare l'autore con questa canzone ma alla fine come molte canzoni poi alla fine se ne dà una propria interpretazione. E la mia canzone preferita di questo grande cantautore la d'amore più bella scritta al pari di Something di Harrison.... Che dire ..niente questa notte tornerò ad ascoltare e guardare la luna.
parla anche del sole che "copre d'oro", ma allo stesso tempo vedrebbe le due luci "lungo la notte"... non è contraddittorio, intende la notte come mistero della condizione umana, tenebra che può incutere timore ma allo stesso tempo è attesa della luce,di cui parlano i mistici, come San Giovanni della Croce che vien ricordato oggi, compleanno di Capossela, coincidenza! La Luna del resto viene da sempre collegata all'eterno femminino, alla Madonna come alle divinità femminile, cfr. "Fiabe di Luna" di Giuseppe Sermonti