Richiesto da Bright1 (stefano r)
Pubblicato 24 gennaio 2015
Ultima interpretazione 02 maggio 2019
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Parlando del naufragio della London Valour è una canzone "difficile", con un testo volutamente slegato dalla musica e recitato; il tema del titolo, il naufragio della London Valour, è nascosto in una storia apparentemente "favolistica", costruita sulla libera associazione di idee, in un testo in cui si trovano anche riferimenti alla realtà politica degli anni settanta, i cosiddetti anni di piombo.Va letta come seguito di Storia di un impiegato e anticipazione di La domenica delle salme, e insieme ad altri testi di Rimini, tra cui l'omonima canzone title track, ma anche Coda di lupo e Andrea.
Il naufragio della London Valour, evento reale accaduto a Genova nel 1970 con protagonista una nave inglese mercantile, in tal senso, potrebbe essere una metafora dell'intera società italiana di quel periodo. Tra l'altro, l'intenzione di De André era quella di descrivere i comportamenti della massa, rappresentati in questo caso dagli abitanti della zona portuale di Genova, che quando si imbatte in una sciagura altrui vi assiste spinta dal solo movente della curiosità.
Il testo è volutamente criptico (a differenza di altri brani a sfondo politico dell'album), più in sintonia con lo stile di Bubola che quello di De André (forse è una delle canzone di De André di interpretazione più ardua, assieme a quelle composte con De Gregori in Volume 8), e maschera così le accuse più dirette al potere costituito, che avevano fruttato critiche al cantautore nel caso di Storia di un impiegato, che pure faceva ampio uso dell'ambientazione onirica e simbolica. Esso è da collegare anche alla precedente canzone Coda di lupo, della quale è l'ideale continuazione (dopo che il potere e le stragi hanno distrutto la contestazione pacifica degli studenti, quello che rimane è solo il terrorismo delle Brigate Rosse a gruppi affini che conduce al naufragio, accennato nella frase "i marinai uova di gabbiano piovono sugli scogli", e la droga, già accennata nel finale di Coda di lupo - con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia, e in altri testi - e anche in questa canzone: "i marinai foglie di coca digeriscono in coperta").
Secondo l'intepretazione di alcuni critici tra cui Cesare G. Romana, non confermata dagli autori, rappresenterebbe la realtà di fine anni '70; ad esempio lo smantellamento dei gruppi di lotta armata, l'anno in cui i sogni rivoluzionari si scontrarono con la dura realtà (il sequestro Moro, le leggi speciali, ecc.) che nel giro di un decennio avrebbe portato alla pace terrificante di cui si parla ne La domenica delle salme (1990), in cui De André ritorna sull'argomento del "colpo di Stato silenzioso"; vi è un possibile riferimento a Carlo Alberto Dalla Chiesa (o ad altre figure politiche e militari del periodo) e a una squadra di 9 assistenti, anche se in realtà il Nucleo Speciale Antiterrorismo era diretto da dieci ufficiali carabinieri, non da nove ("il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia / tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia / ha un grembiule antiproiettile tra il giornale e il gilè"; da ricordare che Dalla Chiesa venne anche accusato, prima della sua tragica fine ad opera della mafia, di far parte della loggia P2, e il grembiule è parte dell'abbigliamento dei massoni, come gli scacchi citati dopo sono un possibile riferimento ai pavimenti dei templi massonici; mascella è inoltre il soprannome dato a Mussolini nella canzone di De Gregori-De André Le storie di ieri; macellaio perché De André, anarchico, non condivide nessuna repressione, le mani di seta sono quella della legalità o i guanti della divisa militari); tutti gli ex partecipanti della scena politica, sia rivoluzionari sia reazionari - "il pasticciere di via Roma" con la "frusta giocattolo sotto l'abito da té", cioè la violenza di Stato sotto l'aspetto rispettabile e legale del potere (compreso quello dei partiti di sinistra, come il PCI, uno dei più forti nemici della contestazione, e divenuto borghese secondo i giovani post-sessantottini), e che "ogni dozzina di gradini trova una mano da pestare" cioè qualcuno con cui prendersela; il "paralitico" con "l'uccellino blu cobalto" e il "poeta metodista" che "ha spine di rosa nelle zampe" (quest'ultimo potrebbe però anche essere riferito a Riccardo Mannerini, poeta anarchico genovese, amico di De André, che era presente sul luogo del naufragio, infatti si dice che "la sua stella si è oscurata / da quando ha vinto la gara del sollevamento pesi": Mannerini si suicidò nel 1980, nella palestra di proprietà della moglie dove lavorava; questa figura, del "poeta con le spine di rosa nelle zampe" ricorda anche quella del "poeta della Baggina" de La domenica delle salme, definito "un pettirosso da combattimento", sempre che il pettirosso non sia un riferimento di nuovo alla lotta armata), che possono rappresentare gli ex rivoluzionari e gli intellettuali - dopo aver guardato la fine del capitano della nave, che si uccise dopo la morte della moglie annegata nel porto (cioè, nella lettura allegorica, questa è la fine della contestazione e anche della sua propaggine violenta; da ricordare che questo è il periodo dell'arresto del fondatore delle BR Renato Curcio, della morte in un conflitto a fuoco di sua moglie Margherita Cagol, della strategia della tensione e degli arresti di massa con le leggi speciali antiterrorismo; spararsi negli occhi è un suicidio simbolico, in quanto significa che la lotta armata è fallita e da allora diverrà solo terrorismo sanguinario senza scopo) si accordano tutti insieme contro «ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni / e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni». Questo è anche un ulteriore possibile riferimento ai membri della sinistra extraparlamentare, che criticavano da sempre De André perché "borghese", ma lentamente si spostarono invece su posizioni conservatrici, accanto ai nemici di un tempo, come si vedrà negli anni seguenti); il tutto però, raffigurato allegoricamente nella vicenda del naufragio. A Curcio e alle BR De André fa riferimento anche in Andrea: "sui monti di Trento" e ne La domenica delle salme: "sulla strada di Trento" e "l'amputazione della gamba / di Renato Curcio, il carbonaro" (ad opera dello Stato e degli ex comunisti che si vergognano dell'"album di famiglia") e forse in Rimini con il verso "e Colombo la chiama dalla sua portantina, lei gli toglie le manette ai polsi, gli rimbocca le lenzuola" (anche Colombo è un marinaio, a capo di una nave, come il capitano della London Valour, al punto che si può azzardare un altro collegamento criptico con la figura di Curcio; tuttalpiù che Teresa, la protagonista di Rimini, spazia nel tempo tra rivoluzioni e guerre, e potrebbe essere il simbolo di molti giovani ingenui che speravano che la lotta armata cambiasse le cose e migliorasse la vita di tutti). Va detto che De André (spiato dai servizi segreti perché sospettato di essere - a torto - amico di brigatisti) non condivideva, moralmente, ideologicamente e per molti altri motivi, il terrorismo rosso, ma come sempre ammirava e rispettava umanamente le figure di ribelli e di sconfitti, come emerge da un intervista su La domenica delle salme.
Come svelato da Cristiano De Andrè, la canzone contiene anche una velata frecciatina a Francesco Guccini nel verso "il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto / ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto" (probabilmente vuol dire che gli artisti di talento nascondono le loro capacità per compiacere una parte politica, ma ridono per invidia quando gli artisti liberi sbagliano le loro mosse; Guccini viene quindi associato ai sostenitori intellettuali della sinistra extraparlamentare, rivoluzionaria solo a parole), evidentemente come risposta ai riferimenti critici fatti da Guccini agli altri cantautori, tra cui De Andrè, in alcune sue canzoni, quali Via Paolo Fabbri 43 e L'avvelenata ("Colleghi cantautori, eletta schiera, / che si vende alla sera / per un po' di milioni, / voi che siete capaci fate bene / aver le tasche piene / e non solo i coglioni").
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I marinai foglie di coca digeriscono in coperta
il capitano ha un amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra
il pasticcere di via Roma sta scendendo le scale
ogni dozzina di gradini trova una mano da pestare
ha una frusta giocattolo sotto l'abito da tè.
E la radio di bordo è una sfera di cristallo
dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo
il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto
ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto.
E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli
i marinai uova di gabbiano piovono sugli scogli
il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe
per far pace con gli applausi per sentirsi più distante
la sua stella sì e oscurata da quando ha vinto la gara del sollevamento pesi.
E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva
ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita
il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia
tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia
ha un grembiule antiproiettile tra il giornale e il gilè.
E il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta
si ritrovarono sul molo con sorrisi da cruciverba
a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi
e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi
e si fiutarono compatti nei sottintesi e nelle azioni
contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni
e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni.
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