La domenica delle salme, significato
di Fabrizio De Andrè
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Grazie Manfredi per l'imput, volevo chiederti come mai fai qui riferimento alla Summa di Maqroll il gabbiere. A me risulta che quest'opera sia alla base di Smisurata Preghiera di De Andrè, non de La domenica delle salme. Se hai ulteriori informazioni a riguardo sarei molto interessata che li condividessi :) Io ho ritrovato solo questo interessante studio a proposito: http://www.viadelcampo.com/Dalla_Summa_di_Maqroll_a_Desmedida_Plegaria.pdf
Nell'ultima stanza quando parla degli addetti alla nostalgia che accompagnano tra i flauti il cadavere di utopia, vedo sempre figure tristi come Occhetto, Veltroni e altri intellettuali di quegli anni ben felici di scavare la fossa al pensiero e all'azione comunista.
Dobbiamo essere grati a De Andrè, perché ha saputo dare al nostro risentimento uno spessore poetico ed espressivo che supera ogni anatema, imprecazione, bestemmia.
Come spesso accade con Fabrizio e con la vera Poesia la parola si trasforma in emozioni, in sensazioni, in immagini, in flash di storia e di vita personale che è, almeno per me, estremamente difficile tradurre e spiegare con altre parole ed argomentazioni. Grazie anche a Mauro per esserci almeno in parte riuscito. Pur ad un livello di complessità e di erudizione maggiore, questa poesia mi porta a ricordare quella di un altro autore che avrebbe forse potuto darci ancora molto, il Rino Gaetano di Aida in cui con alcuni flash ripercorriamo la storia recente d' Italia; nella Domenica delle Salme ripercorriamo quella recente dell' Europa, delle sue speranze tradite e della vittoria del Nulla ideale. (il Nulla, come quello della "Storia Infinita").
Significato più votato
Fabrizio dice a proposito che è stato scritto prima il testo, e solo in un secondo momento è stata cucita sulle parole una melodia.
Egli stesso stabilisce un parallelo con Don Raffae’, mostrando come un medesimo tema sociale possa essere declinato in linguaggi e stili anche molto diversi tra loro. Per certi versi, alla natura popolare di Don Raffae’,
La domenica delle salme ha con un lessico molto raffinato, a tratti criptico, e grazie alla costellazione di riferimenti colti che l’attraversa, dal primo all’ultimo verso, è un pezzo significato stratificato e complesso.
Disillusa, satirica e amara rappresentazione dell’Italia all’indomani della caduta del muro di Berlino, questa canzone di De Andrè è una rappresentazione impietosa della caduta degli ideali di democrazia di cui gli anni ’80/90 furono testimonianza.
Lo scenario che De Andrè descrive è ad un tempo pacato e agghiacciante, privo di slanci (positivi quanto negativi), quasi assorbito in un’indifferenza omologante che è straordinaria, se si pensa che appunto solo un anno prima era avvenuto uno dei cambiamenti tra i più significativi della storia recente: la caduta del muro di Berlino.
Per una lettura attenta e puntuale del testo e della metrica vi rinvio al nutrito commento che potete leggere in antiwarsongs.org, mentre nella sezione qui dedicata al testo ho provato a interpretare alcuni dei singoli versi.