Significato Canzone, allo stesso modo di
Wikipedia,
è costruito attraverso il libero contributo delle persone che possono
chiedere il significato delle canzoni,
esprimere il proprio punto di vista sull'interpretazione del testo ed
annotare
i singoli versi delle canzoni.
L'intervento può essere fatta anche in
forma anonima
in modo da potersi esprimere liberamente senza imbarazzi se il tema risulta delicato o se semplicemente non ci si vuole registrare.
Le volgarità non necessarie saranno invece rimosse.
Per chi invece ha intenzione di
chiedere il significato
di una canzone e/o ha
piacere di giocare
o di tenere traccia dei propri interventi sono disponibili delle pagine profilo personali e anche delle
classifiche
che mostrano gli utenti più attivi.
Ogni consiglio o idea per migliorare è bene accetto.
Verranno rimosse volgarità non necessarie e se segnalati verranno corretti gli errori o elementi offensivi.
Per comunicare per il momento è possibile utilizzare
Facebook
o la
pagina di aiuto e delle domande frequenti.
Significato più votato
è una delle canzoni che meglio rappresenta lo sguardo di colui che ricorda un amore lasciato dietro le spalle.
Un uomo parla con una persona che forse potrà vedere la donna che lui ha perso e non importa se ora c’è un’altra nella vita di lui o un’altro in quella di lei. Quello che conta è il disarmo cui l’amore obbliga non solo quando nasce o brucia ardentemente ma anche quando finisce oppure quando è impossibile.
Ogni volta che penso ad una storia finita penso a questa canzone e a come Dylan abbia saputo tirare fuori tutte le sfumature di un sentimento così complesso. Non credo si possa vivere senza la delicatezza di quell’arpeggio iniziale, specialmente se si sa che già dalla prima strofa il proprio sguardo sarà messo a nudo.
“Say for me that I’m all right though things get kind of slow She might think that I’ve forgotten her, don’t tell her it isn’t so”
L’eterna indecisione tra urlare la propria sofferenza regalando una soddisfazione forse ingiusta e nasconderla finendo per fingersi altro da quello che si è. Non c’è strada corretta in questa scelta. Non c’è affermazione c’è solo una doppia negazione. Poi c’è l’inevitabilità della fine, l’atrocità del distacco e la tenerezza del ricordo. Un capolavoro assoluto.
da http://delazzaro.wordpress.com/2008/01/14/43/