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Fonte: rockit.it
Come è stato notato anche in uno dei commenti al brano presenti su Youtube, anche secondo me il riferimento potrebbe essere alle 4 fasi della vita, ai 4 momenti in cui si ripartisce il testo e che suggella altrettanti momenti salienti di una esistenza qualunque.
E infatti Luigi scrive:
"secondo me questa canzone tratta delle fasi della nostra vita, si parte dall’infanzia dove si hanno dei sogni e si cerca di emulare i genitori, si passa attraverso l’adolescenza dove il nostro spirito ribelle viene fuori e durante il quale si hanno le idee un po’ confuse. Il ritornello lo vedo come il passare incessante di ogni anno con la ripetizione delle festività, la seconda parte del ritornello è come un avviso ripetitivo (segui ciò che ti dice il cuore, non farti trascinare dagli standard della società, cerca di essere ciò che vuoi, ci possiamo sempre reinventare) l’arrivo dell’età adulta con il lavoro, le cose da pagare, arrivare a fine mese ecc, poi la ricerca di realizzare il nostro futuro, la ricerca di una brava moglie con la quale condividere la vita, la famiglia, i figli e poi arrivare alla pensione dopo quarant’anni di sacrifici, magari con un bell’orologio d’oro al polso, che sta a significare il premio di una vita di sacrifici contornata da qualche successo, sacrifici stessi che per farci raggiungere il benessere, ci hanno portato ad allontanarci dalla famiglia e dalla propria moglie a livello sentimentale. Qualche rimpianto per le scelte fatte... giuste e sbagliate".
La descrizione di Luigi sembra pure a me fedele al testo.
Abbiamo infatti l'avvicendarsi di "tappe" che scandiscono una vita sempre e comunque sorretta dal tema della speranza, come recita il ritornello:
si può nascere un'altra volta
poi rinascere ancora un'altra volta,
si può nascere un'altra volta
poi rinascere ancora un'altra volta
se ti va...
una prima fase dove l’obiettivo è arrivare alla quinta elementare per assomigliare al proprio padre; una seconda fase è arrivare agli esami di maturità per prendere il diploma e poter smettere di studiare; una terza fase riuscire a essere autosufficienti e infine una quarta riguarda il coronamento della vita e due nel matrimonio e nei figli, per poi dopo 40 anni di lavoro andare in pensione.
In questa ripetizione, sottolineata pure dal testo, emerge una sorta di ritualità. Una ritualità che mi ha riportato alla memoria l'omonimo film, Le quattro volte, del regista Michelangelo Frammartino.
Ora, non ho trovato degli espliciti parallelismi nè nel testo, nè in interviste o altro materiale online, però mi è venuto spontaneo associare questo film al brano di Brunori Sas, anche per l'elemento comune dato dalla Calabria, regione di provenienza del Cantautore e ambientazione del film.
La versione cinematografica di Le quattro volte narra della vita di un pastore, vecchio e malandato e ne descrive l'antica normalità, fatta di pecore condotte al pascolo, un pugno di argilla come medicina, la tosse incessante, la nascita di un agnellino. Vicenda che si interseca ad altre storie, 4 in totale, votate a raccontare il "volto antico della Calabria", "una realtà senza tempo", "il rapporto tra uomo e territorio" e a inscenare «una visione lirica dei cicli della vita e della natura, delle tradizioni dimenticate di un luogo senza tempo».
Fonti: ehabitat.it; mymovies.it;
Mi piace allora pensare che ci sia una sottile connessione tra il film e il brano, connessione che fa perno proprio intorno al concetto di ciclicità della vita, come un'ispirazione comune che vi lascio come suggestione da cui spero possiate partire per raccontarmi cosa ne pensate ...