La vita oltre la notte

Video per il significato della canzone La vita oltre la notte di Murubutu

Richiesto da Ingiz

Pubblicato 23 gennaio 2019

Ultima interpretazione 23 gennaio 2019

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Significato più votato

Questo è l'ultimo singolo del Prof. Murubutu, che anticipa (come La notte di San Lorenzo) l'uscita del suo prossimo album, Tenebra è la notte, prevista per l'1 febbraio 2019 (Mandibola Records / Glory Hole Records.

Si tratta di un "il concept album", il quale "completa forse una trilogia, probabilmente inspirata a vari aspetti della natura selvatica, assieme al mare e al vento dei due precedenti" e il cui asse portante è "la notte", si legge in un articolo su Rapologia.

La notte dopo il mare e il vento, gli altri temi affrontati in precedenza.

Il testo parla a mio avviso di nostalgia. Racconta con grande delicatezza la storia d'amore di due persone che, incontrate e innamorate subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, trascorrono l'intera vita assieme fino alla morte.
Murubutu racconta con una sensibilità straordinaria e con parole commoventi cosa significa stare assieme per una vita intera, essere così vicini l'un l'altra:

una vita accanto, la mente funziona a incastro, a capire a fondo il mondo ogni giorno ti serve l’altro

I protagonisti nel riconoscersi reciprocamente trovano un luogo per affrontare l'esistenza e costruiscono attorno al loro amore quella forza che gli consente anche di guardare fuori dalla finestra il resto del mondo che scorre di fronte ai loro occhi. Ma si tratta ormai oggi di un mondo difficile da capire e che, in quanto anziani, li rende invisibili.

Fuori il mondo cambiava, là intorno alla casa

La contemporaneità è qui un elemento problematico, l'amore è solo un ricordo di qualcosa di antico, che infatti riporta a cent'anni fa. Oggi quella casa, simbolo di un'unione così speciale, ha su scritto la parola Vendesi. Quasi una sorta di denigrazione a confronto con una relazione e dei sentimenti assolutamente non mercificabili.

E' la storia dei miei nonni, che si sono conosciuti a fine anni Trenta e sposati nel Quaranta. La storia di due persone che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale, che hanno imparato a costruire una famiglia sulle macerie.
E' la storia, oggi come allora, di due persone che hanno imparato a farsi forza l'un l'altra e ad amarsi per superare la fatica e l'urgenza di sopravvivere.
E' il racconto dell'amore che è prima di tutto sostegno e tenerezza, capacità di sostenere il peso di essere per l'altro la metà che consente di avere una visione completa del mondo.

A
proposito di contemporaneità, interessante la lettura che emerge da questa intervista.
Attraverso una attenta rilettura della storia, nei suoi pezzi emerge con forza una chiave interpretativa della realtà. 
E come spesso accade, infatti, tuffarsi nel passato e cercare di capirlo ha il valore di offrire nuove prospettive sul presente.

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Testo

Passava lenta la nottata che inondava come lava quella strada e la sua casa bianca in via Pascal
Nel tempo l’aria era cambiata, la città s’era ingoiata la campagna, circondata da palazzi e bar
Fuori il mondo cambiava, là intorno alla casa, poi giorno per giorno il contorno
E vittorio guardava, là sul davanzale e sua moglie in soggiorno cantava un’aria in fa di Bach.
Donata amava la rugiada che imperlava la genziana germogliata ed invidiata in tutto il boulevard
e il suo sorriso un po’ attempato una alba ambrata che sorgeva ogni giornata dentro i margini del suo foulard
a volte lui domandava, la immersi nell’afa, -a che pensi Donata ?-
la notte ha un codice e chiama gli occhi tuoi in onice e giada, e lei intanto lo guardava e gli diceva ancora:

resta con me, con me, se stai con me tu qui stasera
il sole non c’è, non c’è, la fuori è notte e il buio impera
resta con me, con me , se stai con me qui a notte piena
stare io e te, io e te: non basterà una vita intera

sembrava eterna là dopo la grande guerra quell’estate in cui la vide per le strade nella sua città
Presso una breccia dovuta alla contraerea lui aveva un po’ di terra messa a regola là in via Pascal
e la incontrava ogni tanto, intrecciando il suo sguardo ai suoi occhi tra i fori nel marmo
si presentò all’alba, coi fiori di campo e parole d’amore, soffioni nell’aria
Com’era bella la sposa vestita a festa, radiosa, pudica e fresca, poi donna felice e puerpera
E in quella terra un tugurio poche finestre, da buco di rovi e vespe, divenne di luce e festa
E lui con le sue mani, ne eresse le basi poi i piani, le travi: il domani
Negli acri tra tigli, negli anni coi figli, poi figli dei figli: lei che piange di felicità.

resta con me, con me, se stai con me tu qui stasera
il sole non c’è, non c’è, la fuori è notte e il buio impera
resta con me, con me , se stai con me qui a notte piena
stare io e te, io e te: non basterà una vita intera

Era passato tanto tempo e un cielo nero, un vero gelo là tracciava un suo disegno nell’oscurità
quando lei disse, sai non temo anche se tremo, sai che credo che staremo sempre insieme senza avere età
colpi di tosse, nel buio di quella notte, quando lei perse le forze poi sognando se ne andava altrove
pioveva a fiotti, le nubi sopra coltre, quando lei chiuse i suoi occhi lui non resse e la seguì in due ore
il caldo del pianto, il vuoto nel cardio e anche senza più fiato lei sembrava chiamarlo,
una vita accanto, la mente funziona a incastro, a capire a fondo il mondo ogni giorno ti serve l’altro
Oggi non nevica, fuori c’è l’erba medica e Donata canta piano e guarda fuori con curiosità
E c’è un cartello là fuori c’è scritto “in vendita”, lui osserva chi si ferma per guardarlo lungo via Pascal
A chi chiede di chi era questa casa in sta via? là la gente gli risponde che cent’anni anni fa
visse una coppia, una storia d’amore autentica, una storia così bella che si dice siano ancora là…

resta con me, con me, se stai con me tu qui stasera
il sole non c’è, non c’è, la fuori è notte e il buio impera
resta con me, con me , se stai con me qui a notte piena
stare io e te, io e te: non basterà una vita intera

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