Io non abito al mare

Il testo parla di un disagio/disturbo ben preciso di regolazione emotiva che non permette, alla protagonista, di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti e di capire quelli del suo ragazzo. Non avendo la possibilità di percepire ed esprimere ciò che prova e ciò che sente, vive le emozioni sulla sua pelle, nel suo intimo. Proprio per il suo disagio, ha bisogno costantemente di attenzioni per riuscire a capire di essere amata. Lei ha bisogno costantemente di mettere alla prova, di verificare fino a che punto lui sia capace di seguirla, di ascoltarla, di percepirla. Ma quando capisce che è impossibile ottenere questo nella normalità dei rapporti, rimane delusa e vorrebbe buttarsi via. L'evitamento (parlare di altro) allora potrebbe essere una soluzione per chi vive le emozioni sulla propria pelle (somatizzazione). Secondo me il testo è proprio incentrato sulla protagonista ed il suo fortissimo disagio!!

Oltre ad una richiesta di amore, di contatto fisico e intellettuale, ci vedo una vera e propria difficoltà nel comunicare. A partire da lei stessa: dice che lei l'amore non lo sa parlare, nè spiegare; però si impegna a farlo perchè sente forte il bisogno di esprimergli ciò che prova e le serve sapere che lui la sta ascoltando quando gli parla di queste questioni serie, quindi vorrebbe metterlo alla prova per vedere se anche nelle situazioni in cui è più difficile parlare/capirsi (esempio: in mezzo al trambusto di un concerto) lui la ascolta. E allora pensa di parlargli sopra la tecno, di alzarsi dal tavolo per capire se lui la seguirà, di scrivere ciò che prova dentro un foglio che poi butterà nel secchio per vedere se lui lo va a ripescare, pensa di non truccarsi... insomma, vorrebbe vedere se lui ci tiene a lei, se le presta attenzione nonostante tutte le distrazioni del mondo. Ma l'esito di tutti i bengala che lei gli lancia, non emerge mai davvero; tant'è che a metà pezzo lei dice ironicamente ''Una serie di emozioni da evitare...Forse è meglio se parliamo di università, o della serie A'', cioè ''Invece di provare e parlare di certe emozioni profonde, forse era meglio parlare di cavolate... sarebbe stato più semplice''.
Il pezzo si chiude con stessi desideri e difficoltà con cui è partito, e ti viene di chiederti come andrà a finire... si capiranno mai? affronteranno mai il discorso insieme?

Il testo di Io non abito al mare mi sembra una richiesta d’amore.
C’è una richiesta di ascolto reiterata più volte.
Una fuga espressa per richiedere attenzione.
Una richiesta al sapore di tenerezza.

E proprio sulla tenerezza coincidono anche le dichiarazioni della cantante a riguardo su wikipedia.
In queste dichiarazioni l’artista dice che il significato della canzone è legato alla difficoltà di comunicare in un modo sempre più legato a ad aspetti passionali. Un mondo sempre più dimentico di mostrarsi tenero. Un mondo che ha paura degli abbracci.

Da qui la famigerata e il significato della copertina del singolo con la censura dell’abbraccio. Una censura metaforica dunque.

Con metafore ed espressioni dove si vede l’influenza di Calcutta che a mio naso potrebbe
aver preso in prestito il famigerato secchio di PopX e altre espressioni molto semplici ed attuali.
Espressioni del tutto conformi alla sua poetica classica.

Con questo ragionamento coincide anche la parte in cui si parla di serie A. Qualcuno ricorda il Frosinone in Seria A?

Trovo anche molto riuscite le immagini che riguardano il concerto che riescono ad essere evocative penso per molti.
Un pò a chiunque è capitato di stare in mezzo ad un concerto tra urli e confusione. Magari poco distanti dall’amore desiderato e volergli dire tante cose senza riuscirci o forse riuscendoci proprio grazie alla situazione di trambusto.

Questo strano incrocio tra Calcutta e Michielin a mio avviso funziona bene e preannuncia un grande successo per questo singolo.

C’è infatti quel sapore nostalgico-attuale di Calcutta mescolato al sapore più pop televisivo della Michielin che sempre più è in grado di garantire la giusta gradevolezza ai suoi pezzi.

La volontà di portare Calcutta nel regno del mainstream fatta con questa operazione credo sia evidente. Giustamente si è preso l’autore indie del momento e lo si è messo accanto al prodotto televisivo tra i meglio riusciti degli ultimi anni.

Il risultato è buono ed efficace.