Richiesto da Piero
Pubblicato 17 maggio 2013
Ultima interpretazione 03 maggio 2016
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Nella canzone in esame il trucco di lasciar descrivere gli ultimi giorni del fascismo da un personaggio ignaro, a digiuno di politiche e intrighi, ingenuo quel che basta, permette a De Gregori una descrizione non solo imparziale, quasi naturalistica (i fatti son desunti da rumori, voci, pettegolezzi) ma perfino più disincantata, lontana e nel contempo paradossalmente più vera e tragica. Il cuoco pensa a sé, alla sua vita, al suo lavoro: è lui nella sua piccola dimensione il centro: tutto il resto che è la storia fa da sfondo e risulta ai suoi occhi come occasionale incidente, ininfluente. Il cuoco vede soltanto i riflessi esterni del grande dramma che si sta compiendo, e in questo fiume in piena, in questo mondo che si sconvolge e cambia, continua quasi imperturbato a pensare come il giorno prima, come sempre, alla sua professione, al suo quotidiano. Ma, e qui sta la trovata, quando si spinge a giudicare oltre il suo orto non ha, non conosce pensieri di parte, torti o ragioni, e accomuna nel delirio di una sola morte tutti, anche quelli che stanno dalla parte sbagliata.
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"Sono loro stessi che in questo canto dicono di stare dalla parte sbagliata. Credo che questo fosse un sentimento abbastanza diffuso, forse in maniera più o meno conscia fra coloro che avevano scelto di militare nella Repubblica Sociale. Sicuramente sapevano di andare incontro ad una sconfitta storica, non solo ad una sconfitta militare"
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un’interpretazione più umana della posizione di coloro che furono protagonisti delle tristi vicende che interessarono l’Italia nel breve periodo della Repubblica sociale italiana, avente la sua capitale appunto a Salò. De Gregori ritorna a quel famoso autunno 1943, che vide l’Italia divisa in due entità statali distinte, stato monarchico e fascismo risorto, l’un contro l’altro armati, e rilegge per la prima volta, con comprensione, i gesti di coloro che scelsero “la parte sbagliata”. “Qui si fa l’Italia e si muore”, canta De Gregori, dando vita a un testo che si presta a facili strumentalizzazioni lontane però dalle intenzioni del cantautore, cui i panni di politico vanno decisamente stretti.
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Il punto di vista di un cuoco all'interno della Repubblica di Salò si incrocia ad una visione storica riassunta in queste poche e struggenti parole
Quindicenni sbranati dalla primavera Scarpe rotte che pure gli tocca di andare Che qui si fa l'Italia e si muore Dalla parte sbagliata
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dopo la storicizzazione degli eventi è anche semplice definire la parte giusta e quella sbagliata. la repubblica di salò è un altro triste episodio della dittatura fascista, ma io mi chiedo quante comuni persone erano capaci di riuscire a comprendere il significato reale degli eventi che si stavano consumando in un'italia forse troppo sbagliata. la genialità della ballata a parere mio sta proprio nella confusione e nei perchè del cuoco di salò....comprende ma non ne ha la certezza, ha bisogno di essere ascoltato anche dalla natura che prosegue il suo corso nonostante gli eventi.. il lago continua a rimanere dov è come luio che continua ad aspettare in cucina e a chiedersi cosa vorranno per cena. il tutto è semplicemente perfetto, niente è scontato e la vita prosegue anche nei momenti bui, nonostante tutto..
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Un cuoco (quindi un punto di vista parzialmente defilato dagli eventi) che osserva in modo non distaccato le ultime giornate: rivendica il dovere e la disperazione sia con le parole usate per i partigiani (con le scarpe rotte eppure bisogna andare) sia con la consapevolezza del fatto di dover morire (i colpi dietro ai monti) "in una grande giornata" (parole usate anche dai combattenti della RSI per descrivere gli ultimissimi giorni di guerra civile); rivendica anche l'orgoglio sereno di chi sa che "Qui si fa l'Italia e si muore", nonostante la consapevolezza di essere "dalla parte sbagliata".
Ciò nonostante pensa/si illude di poter rimanere tutto sommato sotto la linea d'onda, a poter continuare a cucinare o per i fascisti (nel tempo presente) o per gli americani/partigiani (nel futuro).
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Alla sera vedo donne bellissime
Da Venezia arrivare fin qua
E salire le scale e frusciare
Come mazzi di rose
E il profumo rimane nell'aria
Quando la porta si chiude
Ed allora le immagino nude aspettare.
Sono attrici scappate da Roma
O cantanti non ancora famose
Che si fermano per una notte
O per una stagione
Al mattino non hanno pudore
Quando scendono per colazione
Puoi sentirle cantare
Se quest'acqua di lago fosse acqua di mare
Quanti pesci potrei cucinare stasera
Anche un cuoco può essere utile in una bufera
Anche in mezzo a un naufragio si deve mangiare
Che qui si fa l'Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
E alla sera da dietro a quei monti
Si sentono colpi non troppo lontani
C'è chi dice che sono banditi
E chi dice Americani
Io mi chiedo che faccia faranno
A trovarmi in cucina
E se vorranno qualcosa per cena
Se quest'acqua di lago potesse ascoltare
Quante storie potrei raccontare stasera
Quindicenni sbranati dalla primavera
Scarpe rotte che pure gli tocca di andare
Che qui si fa l'Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
......
Qui si fa l'Italia e si muore.
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