Fila la lana, significato

di Fabrizio De Andrè
Significato della canzone Fila la lana di Fabrizio De Andrè
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Fila la lana è un testo che De Andrè traduce, non senza variazioni, dal francese.
Si tratta di un brano che a lungo si credette fosse del XV secolo, creando un vero e proprio caso di ‘falso’ storico. In realtà è stata scritta nel 1949 da Robert Marcy e cantata da Jacques Douai (fonte: https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=134 a cui rinvio anche per un confronto tra il testo originale, che cita fin dalle prime battute un tale conte di Marlborough, di fatto coinvolto durante la guerra dei Cent’Anni e molto popolare in Francia per una canzone a lui dedicata: "Malbrough s'en va-t-en guerre" ovvero "Malbrough se ne va alla guerra”).
La canzone racconta di una donna, “una dama abbandonata” a causa della morte dell’amato. Alla genealogia della tristezza di questa donna, che filerà la lana preparandola al fuso in attesa di un ritorno che non avverrà mai, fa da contrappunto la vicenda di Valois, dove il Signor Vly di cui la donna era innamorata, cadde in battaglia.
E così, mentre tutti i cavalieri torneranno ciascuno al proprio focolare, di questo sapore domestico alla dama affranta non resta che il ricordo di un ceppo, incapace a riscaldarle il cuore e a portarle conforto.
Alla maglia che sta preparando la dama, maglia fatta di dolore e attesa si impongono allora le maglie strette dell’armatura, le cotte di maglia appunto che i soldati in chiara rievocazione medievaleggiante indossavano durante la battaglia e che anch’esse richiamano all’attesa, misura in cui versano le famiglie che li stanno aspettando a casa.
Oltre alla guerra, grande significato questa canzone va rintracciato a mio avviso nel disegno che De Andrè fa dell’amore, tema che nel XV secolo (periodo a cui questa canzone, fintamente, vuole richiamare) era in forte trasformazione, come testimonia la nascita dell’amor cortese.
Non si sa (almeno non sono riuscita a capire da una prima ricerca su questo tema) se il cantautore sapesse del falso storico da cui questa canzone deriva e lo utilizzò come un divertente scherzo o espediente narrativo, oppure se anche lui ne fu vittima.
Nella prima di queste due ipotesi mi piace pensare allora che giocare su un falso che tratteggia in questo modo l’amore, possa essere un richiamo ironico e critico nei confronti del significato che trapela dall’intero testo, ovvero del binomio amore/attesa che percorre il brano dall’inizio alla fine. Ma questa resta solo una mia ipotesi.

Immagine dell'utente ingiz | 317 Punti
11 reazioni a questo significato
Immagine dell'utente Gavino

Grazie ignota - almeno a me - autrice di questo scritto, grazie in quanto che mi hai fatto ricordare questo pezzo cantato dal grande Faber: anche questo una condanna della guerra in questi tristi giorni
Luciano

Immagine dell'utente Graziano

Buona l'analisi della canzone, stranamente ingenuo l'interrogativo finale. De André sapeva benissimo di avere tradotto una canzone di Marcy e non di avere "adattato" una ballata del XV secolo

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