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E cerca ‘e me capì, canzone contenuta nel suo secondo album Pino Daniele del 1979 e in Passa ‘o tiempo e che fa del 1996, poi rimasterizzata nel 2008, è un testo dal significato autobiografico, che racconta le fatiche di un cantante, il rincorrere le date di una turnè, il continuo montare e smontare, essere in viaggio…
C’è chi si è interrogato su possibili significati nascosti del brano, messaggi sotto traccia che fossero portavoce di ideali politici e questo, fondamentalmente, per il riferimento testuale alla rivoluzione (divertente il dibattito che potete leggere su https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080313035235AAYxPk3).
Ovvero, sostiene che tra le righe sia denunciata la stessa disillusione dell’autore nei confronti di un cambiamento sociale e soprattutto politico a Napoli, città amatissima dal Cantautore, ma nei confronti della quale ebbe un rapporto spesso pure molto conflittuale.
Forse questa interpretazione è però debole, poichè i testi di Pino Daniele, secondo me, non sono propriamente di protesta, quanto - piuttosto - in essi è presente un fortissimo sbilanciamento nei confronti della componente musicale, ed è questo spesso il criterio che si impone sul significato.
Le parole allora, più ancora che per il suono, sono decise per la loro intrinseca musicalità, chiaro segno di un cantautore che nasce e conferisce la massima importanza proprio alla musica in se e per se.
Sebbene egli stesso in un’intervista dichiarò che: «Parole e musica nascono assieme»,«Io stesso nasco in musica. Sono mediterraneo, Napoli è molto vicina all’Africa. Ma è anche a un passo dall’America».
Per una bella ricostruzione del percorso artistico di Pino Daniele, i cui esordi risalgono ai primissimo anni ’70 e bruscamente interrotto - come noto - da un infarto (genn. 2015) che lo accomuna alla sorte di Troisi, potete vedere: http://www.lettera43.it/it/articoli/cronaca/2015/01/05/pino-daniele-e-napoli-rapporto-tormentato/135420/
