Voglio vederti danzare

Video per il significato della canzone Voglio vederti danzare di Franco Battiato

Richiesto da Bianca maria

Pubblicato 25 settembre 2018

Ultima interpretazione 25 settembre 2018

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Significato più votato

Voglio vederti danzare esce per la prima volta nel 1982 come brano di chiusura dell'album L'Arca di Noè.

Quel che mi colpisce maggiormente di questa canzone è il contrasto che Battiato mi sembra voglia mettere sotto i riflettori tra oriente e occidente per quanto concerne le arti della danza e della musica.
E' un contrasto su cui si è soffermato anche il contributo di wikipedia.

Se da un lato abbiamo infatti il movimento vorticoso delle varie tradizioni orientali, impegnati nelle loro danze più o meno ascetiche, ma comunque dove spicca il valore spirituale della danza come veicolo di comunicazione e strumento, dall'altra abbiamo il contrastante ritmo del valzer e la figura della coppia di anziani.

Nell'Irlanda del Nord / Nelle balere estive / Coppie di anziani che ballano / Al ritmo di sette ottavi
e ancora:
Nella Bassa Padana nelle balere estive coppie di anziani che ballano vecchi Valzer Viennesi

Al vorticoso movimento dei danzatori sacri si contrappone infatti questa immagine caratterizzata dall'immobilismo, dalla lentezza, dalla mancanza di vitalità? Sembra infatti che la musica bulgara si differenzi dai 7/8 citati perchè spesso si esprime in sedicesimi.*


Katakali


Dervisci

Dervisci, katakali, danzatori bulgari, nelle loro specifiche differenze, sono dunque accomunati da Battiato quale omogenea espressione della danza in antitesi alla tradizione europea del valzer o dei sette ottavi?

Io non credo.

Per quanto possa essere affascinante questa tesi, secondo me non vi è contrasto tra le varie tradizioni citate dal cantautore, ma piuttosto un interessante parallelismo e la voglia di proclamare la vicinanza tra queste differenti espressioni umane.

A supporto di questa interpretazione, si può leggere:

"Il valzer, così come lo conosciamo oggi, nacque in Germania e in Austria, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Infatti, la parola "valzer" viene dal tedesco "walzen", cioè "girare". All'epoca, durante i balli di corte e le feste aristocratiche si ballava il minuetto, un ballo rigido e formale, il valzer invece era un ballo dei strati bassi del popolo.

Inizialmente, molti erano scandalizzati da questo nuovo ballo perché i ballerini danzavano a stretto contatto l'uno con l'altra, in una sorta di abbraccio. Fu ritenuto un ballo volgare, ma ciò nonostante divenne presto una moda che conquistò tutti, anche negli strati più alti della società.

In Francia fu Maria Antonietta, la sposa austriaca di Luigi XVI, ad introdurre il Valzer alla corte di Versailles e da ballo popolare tedesco-austriaco divenne in breve tempo un ballo internazionale di straordinaria popolarità, il ballo da sala per eccellenza." [Fonte](http://www.viaggio-in-austria.it/valzer.html, grassetto mio.

Walzer vuol dire dunque girare, grande leit motiv del brano che vorrei sottolineare:
E gira tutt'intorno la stanza mentre si danza, danza e gira tutt'intorno la stanza mentre si danza.

Voglio vederti danzare credo voglia significare che vi è una profonda e intima connessione tra espressioni del movimento umano sebbene in apparenza estremamente dissimili. Non contrapposizioni, dunque. Forse è un invito a non soffermarsi alla superficie ma, andando oltre alle classiche categorie che ci spingono a vedere in tutto ciò che è orientale, una dimensione connessa allo spirito. Qui Battiato mi sembra che voglia invece richiamare all'attenzione la profonda unità che sottostà a pratiche all'apparenza così diverse, come possono essere le danze sciamaniche, o le danze dei dervishi turchi* e un semplice giro di valzer. E voi cosa ne pensate? :)

*Approfondimento sulla musica:

a riguardo dei dervishi e del katakali, ho trovato questo interessante approfondimento che vi riporto perchè li mette in relazione fra loro:

"L'Ordine dei Mevlevi, in Turchia, pratica la celebre danza turbinante come metodo per raggiungere l'estasi mistica (jadhb, fanāʾ), all’interno di un complesso rituale chiamato samāʿ. Le danze sacre sono la più antica forma di trasmissione dei "misteri" che essi affermano pervenuti all'uomo dall'antichità, e quanti sono ammessi a un tale esercizio passano attraverso un insegnamento speciale che prevede una lunga preparazione. [2]

La danza roteante o turbinante non viene pubblicamente eseguita in forma completa ma in certe tekkè (luoghi di raduno delle confraternite) i più anziani considerano l'uso di eseguirla equivalente alla lettura di libri che espongono i misteri del tempo antico. Un approccio simile è rintracciabile nelle danze sacre indiane, come ad esempio Kathakali, in cui una diversa posizione della mano o del piede trasmette una diversa informazione e per questo il pubblico deve essere addestrato alla comprensione della danza, che in questo caso non può essere lasciata all'impressione soggettiva.

Contemporaneamente alla rappresentazione, un Derviscio compie un particolare esercizio interiore che ha il fondamentale compito di accelerare complessivamente la frequenza del ritmo di lavoro del proprio organismo, e impedire allo stesso tempo di creare squilibri tra le varie parti del corpo, specialmente tra il centro di "coordinazione motoria", il centro "intellettivo" e quello "emozionale". Dopo anni di esperienza, orientando i propri sforzi in questa direzione, pare che un Derviscio acquisisca, in uno stato di "super-coscienza", una speciale proprietà fondata sull'equilibrio dell'attività del proprio organismo, raggiungibile per attimi via via sempre più duraturi, col fine di renderlo uno stato permanente. Questa è chiamata la "Comunione con Allah". La differenza tra le danze dei Dervisci e quelle rituali afro-americane consiste maggiormente nel fatto che l'obiettivo di queste ultime è l'entrata in uno stato alterato di coscienza, scatenato dall'ossessività dei movimenti sincopati dal suono, all'interno del quale il danzatore non ha alcun controllo su di sé, né cognizione delle circostanze, creando però, secondo le credenze, un contatto speciale con le "forze superiori" ".
Fonte

Se invece vi incuriosisce il ritmo bulgaro, questa tesi online mi è piaciuta molto. Non sono una musicista, perciò non posso giudicare la bontà della tesi, trovo però che (posto che sia corretta) sia espressa in un linguaggio semplice anche per chi, come me, non è del settore. Soprattutto mi pare curioso come si sottolinei che il ritmo bulgaro abbia costituito per molti musicisti a noi ben più noti un motivo di grande interesse e studio.

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