Smisurata preghiera

Video per il significato della canzone Smisurata preghiera di Fabrizio De Andrè

Richiesto da Guglielmo

Pubblicato 18 gennaio 2020

Ultima interpretazione 18 gennaio 2020

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Significato più votato

Smisurata preghiera di Fabrizio De Andrè è considerata la canzone 'manifesto' del cantautore, la "summa" come disse lo stesso De Andrè durante un'intervista (fonte: W. Pistarini, Fabrizio De Andrè. Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni, Giunti, 2010, p. 268).
Frutto di una meditata riflessione su temi sociali e politici, in questo brano Fabrizio si dilunga intorno a questioni da sempre disseminate nelle sue opere ma che, nell'ultimo brano del suo ultimo album (Anime Salve), sono ora snocciolate con lucida determinazione e sintesi.

Questo capolavoro di De Andrè, scritto come il resto dell'album - a eccezione che per Prinçesa - in collaborazione con Ivano Fossati, si poggia su due pilastri: da un lato, la natura schiettamente anarchica del cantautore che qui sottolinea a gran voce i limiti di un sistema impostato sul concetto di maggioranza.
Dall'altra, un'ispirazione letteraria ben precisa:

"Smisurata Preghiera si ispira al libro di poesie Summa di Maqroll il Gabbiere. Antologia poetica 1948-1988 di Álvaro Mutis (1923 - 2013). É considerata il testamento spirituale di De Andrè" si legge in fabiosroom.eu. Un debito che è stato d'altro canto accuratamente studiato da Giacomo Falconi, ripreso anche nel sito antiwarsong.org , dove potete leggere un'interessante e accurato commento a questa canzone.

Su questo è stato scritto:

"Lo spunto dell'opera di Mutis è stato forse il pretesto o la scintilla che ha poi creato un testo che diventa una sorta di conclusione del pensiero di De Andrè e ti tutti quelli che, contro il potere, lottano da una vita. Fabrizio, ammirato dallo stile immediato, ma sempre in evoluzione del grande scrittore colombiano, compie uno straordinario lavoro di cesello andando a incastonare nel testo frasi dalla raccolta di poesia Summa de Maqroll el Gaviero e dai romanzi Amirbar e La Nieve del Almirante, primo libro di Mutis che De Andrè lesse nel 1991.
[...] Si susseguono e s'intrecciano gli input letterari tratti dalle poesie Estela para Arthur Rimbaud, Trilogía e Fragmento.
Immagini postnucleari, riferimenti manzoniani (a guidare la colonna di dolore e di fumo da Trilogía), immagini che fanno rivivere cariche di cammelli, kefiah e djellabe al vento e scintillii di scimitarre (Akaba da Caravansary).
Felicissime trovate (improbabili cantanti di tango da Amirbar) fanno da contorno alle due strofe che raccolgono quarant'anni di opera deandreana [...]".
L. Viva, Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De Andrè, Feltrinelli, 2018, pp. 227-228.

Abbandonate le tante metafore e i passaggi criptici che spesso accompagnano a mio avviso la scrittura di De Andrè, una scrittura che combatte la pigrizia dell'ascoltatore spingendolo a una incessante e attiva ricerca, qui De Andrè da voce a un vero e proprio inno asciutto dell'individuo libero che viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione,
per prendere a prestito un suo verso.
E ancora:

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto

la Smisurata preghiera è dunque rivolta a se stesso, in primis, come atto di sottoscrizione della propria prospettiva e a tutti coloro che continuano a pensare e agire al di là di quello che viene stabilito dal gruppo, per una propria ragionevole presa di posizione. A coloro i quali, se saranno in qualche modo salvati, ciò avverrà per un'anomalia, perchè saranno sempre e comunque ostacolati dalla maggioranza.

Di contro a chi si cela dietro al veto della maggioranza, nascondendo scelte controverse e vigliacche (Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso )sulla base di una legittimazione democratica:

china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al di sopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità


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Argomenti

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Testo

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri .
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria

col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere

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