Richiesto da Anonimo
Pubblicato 06 gennaio 2013
Ultima interpretazione 21 marzo 2019
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Beh Faber ha sempre sostenuto che Gesù fosse il più gran rivoluzionario di tutta la Storia....quindi un uomo dotato di una forza e amore supremo (ma inumano è pur sempre l'amore di chi rantola senza rancore).......Gesù sarebbe venuto da MOLTO LONTANO per convertire le persone..ma siccome il male dalla terra non è stato tolto, la comparsa di questo grande rivoluzionario non è stata forse molto utile (NON SI PUO' DIRE CHE SIA SERVITO A MOLTO PERCHE' IL MALE DALLA TERRA NON FU TOLTO). Secondo Fabrizio Gesù era un uomo dotato di forza e amore, ma pur sempre un uomo (E MORI' COME TUTTI SI MUORE, COME TUTTI CAMBIANDO COLORE).
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C’è sempre una sottile religiosità nelle parole e nei versi di Fabrizio De Andrè.
Tanto sottile quanto potente nella sua valenza sociale, e anche anticlericale. Clero inteso come struttura piramidale, strumento di potere, ovviamente. E De Andrè, si sa, era nemico del potere, da qualsiasi lato o colore provenisse…Al costo di apparire eretico: “Non ci sono chiese o preti per questo culto dell’uomo; o meglio, ogni spazio, sia esso un bordello, un campo rom, la cella di una prigione, possono diventare i luoghi dove celebrare l’umanità dei perdenti; ogni prostituta, ogni furfante, ogni suicida può diventarne l’officiante” . Eppure Anche in questo appare il grande umanesimo di Fabrizio, “Laudate Hominem”, l’uomo coi suoi pregi e difetti.
E la figura di Gesù diventa l’eroe fragile, ma capace di rivoluzionare il mondo,
Gesù blasfemamente simbolo di anarchia, di colui che aveva confutato i sacerdoti, colui che aveva dato voce agli straccioni, e che all’odio rispondeva con la non violenza.
Colui che conosceva il perdono come puro atto di pietà e non come strumento di ricatto o di sottomissione.
Convinzioni sincere e non di facciata che De Andrè ebbe modo di mettere in pratica quando perdonò i suoi rapitori, nel sequestro che lo vide coinvolto, lui e Dori Ghezzi, nel 1979. Ritornando a quella canzone del 1967: “Si Chiamava Gesù”, ecco la frase , a mio parere, più bella che si sia potuto scrivere su Gesù di Nazareth: “Di Maria dicono fosse il figlio, sulla croce sbiancò come un giglio.”
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Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.
Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.
E per quelli che l'ebbero odiato
nel getzemani pianse l'addio
come per chi l'adorò come Dio
che gli disse sia sempre lodato,
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine,
accettando ad estremo saluto
la preghiera l'insulto e lo sputo.
E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore
non si può dire non sia servito a molto
perché il male dalla terra non fu tolto
Ebbe forse un pò troppe virtù,
ebbe un nome ed un volto: Gesù.
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio.
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