Per tutti noi c' è sempre un momento come le sei e ventisei nella vita.
Bellissimo il pezzo in cui parla di Dio. In cui dice che se fosse Dio starebbe accanto a lei per potersene farsene vanto: "Son io! Quel pittore son io!"
Le sei e ventisei, un incantevole melodia ci porta a sognare in una notte di autunno quando il cielo nero sopra la città brilla attraverso le sue stelle,e dove le lucciole brillano tra quelle lunghe e buie tangenziali, la capacità di raccontare in un sola canzone la stranezza che può portare due persone opposte come il cantante e la sua protagonista,la capacità di evocare in qualche modo in nostro spirito di aiuto a una persona che vorremo avesse più fortuna “se Dio sapesse di te sarebbe al tuo fianco...” tutti noi dentro abbiamo un animo galeotto e un animo da soccorritore, eppure quando questi due animi si avvolgono insieme troviamo la passione e la voglia di fare. Non c’è nulla di più bello di scovare tra le righe di questo testo le similitudini dei due mondi tanto lontani tanti vicini tra l’immorale e il morale, mondi divisi da sottilissime linee, mondi che però si incrociano come il giorno e la notte durante il tramonto è l’alba delle 6 e 26. Grazie Cremonini, ci regali sempre tanti modi di vedere le tue canzoni e di offrirci attimi di pure poesia del nuovo millennio.
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🔴 Ho aggiunto i pulsanti per poter reagire anche con una **emozione** 😍 😢 😂 | 26 Novembre 2019 19:12 |
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NOVITÀ!!! Ora una canzone con più di un autore non è un problema. | 02 Novembre 2019 21:58 |
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🔎 Nuovo sistema di ricerca !🔎 | 25 Settembre 2019 12:00 |
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😎 Miglioramento della interfaccia e possibilità di fare like anche sui commenti alle interpretazioni. | 17 Agosto 2019 20:10 |
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⚙️ Pagina degli argomenti ripristinata. | 17 Agosto 2019 20:03 |
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In una intervista Cesare Cremonini spiega in modo preciso il significato di questa canzone che costruisce tramite l'evocazione di immagini come in un racconto:
L'ho scritta al pianoforte alle sei e ventisei del mattino, a Bologna. Dentro a questa canzone di soli quattro minuti e mezzo c'è un mio piccolo, umile "romanzo". Penso che le persone abbiano sempre più bisogno di immagini nelle canzoni, perché sempre più gente sembra far fatica a chiudere gli occhi ed immaginare mondi diversi dal proprio. Questa canzone si pone l'obiettivo di raccontare, strofa dopo strofa, le vicende di un uomo disperato, al confine tra la notte e il giorno. Bologna (ma forse ogni città italiana in generale) è capace di mischiare ingredienti diversi sotto lo stesso cielo: il sacro e il profano, le prostitute seminude sui viali del centro storico e le chiese illuminate a giorno durante tutta la notte. Il profumo delle osterie e del buon vino che accarezza i portici ogni sabato sera e l'odore d'incenso delle processioni la domenica mattina. Da una parte l'infinita pianura padana, la via Emilia ricca di sapori di terra antica e tradizioni nate dalla povertà, dall'altra il mare, le discoteche per i giovani, la contagiosa voglia di divertirsi dei romagnoli e le ragazze che ti fanno girare la testa più di un bicchiere di Sangiovese. La fame di saggezza laica dell'Università più antica d'Europa e le certezze assolute di una chiesa tanto in crisi quanto ancora potente sotto le due torri... "Le sei e ventisei" è un inno a tutto questo, non soltanto alla notte. E' un omaggio a chi come me ha pensato che forse, andando a vedere bene, smussando la paura, rischiando un po' di più, si incontri la verità. Mentre la scrivevo avevo in mente i cantautori che ho amato di più: Lucio Battisti, Bob Dylan, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Giorgio Gaber, Francesco De Gregori. Forse questa canzone è il risultato di tante briciole di questi cantautori, unite a comporre una ricetta nella quale mi riconosco con grande consapevolezza: il pop che non rinuncia a dare importanza alle storie che racconta" http://bettyfan.altervista.org/20072009/forum/ilprimobaciosullaluna.htm