La Leva Calcistica Della Classe ’68, significato
di Francesco De Gregori
- Richiesto da Carlo Car
- Ultima interpretazione:
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Guarda che la Canzone è per Agostino (Nino) Di Bartolomei

Lo disse De Gregori in una intervista che lui pensava al Grande Agostino Di Bartolomei quando scrisse La leva........

con la maglia n.7 e le spalle strette è Bruno Conti

io so per certo che la canzone è dedicata a Roberto Scarnecchia, ai tempi voluto fortemente dal barone Liedholm alla Roma e poi al Milan.E fu proprio Liedholm a convincerlo a diventare calcaitore quando invece lui non er interessato al professioinismo
Dedicata a Di Bartolomei punto.. se non sapete non scrivete confondendo le persone!! Nino Di bartolomei arrivo` nel 68 alla Roma, Capitano, era un gran rigorista, ( 12 anni e il cuiore pieno di paura, ovvero l `eta che aveva DiBa ) e nell`82, quando la canzone fu scritta lui aveva la maglia n.7 .... ancora dubbi?
Fu proprio De Gregori a svelare che la canzone lui la dedicò a Nino Di Bartolomei. Hanno ragione sia Mietta che Gianni.
Mietta non dire stronzate nell’82 agostino aveva la maglia n.10 al massimo un anno prima 80-81 indossava la 8 e poi ha preso la 10 che poi la canzone era dedicata a lui è un altro discorso ma se non sai la storia della roma della maglia della roma sta zitta
Nel 1982/83 il grande Agostino indossò tra le altre anche la maglia numero 7. Non essere aggressiva Elda. Buon Natale
Emozionante e Bellissima😍😍😪
La canzone è stata dedicata ad Agostino Di Bartolomei. Lo ha dichiarato più volte lo stesso De Gregori. Parla di maglia numero 7, perché nei primi anni in rosa con la prima squadra (soprattutto nella stagione 74/75) Agostino scese in campo proprio con la numero 7. Probabile che quando nell’82 De Gregori scrisse questa canzone abbia pensato ad un giovane Agostino proprio con indosso quel numero in particolare.
In età matura poi non lo utilizzò quasi mai più, tranne in rare occasioni (vedi una partita nella stagione dello scudetto 82/83).
Nino rappresenta il nostro viaggio interiore il nostro bisogno di correre e di segnare il calcio di rigore... che si scontra con la nostra paura di sbagliare di scegliere ed agire facendo l'analisi delle conseguenze, ma non è da questi partiocolari che si giudica un giocatore
Puoi anche non sbagliare il calcio di rigore ma se non hai il coraggio, l'altruismo e la fantasia non puoi essere giudicato come giocatore! ... Per chi invece ha sbagliato il rigore ma ha il coraggio, l'altruismo e la fantasia coraggio! Il prossimo anno gioca con la maglia numero 7! La pienezza! Vivi la vita!
La canzone che parla di un ragazzino che giocando a calcio in un campetto di periferia ha paura di calciare un rigore. Ma la partita di calcio è la metafora della vita e la paura di tirare un calcio di rigore è la paura di sbagliare nell'affrontarla.
La canzone che parla di un ragazzino che giocando a calcio in un campetto di periferia ha paura di calciare un rigore. Ma la partita di calcio è la metafora della vita e la paura di tirare un calcio di rigore è la paura di sbagliare nell'affrontarla
Significato più votato
qui http://comeunkillersottoilsole.blogspot.it/2012/04/la-leva-calcistica-della-classe-68.html c'è una bellissima spiegazione
De Gregori parla di calcio, certo, ma nel suo significato allegorico di specchio dell’esistenza. Come su un rettangolo verde, così lotti nella vita, vinci o perdi, sudi, soffri, gioisci. C’è un’etica, una dirittura morale, che, così come nello sport, informa le scelte dell’esistenza. Ma c è anche il fato, o una momentanea debolezza, o un lapsus, per cui il rigore determinante, quello che cambia il corso degli eventi, può essere sbagliato anche dal migliore, nonostante “ metta il cuore dentro alle scarpe e corra più veloce del vento”. Il protagonista della canzone fa parte infatti di una schiera di magnifici perdenti, di quei “ giocatori tristi che non hanno vinto mai”, che nessuno ormai più ricorda e che si sono giocati tutto in un unico, esiziale frangente. Uomini che hanno scelto la rettitudine piuttosto che l’inganno, o che semplicemente hanno sbagliato nel momento decisivo della propria vita. Una vita che li ha irrimediabilmente condannati all’indeterminatezza (ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro a un bar e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai ) ma che invece De Gregori assolve perché un grande giocatore ( e un grande uomo ) resta tale anche se sbaglia un calcio di rigore, dal momento che “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia” .Ma la canzone, così ricca di spunti, dispiega un ulteriore significato, questa volta di natura squisitamente politica. La Leva Calcistica della Classe ’68 altro non è che la generazione dei sessantottini, di quei giovani cioè che cercarono di cambiare il mondo e che la Storia invece sconfisse. Non a caso la canzone viene inserita in Titanic, la grande nave da crociera che affonda così come affondano il paese Italia e gli ideali di civiltà che quel movimento propugnava ( dopo il ’68 arriveranno gli anni di piombo, le stragi, la strategia della tensione, i servizi segreti deviati e non ). Coraggio, Altruismo e Fantasia, possono così essere lette anche come le qualità che la politica dovrebbe avere e non ha mai avuto, e di cui invece il movimento del ’68, forse troppo ingenuamente, si faceva portavoce. Quei giovani che credevano in così alti ideali hanno perso, ma resta ancora in loro e in tutti quelli che credono in una politica al servizio del bene comune, la speranza di cambiare il mondo : Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, quest’ altro anno giocherà con la maglia numero sette “ ( il ragazzo con la maglia numero sette è Bruno Conti, che un mese dopo l’uscita di Titanic, vincerà il mondiale di Spagna ).
Mi sapete dire l'anno della canzone?
l'anno è il 1982
Scusate ma l'anno del titolo è 58 non 68, Non scrivete fesserie.
No...è proprio 68.
Vero. Grandi speranze da parte di grandi giovani che a quel tempo erano pregni di energia responsabile e generosità. Un 68 che ha cambiato l'assetto mondiale e che spesso viene così male interpretato da storici,politici e gente comune. Consiglio una buona lettura:"Formidabili quegli anni" di Mauro Capanna, storia italiana e del mondo con le lotte studentesche che hanno sradicato il vecchio sistema universitario.... La canzone comunque rimane stupenda.
. invio B knnktb
Anonimo forse ti confondi con “Il ‘56” che è un’altra canzone
ciaooooooooooooooo
A scemiiiii ma vaffanculo
Stupenda la canzone!! Ne adoro sia le parole sia il significato nascosto💫
Bello bello anche se non ho letto hahahahah
Do ve sta casino c'è sta gaia cscino hshshs hshshs
6
Si certo … la generazione che ha cambiato il pianeta.. piuttosto, avrebbero voluto cambiarlo , ma l’hanno distrutto. E sono ancora lì a dirci come vivere e a pontificare. Purtroppo sono ancora vivi e in mezzo a noi. Nelle università a fare belle parole ( quando erano i primi a estorcere esami con le minacce ai loro professori approfittando del momento ‘68, quelli sono i prof. attuali ) , nelle aule parlamentari ( ma soprattutto dietro a mangiarsi quel che resta di uno stato malato , i c.d. Funzionari ..) sono quelli che hanno distrutto l’ambiente e stravolto l’ecosistema. Hanno fatto una sola cosa buona, hanno generato noi , che non siamo e non saremo come loro, perché nemmeno li ascoltiamo, perché semplicemente hanno fatto solo schifo e a noi fanno schifo ancora. Perché dovrebbero stare zitti, e invece sono ancora lì a dire agli altri come devono vivere . Penosi. Bella la generazione ‘68 eh!
mi viene da piangere
Coraggio, , altruismo e fantasia, sono questi i 3 veri valori che dovremmo proprio fare nostri e viverli fino in fondo durante il corso di tutta la nostra vita, perchè è è solo con la testimonianza di ciò che siamo che possiamo fare leva su chi ci è vicino e quindi gettare un seme buono sul terreno che sta attorno, e poi alimentarlo, coltivarlo e farlo crescere. Solo così possiamo sperare di cambiare qualcosa, tutto il resto non lascia traccia, purtroppo. MAX
La canzone è stata dedicata ad Agostino Di Bartolomei. Lo ha dichiarato più volte lo stesso De Gregori. Parla di maglia numero 7, perché nei primi anni in rosa con la prima squadra (soprattutto nella stagione 74/75) Agostino scese in campo proprio con la numero 7. Probabile che quando nell’82 De Gregori scrisse questa canzone abbia pensato ad un giovane Agostino proprio con indosso quel numero in particolare. In età matura poi non lo utilizzò quasi mai più, tranne in rare occasioni (vedi una partita nella stagione dello scudetto 82/83).
Confermo quanto dice Damiano: tutto giusto. Liedholm aveva Cordova (con il 4) e De Sisti (con il 10) a centrocampo ed avere un numero non "impegnativo" gli ha permesso di non avere troppe pressioni e crescere all'ombra di quei due campioni.