La leggenda di cristalda e pizzomunno

Video per il significato della canzone La leggenda di cristalda e pizzomunno di Max Gazzè

Richiesto da Ingiz

Pubblicato 10 febbraio 2018

Ultima interpretazione 10 febbraio 2018

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Chi sono Cristalda e Pizzomunno? Quale il significato del testo dell'ultima canzone di Max Gazzè?

Ecco un ritratto di Pizzomunno:

Questo brano con cui il Cantautore si è presentato quest'anno al Festival di Sanremo secondo me è un duplice omaggio: all'amore romantico, quello che dura per l'eternità e alla regione Puglia, che dà i natali alla leggenda che Gazzè ha messo in musica. Secondo me si tratta di una canzone molto poetica che, rinforzando il parallelismo tra elementi della natura e sentimenti, prova a comunicarci come in fondo l'amore non sia niente di straordinario, alieno, ma solamente una naturale espressione di noi esseri umani.

Si possono rintracciare due interpretazioni di questa leggenda, ve le riporto entrambe. Qui la fonte:

L’amore di Pizzomunno e Cristalda:
La Puglia è una terra caratterizzata da misticismo e magia e questo si riflette in numerose leggende che si tramandano nei secoli e che parlano di re, regine, folletti con il cappello rosso, e storie d'amore più o meno a lieto fine. Tra le storie d'amore sospese tra leggenda e romanticismo che caratterizzano questa terra baciata dal sole e dalle bellezze naturali, c'è quella di Pizzomunno e Cristalda.

Lo sfondo in cui è ambientata questa nota leggenda è quello di Vieste, la località di mare che ancora oggi attira migliaia di turisti che rimangono affascinati dal suo mare e dalla sua costa, caratterizzata dal candore della bianca scogliera che, per una parte importante, dirada a strapiombo sul mare. La leggenda di Pizzomunno e Cristalda che vede come protagonisti due giovani ha inevitabilmente diverse versioni, come spesso accade per le storie tramandate oralmente di padre in figlio.

Per grandi linee è comunque un racconto che celebra al vero amore, che non accenna a fermarsi davanti a niente, neppure davanti alle più grandi avversità, non ultima la morte. Può sembrare una leggenda triste ma nasconde un doppio finale che renderà felici i più romantici e i sognatori.

La storia d'amore tre i due giovani nasce sulle spiagge pugliesi di Vieste quando ancora era un pittoresco borgo di pescatori. Questi per comodità avevano pensato bene di costruire le loro povere abitazioni, poco più che capanne, nelle vicinanze del mare, in modo da trasportare il pesce facilmente per poterlo vendere alla gente del posto. In questa storia il mare è protagonista insieme a Pizzomunno e Cristalda che, cullati dal rumore delle sue onde, si innamorarono perdutamente.

Lui pare fosse un bellissimo giovane, alto, forte e affascinante che attirava irresistibilmente il corteggiamento delle altre ragazze del villaggio, le quali bramavano le sue attenzioni. Cristalda non era da meno quanto alla sua bellezza più unica che rara, ancor più valorizzata dai lunghi capelli biondi che ricordavano la lucentezza dei raggi del sole e il giallo delle spighe di grano. Anche Pizzomunno era un pescatore, quindi portato a stare in mare per molte ore e qui compare il primo elemento magico di questa struggente storia d'amore.

I pescatori infatti erano soggetti alle insistenti attenzioni delle sirene che popolavano l'azzurro mare di Vieste e che miravano ad attirare, con i loro canti ammaliatori ignari giovani, illudendoli con la loro avvenenza, mentre invece miravano soltanto a prendersi le loro sfortunate vite. La stessa cosa accadde a Pizzomunno che, in diverse occasioni, si trovò a fronteggiare questa sfacciate sirene, che tentavano di sedurlo anche insistentemente e con tutti modi a loro disposizione, ma lui era sordo ai loro lussuriosi inviti.

Per convincerlo si offrirono di diventare sue serve e lui il loro re per stargli vicino in eterno. Gli promisero di non prendersi la sua vita a patto che lui le seguisse in fondo al mare dove lo avrebbero deliziato di ogni bene e di tutte le attenzioni. Ma lui innamorato e fedele come non mai a Cristalda, la ragazza più incantevole del villaggio, rifiutò con tono deciso e pagò molto caro questo affronto fatto alle creature marine.

Le sirene infatti si infuriarono e offese e umiliate vollero vendicarsi nel modo più malvagio. Passò del tempo e i due giovani erano soliti incontrarsi sulla riva del mare per amoreggiare al chiaro di luna, ma le sirene improvvisamente riemersero dalle profondità degli abissi strappando la bellissima Cristalda dalle braccia di Pizzomunno e portandola via, in fondo al mare. Pizzomunno era distrutto dal dolore e il suo corpo rimase pietrificato trasformandosi in un enorme monolite che ancora oggi troneggia sulla spiaggia di Vieste.

Al monolite, alto circa 25 metri, è stato dato proprio il nome del giovane innamorato, il Pizzomunno, che imperioso si staglia sulla costa pugliese e che l'ha resa famosa nel mondo per l'inconfondibile panorama che regala a chi ha la fortuna di passare da queste parti.

La leggenda però non finisce qui e l'amore tra i due giovani non è certo terminato tra i flutti del mare che hanno ingoiato la povera Cristalda. Pare che il sortilegio che ha colpito questa bella quanto sfortunata coppia possa essere temporaneamente sciolto dal destino ogni 100 anni, precisamente il 15 di agosto per una notte soltanto.

Durante questa sospirata notte ai due innamorati è concesso finalmente di amarsi perché Pizzomunno abbandona le sue sembianze pietrificate recuperando un corpo umano, mentre Cristalda riemerge dalle acque che l'avevano condannata a stare lontana dal suo amore. Questa fin qui è la versione più accreditata e quella che la maggior parte degli abitanti di Vieste conoscono e tramandano ai loro figli e nipoti.

Seconda versione della leggenda
Un'altra fantasiosa versione vuole che anche Cristalda fosse una sirena innamorata del bellissimo Pizzomunno e che i due si amarono finché le sorelle di lei, ingelosite e incattivite dalla fortuna toccata in amore alla stessa sorella, lo trasformarono in una roccia. Il finale però rimane uguale perché i due, in un modo o nell'altro, riescono a ricongiungersi, ma soltanto ogni 100 anni.

Al monolite sono associate diverse storie che danno spazio a un'inventiva fantasiosa e magica, come per esempio la credenza che girando intorno al grosso scoglio ed esprimendo un desiderio questo si avveri.

Il faraglione Pizzomunno al di la di tutte le leggende a esso legate, continua ad accompagnare il romanticismo degli innamorati che qui scelgono di trascorrere dolci serate, ammirandolo quando di notte riflette in modo abbagliante la luce della luna piena che si rispecchia sulla pietra in arenaria di un bianco spettacolare.

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Testo

Tu che ora
Non temi,
Ignorane
Il canto…
Quel coro ammaliante


Che irrompe alla mente
E per quanto
Mulini
Le braccia oramai
Non potrai
Far più niente.
Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno,
Tu guarda
Quell’onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso.
Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, anche altri cent’anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene…
Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scesa
Nel vento.
Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando…
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!
Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all’ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fu punito!
Ma io ti aspetterò…
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvage
Sirene…
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene.
E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
Perché più non c’era…
E quell’ira
Accecante
Lo fermò per sempre.
E così la gente
Lo ammira
Da allora,
Gigante
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!
Ma io ti aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent’anni!
Si dice che adesso,
E non sia leggenda,
In un’alba
D’agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall’onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda

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