Il pescatore, significato

di Fabrizio De Andrè
Significato della canzone Il pescatore di Fabrizio De Andrè
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Significato più votato

La canzone narra di un assassino, probabilmente scappato da un carcere, che durante la sua fuga viene inseguito da due gendarmi che cercano di catturarlo per riportarlo in prigione.
Nel bel mezzo della sua fuga finisce su una spiaggia dove trova un pescatore "che aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso".
Stremato dalla fame e dalla sete chiede aiuto al pescatore che, senza indugiare, gli offre il proprio pane ed il proprio vino.
Qui balza agli occhi la visione vangelica del perdono, ricorrente in molte canzoni di Faber: con quel gesto il cantante sembra dirci che il Pescatore ha umana pietà verso il bandito e non lo tratta come un criminale, bensì come un essere umano che ha bisogno di aiuto.
Dopo aver mangiato, l'assassino riprende la sua fuga, senza voltarsi indietro.
Sulla spiaggia giungono anche i gendarmi, che chiedono al Pescatore se avesse visto l'assassino.
A questo punto la canzone si ferma, ripetendo solo che il Pescatore era lì, con un "solco lungo il viso come una specie di sorriso".

Le interpretazioni sono state tante, alcune assolutamente indegne, come qualcuno che ha ipotizzato che il solco lungo il viso del Pescatore fosse il segno che l'assassino aveva a quest'ultimo tagliato la gola, o che forse gli stessi Gendarmi, non vedendolo rispondere, avessero deciso di punirlo.

In realtà il significato è molto più bello e profondo e per una corretta interpretazione dobbiamo attenerci al dato testuale, ove non risulta nulla di quanto precede.

Orbene, il significato più semplice è che il Pescatore abbia aiutato l'Assassino "occhi grandi grandi da bambino".
Tali occhi da bambino significano ingenuità, come un bambino che non si è reso conto di cosa ha fatto: in questo il Cantante vede la scriminante all'errore commesso. Tale scriminante infonde al Pescatore la forza di perdonare l'errore, proprio come se fosse un sacerdote, che attraverso il pane ed il vino lo monda da ogni peccato.

Ma vi è un unico significato che, nascosto realmente tra le righe della canzone, forse può fornirci un elemento o qualche domanda in più.

"Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile."

Questo, nella logica di De Andrè significa che qualcuno è stato in carcere durante la giovinezza, che nelle canzoni di De Andrè viene spesso paragonata al mese di Aprile o di Maggio: la primavera della vita.
Ora, sembra che l'assassino, vedendo la compassione del Pescatore, abbia il primo vero pentimento per le sue malefatte e si sia reso conto che, se non avesse fatto del male a qualcuno, non avrebbe perso gli anni della sua giovinezza in carcere (il cortile è quello del penitenziario dove era rinchiuso).

Ma l'interpretazione personale che io preferisco è che una sorta di narratore fuori scena ci stia raccontando che in realtà sia stato il Pescatore, durante la sua giovinezza, a giocarsi molte primavere dietro le sbarre.

Questo darebbe senso al gesto umano del Pescatore che, sapendo che cosa si prova ad essere privati della libertà, decide di aiutare il Pescatore ed attraverso di lui riscattare la sua giovinezza.

Immagine dell'utente Jones che suonava il Flauto | 5 Punti
69 reazioni a questo significato
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Anonimo

Bravo! Sei l'unico che ha capito De Andrè qui dentro.

Immagine dell'utente Rino

Anonimo puoi darci una mano se ti va!

Immagine dell'utente Piccarda

Questa interpretazione del testo è la stessa che ho sempre dato io, e mi sono spesso scontrato con persone che sostenevano che secondo loro il pescatore fosse stato ucciso dall'assassino. Sottolineo inoltre che nell'ultima strofa secondo me non c'è solo la descrizione di quello che i gendarmi trovano sulla spiaggia, ma proprio la risposta che il pescatore dà ai gendarmi: "Ma all'ombra dell'ultimo solo s'era assopito il pescatore", ovvero "Non ho visto nessuno, ero qui a dormire al tramonto". Il pescatore non è complice dell'assassino, è semplicemente un uomo che aiuta un altro uomo in difficoltà, senza ergersi a giudice verso i presunti crimini del prossimo perchè non quello è il suo solo. Non c'entra niente il concetto di perdono, c'entra piuttosto lo sforzarsi di guardare le cose da più punti di vista al di fuori del proprio, e di immaginare che non sempre il crimine fa il criminale. Riprendendo la Città Vecchia "non sono gigli, ma son pur sempre figli vittime di questo mondo".

Immagine dell'utente Lidia

Piccarda mi sembra un'ottima interpretazione. Non c'è nessun accenno al passato in galera del Pescatore.

Immagine dell'utente Mariagiulia

Questa di piccarda mi piace proprio tanto come spiegazione! Nessun perdono! Solo la risposta a chi chiede acqua e cibo. Solo il silenzio come risposta a chi condanna e punisce. Che meraviglioso personaggio il pescatore!

Immagine dell'utente Manfredi

Complimenti per l'interpretazione, argomentata benissimo e sostenuta. Però il mio dubbio più grande è : come mai De André dice " all'ombra dell'ultimo Sole", perché dovrebbe essere l' ultimo? E come mai non risponde ai gendarmi con le armi? "MA all'ombra dell'ultimo Sole". Non può più rispondere. La verità è che il messaggio d'amore di Cristo, quello di dare il pane e il bere agli assassini guardandoli negli occhi, viene ripagata dall'uccisione da parte di coloro che hai aiutato, come lo stesso Cristo appunto.

Immagine dell'utente Erminio

Secondo me si è fatto molto male

Immagine dell'utente Tancredi

“All’ombra dell’ultimo sole s’era assopito un pescatore” qui usa un tempo imperfetto, che indica un azione durativa nel passato, che potrebbe benissimo durare fino al momento corrente, facendo valere l’ipotesi dell’uccisione subita da parte dell’assassino.
“Venne alla spiaggia un assassino”, qui si usa un tempo passato remoto, che indica anteriorità rispetto all’imperfetto. Quindi si era assopito un pescatore, come è successo? Venne alla spiaggia un assassino ecc.
anche perché se non fosse stato ucciso cosa sarebbe il solco lungo il viso? Tuttavia i gendarmi passano, e seguendo questa teoria perché mai i gendarmi dovrebbero chiedere ad un morto se fosse passato un assassino? Semplice, non lo chiedono, se lo chiedono. Spiego velocemente il mio punto di vista, la canzone dice “davanti al agli occhi ancora il sole, dietro le spalle un pescatore, E LA MEMORIA È GIÀ DOLORE, È GIÀ IL RIMPIANTO DI UN SPRILE PASSATO ALL’OMBRA DI UN CORTILE”, De andrè passa dal passato, al presente, quindi nello svolgersi dei fatti, si è già pentito, quindi l’assassino finisce in prigione a causa dell’omicidio del pescatore, poiché VENNE alla spiaggia, e nel fuggire con “alle spalle un pescatore, la memoria di ciò che ha fatto è già dolore, è già un rimpianto. Infatti l’assassino quando incontra il pescatore ha due occhi ingenui da bambino, da incosciente che non sa che fa, da quegli stessi occhi trapela un’avventura, anzi ne sono gli specchi stessi. L’uccisione non è che “il calore di un momento”. Quindi l’assassino che VENNE alla spiaggia non è un assassino per crimini pregressi, vuol dire che venne alla spiaggia un uccisore, l’assassino, che ha due occhi grandi da bambino, che nell’incoscienza uccide il pescatore. In generale poi i gendarmi vanno alla spiaggia “ma all’ombra dell’ultimo sole, si ERA assopito un pescatore con un SOLCO LUNGO IL VISO”. In generale però sembra evidente il riferimento messianico palesato nel vino e nel pane, dunque perché l’assassino si definisce assassino egli stesso quando chiede il vino al vecchio? Dunque qui c’è l’assassino che servendosi del sangue e corpo di Cristo, che senza battere occhio gli da tutto sé stesso, l’ASSASSINO, vi si serve, lo stesso assassino di cristo, l’umanità, ne chiama la misericordia ( perché non dimentichiamo che cristo fu assassinato dopoo che il popolo aveva avuto la possibilità di salvarlo ), ne chiama la misericordia ma è cosciente di esserne l’assassino. E cristo non esita a dargliela. Per questo è un rimpianto e non la paura, perché l’assassino fa passare la sua redenzione dall’errore dall’assassinio di cristo, del pescatore, che è indubbiamente morto, poi sulle circostanze si può discutere’ Ma se si accetta l’ipotesi che i gendarmi lo uccidano il gesto messianico perde consistenza e senso. L’assassino non è che l’assassino redento, come topos, che nasce dalla crocifissione stessa di cristo con i ladroni, uno dei quali si redime e viene perdonato da cristo, pur venendo punito dalla legge, i gendarmi, l’aprile sotto l’ombra di un cortile.
De andrè per altro riprenderà questo tema nel brano “le tre madri” in cui una è quella di cristo e le altre due quelle dei ladroni Dimaco e Tito. Se la canzone avesse un procedimento cronologico lineare ovvero viene l’assassino, mangia, beve, poi i gendarmi, ma il pescatore dorme, ovvero sta zitto, non avrebbe senso ripeterlo all’inizio il fatto che il pescatore si fosse assopito. Questo rafforza l’idea che l’anno prima strofa sia la situazione finale è il resto la narrazione dei fatti. In sostanza c’è un pescatore che si è “assopito”, ovvero ha trovato anche lui la pace nell’atto di misericordia, ha trovato il suo proprio motivo di esistere, la sua ragione ontologica. Cosa è successo? Ed ecco la risposta, raccontata nel resto della canzone.

Comunque non sono Tancredi, sarà il nome di questo forum per gli anonimi Ahaha

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sei un genio

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BELA CANZO

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SEI UN GRANDE ANTONIO

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Antonino sei un genio

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Si tratta di una delle canzoni più famose di Fabrizio De André (arrangiamento originale di Gian Piero Reverberi), pubblicata nel 1970 in un vinile singolo (45 giri), assieme a Marcia Nuziale. Originariamente il brano aveva un ritmo più lento ed un accompagnamento più semplice: una chitarra acustica, un basso e una chitarra solista; il refrain era una melodia fischiettata, senza testo. La versione oggi più conosciuta è quella eseguita da De André dopo il riarrangiamento del 1979 ad opera della P.F.M., in occasione dei concerti che il cantautore terrà proprio con la Premiata Forneria. In quell'occasione vengono aggiunti batteria e violino, fraseggi più elaborati ed il refrain diviene un coro di "la la la...". Sul piano canoro il brano viene eseguito in un tono maggiore e con un ritmo più veloce, in sintonia con la musica, che trasmette all'ascoltatore una successione più dinamica dei fatti e ne esalta l'effetto narrativo. Si tratta di una ballata composta da otto strofe a rima baciata: le prime sette sono quartine, mentre l'ottava è una cinquina con l'ultimo verso che si ripete identico. Il testo, che sembra di facile comprensione, è in realtà ricco di simbolismi ed allegorie dal significato suggestivo e profondo. I personaggi sono quattro: un pescatore, un giovane assassino e due gendarmi. La storia si svolge su una spiaggia, al tramonto (all'ombra dell'ultimo sole...), dove si trova un pescatore assopito, con una caratteristica misteriosa e variamente interpretabile (...aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso...). Il sole calante può anche significare la fase finale dell'esistenza del pescatore (...e chiese al vecchio...), uomo saggio, sapiente della vita e consapevole della fragile condizione umana, tanto da comprenderne le vicende senza doverle giudicare. In questa scena crepuscolare “irrompe” un giovane assassino descritto in modo evidentemente simbolico, con “due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura (che) eran gli specchi di un'avventura”. E' chiaramente una descrizione antitetica a quella di un assassino come ce la aspetteremmo: De André, infatti, mediante tratti simbolici (...occhi grandi da bambino...occhi enormi di paura...), ci parla dell'assassino come di un bambino spaventato, incorso in un fatto più grande di lui (...eran gli specchi di un'avventura). Di tale “avventura” il “bambino” è si protagonista negativo, ma non per questo giudicabile. Questa, nel linguaggio di De André, è una metafora più generale della condizione umana. Il giovane approdato alla spiaggia, come sopraffatto dal destino, chiede al pescatore di essere rifocillato, senza nascondergli la sua colpa (...e chiese al vecchio dammi il pane...dammi il vino...sono un assassino). Il pescatore non sembra reagire in alcun modo, per nulla impressionato o allarmato, come fosse naturale, accondiscende alla richiesta dell'assassino (gli occhi dischiuse...non si guardò neppure intorno...). E' qui evidente il riferimento all'Eucarestia dell'ultima cena (...versò il vino e spezzò il pane...) e allo spirito di accoglienza e comprensione del Gesù evangelico: non giudicare e non sarai giudicato. In questo senso la canzone potrebbe anche alludere alla figura del “Pescatore di uomini” della tradizione Cristiana. Questa parentesi è per il giovane assassino solo il “calore di un momento”, prima che egli fugga di nuovo dove lo porterà il vento (...poi via di nuovo verso il vento...), ovvero il suo destino. Se il sole gli è di fronte, il pescatore che gli ha dato quel “momento di calore” gli è ormai dietro le spalle e ciò che lo attende è altro. A questo punto c'è il riferimento al ricordo doloroso (...e la memoria è già dolore...) di uno dei due personaggi. Potrebbe essere il pescatore a ripensare ad un “aprile giocato all'ombra di un cortile”, forse la sua giovinezza in carcere. Ma potrebbe anche essere il giovane fuggiasco a ricordare (rendersi conto) con dolore dell'omicidio commesso, dopo che il pescatore gli ha offerto accoglienza e comprensione. Ma l'interpretazione può anche essere diversa, infatti il verso recita: “è già il rimpianto di un aprile giocato all'ombra di un cortile”. Rimpianto è un termine ambivalente: si può rimpiangere qualcosa di negativo, di cui ci si rammarica, ma si può anche rimpiangere qualcosa di piacevole e positivo che non c'è più. In quest'ultimo caso il riferimento potrebbe essere all'aprile-fanciullezza dell'assassino, innocente e spensierata, senza il peso sulla coscienza che gli segnerà l'intera esistenza. A questo punto giungono i gendarmi (...vennero in sella due gendarmi...) che, evidentemente, stanno inseguendo il fuggiasco, i quali domandano al pescatore se lo avesse visto, “...ma all'ombra dell'ultimo sole si era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”. La canzone finisce così, con la ripetizione dell'ultimo verso, come sospesa. Da notare che la prima strofa del testo è uguale all'ultima, come se la narrazione iniziasse dall'epilogo: può trattarsi solo di un espediente narrativo ma, comunque sia, De André centra il fulcro della canzone sulla “particolare” caratteristica del “solco lungo il viso come una specie di sorriso” che contraddistingue il pescatore. Si tratta, infatti, del simbolismo più oscuro e meno intuibile di tutto il brano. Potremmo interpretarlo in vari modi: una cicatrice che testimonia vicende passate del vecchio pescat

Immagine dell'utente Lino

C'è da considerare la trama del vecchio e il mare (https://library.weschool.com/lezione/ernest-hemingway-il-vecchio-e-il-mare-trama-riassunto-commento-11656.html)).

Immagine dell'utente Lino

Secondo me De Andre si è ispirato al pescatore, al tramonto s’inmbatte nel mare per uccidere un pesce grosso, il pescatore alla fine delle sue forze parla da solo e pensa al ragazzo suo allievo , diventerà assassino per mangiare( pescie mangia pesce)

Immagine dell'utente Gianmarco

Il testo e’ attualissimo, si parla di accoglienza, capacità ed empatia umana che stiamo dimenticando

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Bravo Jones e grazie!

Immagine dell'utente Mariagiulia

Jones hai capito tutto! Bravo!

Si tratta di una delle canzoni più famose di Fabrizio De André (arrangiamento originale di Gian Piero Reverberi), pubblicata nel 1970 in un vinile singolo (45 giri), assieme a Marcia Nuziale. 
 Originariamente il brano aveva un ritmo più lento ed un accompagnamento più semplice: una chitarra acustica, un basso e una chitarra solista; il refrain era una melodia fischiettata, senza testo. 
 La versione oggi più conosciuta è quella eseguita da De André dopo il riarrangiamento del 1979 ad opera della P.F.M., in occasione dei concerti che il cantautore tenne proprio con la Premiata Forneria. In quell'occasione furono aggiunti batteria e violino, fraseggi più elaborati ed il refrain divenne un coro di "la la la...". Sul piano canoro il brano veniva eseguito in un tono maggiore e con un ritmo più veloce, in sintonia con la musica, che trasmetteva all'ascoltatore una successione più dinamica dei fatti e ne esaltava l'effetto narrativo.
 Si tratta di una ballata composta da otto strofe a rima baciata: le prime sette sono quartine, mentre l'ottava è una cinquina con l'ultimo verso che si ripete identico.
 Il testo, che sembra di facile comprensione, è in realtà ricco di simbolismi ed allegorie dal significato suggestivo e profondo. I personaggi sono quattro: un pescatore, un giovane assassino e due gendarmi.
 La storia si svolge su una spiaggia, al tramonto (all'ombra dell'ultimo sole...), dove si trova un pescatore assopito, con una caratteristica misteriosa e variamente interpretabile (...aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso...). Il sole calante può anche significare la fase finale dell'esistenza del pescatore (...e chiese al vecchio...), uomo saggio, sapiente della vita e consapevole della fragile condizione umana, tanto da comprenderne le vicende senza doverle giudicare.
 In questa scena crepuscolare “irrompe” un giovane assassino descritto in modo evidentemente simbolico: con “due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura (che) eran gli specchi di un'avventura”.
 E' chiaramente una descrizione antitetica a quella di un assassino come ce la aspetteremmo: De André, infatti, mediante tratti simbolici (...occhi grandi da bambino...occhi enormi di paura...), ci parla dell'assassino come di un fanciullo spaventato, incorso in un fatto più grande di lui (...eran gli specchi di un'avventura). Di tale “avventura” il “bambino” è si protagonista negativo, ma non per questo giudicabile. Questa, nel linguaggio di De André, è una metafora più generale della condizione umana.
 Il giovane approdato alla spiaggia, come sopraffatto dal destino, chiede al pescatore di essere rifocillato, senza nascondergli la sua colpa (...e chiese al vecchio dammi il pane...dammi il vino...sono un assassino).
 Il pescatore non sembra reagire in alcun modo, per nulla impressionato o allarmato, come fosse naturale, accondiscende alla richiesta dell'assassino (gli occhi dischiuse...non si guardò neppure intorno...). E' qui evidente il riferimento all'Eucarestia dell'ultima cena (...versò il vino e spezzò il pane...) e allo spirito di accoglienza e comprensione del Gesù evangelico: non giudicare e non sarai giudicato. In questo senso la canzone potrebbe anche alludere alla figura del “Pescatore di uomini” della tradizione Cristiana. 
 Questa parentesi è per il giovane assassino solo il “calore di un momento”, prima che egli fugga di nuovo dove lo porterà il vento (...poi via di nuovo verso il vento...), ovvero il suo destino. Se il sole gli è di fronte, il pescatore che gli ha dato quel “momento di calore” gli è ormai dietro le spalle e ciò che lo attende è altro.
 A questo punto c'è il riferimento al ricordo doloroso (...e la memoria è già dolore...) di uno dei due personaggi. Potrebbe essere il pescatore a ripensare ad un “aprile giocato all'ombra di un cortile”, forse la sua giovinezza in un carcere. Ma potrebbe anche essere il giovane fuggiasco a ricordare (rendersi conto) con dolore dell'omicidio commesso, dopo che il pescatore gli ha offerto accoglienza e comprensione.
 Ma l'interpretazione può anche essere diversa, infatti il verso recita: “è già il rimpianto di un aprile giocato all'ombra di un cortile”. Rimpianto è un termine ambivalente: si può rimpiangere qualcosa di negativo, di cui ci si rammarica, ma si può anche rimpiangere qualcosa di piacevole e positivo che non c'è più. In quest'ultimo caso il riferimento potrebbe essere all'aprile-fanciullezza dell'assassino, innocente e spensierata, senza il peso sulla coscienza che gli segnerà l'intera esistenza. 
 A questo punto giungono i gendarmi (...vennero in sella due gendarmi...) che, evidentemente, stanno inseguendo il fuggiasco, i quali domandano al pescatore se lo avesse visto, “...ma all'ombra dell'ultimo sole si era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”. La canzone finisce così, con la ripetizione dell'ultimo verso, come sospesa.
 Da notare che la prima strofa del testo è uguale all'ultima, come se la narrazione iniziasse dall'epilogo: può trattarsi solo di un espediente narrativo ma, comunque sia, De André centra il fulcro della canzone sulla “particolare” caratteristica del “solco lungo il viso come una specie di sorriso” che contraddistingue il pescatore. Si tratta, infatti, del simbolismo più oscuro e meno intuibile di tutto il brano.
 Potremmo interpretarlo in vari modi: una cicatrice che testimonia vicende passate del vecchio pescatore, ad indicare la violenza che segna il destino degli uomini. Una "smorfia", forse una ruga, ad indicare che ormai vede il mondo da una prospettiva diversa dalla gente comune, quindi assume un atteggiamento più sereno e distaccato, come un perenne sorriso difronte all'umanità e alle sue vicende. Una ferita infertagli dallo stesso assassino in fuga, forse non per vendetta ma perché in preda ad una paura incontrollabile.
 La mancata risposta del pescatore ai gendarmi può significare due cose: non denuncia il giovane assassino perché lo ritiene non giudicabile, quindi “cancella” il fatto, come fosse rimasto assopito al tramonto e nessuno lo avesse destato per domandargli aiuto. Questa interpretazione è quella più comunemente adottata.
 L'altra possibile interpretazione, meno tranquillizzante e più impopolare, viene quasi rimossa, ma per dovere di completezza dobbiamo considerarla: il pescatore non è più vivo perché il giovane, in preda al panico, lo ha ucciso. De André vorrebbe dirci che il bene fatto non sempre comporta la corresponsione, a prescindere dalla volontà di chi si scaglia contro il proprio benefattore. Il male della violenza può arrivare alle estreme conseguenze, pure contro chi agisce a nostro favore. Anche colui che predicava perdono e amore universale venne, alla fine, crocefisso. 
 Comunque, De André non ha mai chiarito quale sia l' interpretazione autentica, probabilmente perché non ha inteso attribuire alla canzone un significato univoco, ma lasciare all'ascoltatore di vagliare le conseguenze che le vicende umane possono determinare nel corso della vita di ciascuno di noi. Insomma, non c'è un'interpretazione unica perché non può esserci, forse per questo il testo della canzone rimane come sospeso.

Immagine dell'utente Ron | 13 Punti
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Vorrei aggiungere un piccolo dettaglio sulla tua interpretazione molto valida. Io credo che "l'ombra dell'ultimo sole" (quindi l'ultimo giorno di vita) si riferisca al pescatore che, non avendo dato le informazioni ai gendarmi (immagine del potere) sia stato ucciso da questi. L'assassino ha "davanti agli occhi ancora il sole" proprio grazie al testo del pescatore che non ha fatto differenze tra i criminali e gli innocenti, aiutando indistintamente tutti seguendo il messaggio di Cristo. Questa è la mia interpretazione, grazie.

Immagine dell'utente Marco | 47 Punti
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Immagine dell'utente Abramo

non penso... che sia - ipotesi del tutto personale- ambientata durante, o subito dopo la fine di una guerra civile, dove, quando, chisà (ma quell'"aprile"...) e l'assassino, che indubbiamente ha le sue colpe, è comunque della parte che ha perso, e ammette quasi ironicamente: ormai non può essere chiamato che così, le crudeltà magari sono state reciproche ma quelli che hanno vinto eh...deve trattarsi di un giovane, un ragazzo, che si è compromesso per spirito di avventura e sente il dolore di come gli è crollato tutto; e da parte del pescatore, appunto, la pietas cristiana oltre ala saggezza dell'età. Grazie!

Immagine dell'utente Abramo

scusate, altro che 10 direi! o viceversa è troppo lungo, c'è un massimo? Comunque il "non penso" iniziale si riferisce all'eventuale uccisione del pescatore, interpretazione che non mi persuade. Scusate gli errori di battitura "chisà", "ala saggezza" ovviamente "chissà" e "alla": Grazie!

Immagine dell'utente Ivonne

Sempre più convinta che Faber aveva appena letto il libro di Ernesto Hemingway. Il vecchio e il mare è modestamente io mentre leggevo ho sentito immediatamente la musica e le parole del pescatore.

Il vecchio pescatore non si guarda neanche intorno, non si interessa di cosa ha fatto l'assassino. Spezza il pane e gli dà il vino. Quel semplice gesto naturale e senza parole crea nell'assassino la memoria di azioni umane e sincere, quell'umanità e quella sincerità che lui aveva da bambino e che ora non ha più ma che ora, nel ricordo, ritorna in tutto il suo dolore. C'è la contrapposizione netta con i gendarmi, la Legge, che invece di cercare di recuperare l'assassino come uomo lo insegue con i cavalli e con le armi. Il vecchio pescatore ritorna ad assopirsi (non muore.. dove sta scritto??) e assopirsi così all'ombra dell'ultimo sole del pomeriggio denota una leggerezza nell'animo che solo lui può avere.

Immagine dell'utente Rosalino | 38 Punti
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mi associo a quella piu votata mi sembra piu giustamente coerente ma poi ............

Immagine dell'utente Enrica | 42 Punti
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Immagine dell'utente Alessandro D.

Poi cosa succede?

Immagine dell'utente Emidio

Io ho pensato che in realtà l'assassino e i gendarmi sono bambini che giocano

A me sembra relativamente chiara e non capisco il perchè di tante variazioni:

Venne alla spiaggia un assassino .... eran gli specchi di un'avventura.

L'assassino arriva spaventato dal pescatore, è inseguito e lo sà.

E chiese al vecchio dammi il pane ... ho sete e sono un assassino.

Minaccia per aver da mangiare e bere (quello che ha fatto in tutta la sua vita e l'unico modo che conosce per vivere)

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno

Non serve minacciare, il Pane non arriva dalla violenza o dalla minaccia, il Pane è gratuito

ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

Chiaro riferimento all' Eucarestia

E fu il calore di un momento

L'assasino spara al vecchio e lo uccide

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore

l'assasino riprende la sua fuga, ma prova dolore per aver ucciso chi gli ha dato gratuitamente, e non perchè minacciato, il suo Pane ed il suo Vino. Significato molto ampio, di tipo evangelico e riferito a tutti noi che corriamo verso il nostro sole, senza apprezzare ciò che ci è stato dato gratutitamente, ma anzi "uccidendo" il significato del Dono con il nostro comportamento quotidiano.

è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Un riferimento alla infanzia / giovinezza dell'assasino, oramai perdute. Può darsi che il cortile sia quello di un carcere, ma cambia poco. Il senso qui è rimpiangere la leggerezza ed il gioco di un tempo che non c'è più.

Vennero in sella due gendarmi...

Arrivano i carabinieri, con le armi. E' l'ordine costituito, che De Andrè evidentemente non ama e per cui non prova nessuna empatia. I carabinieri interrogano il pescatore.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso

Il vecchio pescatore non risponde perchè già morto.

Immagine dell'utente Marco2018 | 1 Punti
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Immagine dell'utente Lino

Secondo il mio pensiero, la canzone si riferisce al vecchio e il mare,

Immagine dell'utente Ivonne

Il libro di e’ Hemingway , l’assassiso Che ammazzerà i pesci per mangiare

Quale è per te il significato di questa canzone?

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