Il pescatore

Video per il significato della canzone Il pescatore di Fabrizio De Andrè

Richiesto da Heisenberg

Pubblicato 13 aprile 2016

Ultima interpretazione 07 dicembre 2022

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Alessandro Descovi che muove le mani

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Significato più votato

La canzone narra di un assassino, probabilmente scappato da un carcere, che durante la sua fuga viene inseguito da due gendarmi che cercano di catturarlo per riportarlo in prigione.
Nel bel mezzo della sua fuga finisce su una spiaggia dove trova un pescatore "che aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso".
Stremato dalla fame e dalla sete chiede aiuto al pescatore che, senza indugiare, gli offre il proprio pane ed il proprio vino.
Qui balza agli occhi la visione vangelica del perdono, ricorrente in molte canzoni di Faber: con quel gesto il cantante sembra dirci che il Pescatore ha umana pietà verso il bandito e non lo tratta come un criminale, bensì come un essere umano che ha bisogno di aiuto.
Dopo aver mangiato, l'assassino riprende la sua fuga, senza voltarsi indietro.
Sulla spiaggia giungono anche i gendarmi, che chiedono al Pescatore se avesse visto l'assassino.
A questo punto la canzone si ferma, ripetendo solo che il Pescatore era lì, con un "solco lungo il viso come una specie di sorriso".

Le interpretazioni sono state tante, alcune assolutamente indegne, come qualcuno che ha ipotizzato che il solco lungo il viso del Pescatore fosse il segno che l'assassino aveva a quest'ultimo tagliato la gola, o che forse gli stessi Gendarmi, non vedendolo rispondere, avessero deciso di punirlo.

In realtà il significato è molto più bello e profondo e per una corretta interpretazione dobbiamo attenerci al dato testuale, ove non risulta nulla di quanto precede.

Orbene, il significato più semplice è che il Pescatore abbia aiutato l'Assassino "occhi grandi grandi da bambino".
Tali occhi da bambino significano ingenuità, come un bambino che non si è reso conto di cosa ha fatto: in questo il Cantante vede la scriminante all'errore commesso. Tale scriminante infonde al Pescatore la forza di perdonare l'errore, proprio come se fosse un sacerdote, che attraverso il pane ed il vino lo monda da ogni peccato.

Ma vi è un unico significato che, nascosto realmente tra le righe della canzone, forse può fornirci un elemento o qualche domanda in più.

"Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile."

Questo, nella logica di De Andrè significa che qualcuno è stato in carcere durante la giovinezza, che nelle canzoni di De Andrè viene spesso paragonata al mese di Aprile o di Maggio: la primavera della vita.
Ora, sembra che l'assassino, vedendo la compassione del Pescatore, abbia il primo vero pentimento per le sue malefatte e si sia reso conto che, se non avesse fatto del male a qualcuno, non avrebbe perso gli anni della sua giovinezza in carcere (il cortile è quello del penitenziario dove era rinchiuso).

Ma l'interpretazione personale che io preferisco è che una sorta di narratore fuori scena ci stia raccontando che in realtà sia stato il Pescatore, durante la sua giovinezza, a giocarsi molte primavere dietro le sbarre.

Questo darebbe senso al gesto umano del Pescatore che, sapendo che cosa si prova ad essere privati della libertà, decide di aiutare il Pescatore ed attraverso di lui riscattare la sua giovinezza.

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Si tratta di una delle canzoni più famose di Fabrizio De André (arrangiamento originale di Gian Piero Reverberi), pubblicata nel 1970 in un vinile singolo (45 giri), assieme a Marcia Nuziale. 
 Originariamente il brano aveva un ritmo più lento ed un accompagnamento più semplice: una chitarra acustica, un basso e una chitarra solista; il refrain era una melodia fischiettata, senza testo. 
 La versione oggi più conosciuta è quella eseguita da De André dopo il riarrangiamento del 1979 ad opera della P.F.M., in occasione dei concerti che il cantautore tenne proprio con la Premiata Forneria. In quell'occasione furono aggiunti batteria e violino, fraseggi più elaborati ed il refrain divenne un coro di "la la la...". Sul piano canoro il brano veniva eseguito in un tono maggiore e con un ritmo più veloce, in sintonia con la musica, che trasmetteva all'ascoltatore una successione più dinamica dei fatti e ne esaltava l'effetto narrativo.
 Si tratta di una ballata composta da otto strofe a rima baciata: le prime sette sono quartine, mentre l'ottava è una cinquina con l'ultimo verso che si ripete identico.
 Il testo, che sembra di facile comprensione, è in realtà ricco di simbolismi ed allegorie dal significato suggestivo e profondo. I personaggi sono quattro: un pescatore, un giovane assassino e due gendarmi.
 La storia si svolge su una spiaggia, al tramonto (all'ombra dell'ultimo sole...), dove si trova un pescatore assopito, con una caratteristica misteriosa e variamente interpretabile (...aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso...). Il sole calante può anche significare la fase finale dell'esistenza del pescatore (...e chiese al vecchio...), uomo saggio, sapiente della vita e consapevole della fragile condizione umana, tanto da comprenderne le vicende senza doverle giudicare.
 In questa scena crepuscolare “irrompe” un giovane assassino descritto in modo evidentemente simbolico: con “due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura (che) eran gli specchi di un'avventura”.
 E' chiaramente una descrizione antitetica a quella di un assassino come ce la aspetteremmo: De André, infatti, mediante tratti simbolici (...occhi grandi da bambino...occhi enormi di paura...), ci parla dell'assassino come di un fanciullo spaventato, incorso in un fatto più grande di lui (...eran gli specchi di un'avventura). Di tale “avventura” il “bambino” è si protagonista negativo, ma non per questo giudicabile. Questa, nel linguaggio di De André, è una metafora più generale della condizione umana.
 Il giovane approdato alla spiaggia, come sopraffatto dal destino, chiede al pescatore di essere rifocillato, senza nascondergli la sua colpa (...e chiese al vecchio dammi il pane...dammi il vino...sono un assassino).
 Il pescatore non sembra reagire in alcun modo, per nulla impressionato o allarmato, come fosse naturale, accondiscende alla richiesta dell'assassino (gli occhi dischiuse...non si guardò neppure intorno...). E' qui evidente il riferimento all'Eucarestia dell'ultima cena (...versò il vino e spezzò il pane...) e allo spirito di accoglienza e comprensione del Gesù evangelico: non giudicare e non sarai giudicato. In questo senso la canzone potrebbe anche alludere alla figura del “Pescatore di uomini” della tradizione Cristiana. 
 Questa parentesi è per il giovane assassino solo il “calore di un momento”, prima che egli fugga di nuovo dove lo porterà il vento (...poi via di nuovo verso il vento...), ovvero il suo destino. Se il sole gli è di fronte, il pescatore che gli ha dato quel “momento di calore” gli è ormai dietro le spalle e ciò che lo attende è altro.
 A questo punto c'è il riferimento al ricordo doloroso (...e la memoria è già dolore...) di uno dei due personaggi. Potrebbe essere il pescatore a ripensare ad un “aprile giocato all'ombra di un cortile”, forse la sua giovinezza in un carcere. Ma potrebbe anche essere il giovane fuggiasco a ricordare (rendersi conto) con dolore dell'omicidio commesso, dopo che il pescatore gli ha offerto accoglienza e comprensione.
 Ma l'interpretazione può anche essere diversa, infatti il verso recita: “è già il rimpianto di un aprile giocato all'ombra di un cortile”. Rimpianto è un termine ambivalente: si può rimpiangere qualcosa di negativo, di cui ci si rammarica, ma si può anche rimpiangere qualcosa di piacevole e positivo che non c'è più. In quest'ultimo caso il riferimento potrebbe essere all'aprile-fanciullezza dell'assassino, innocente e spensierata, senza il peso sulla coscienza che gli segnerà l'intera esistenza. 
 A questo punto giungono i gendarmi (...vennero in sella due gendarmi...) che, evidentemente, stanno inseguendo il fuggiasco, i quali domandano al pescatore se lo avesse visto, “...ma all'ombra dell'ultimo sole si era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”. La canzone finisce così, con la ripetizione dell'ultimo verso, come sospesa.
 Da notare che la prima strofa del testo è uguale all'ultima, come se la narrazione iniziasse dall'epilogo: può trattarsi solo di un espediente narrativo ma, comunque sia, De André centra il fulcro della canzone sulla “particolare” caratteristica del “solco lungo il viso come una specie di sorriso” che contraddistingue il pescatore. Si tratta, infatti, del simbolismo più oscuro e meno intuibile di tutto il brano.
 Potremmo interpretarlo in vari modi: una cicatrice che testimonia vicende passate del vecchio pescatore, ad indicare la violenza che segna il destino degli uomini. Una "smorfia", forse una ruga, ad indicare che ormai vede il mondo da una prospettiva diversa dalla gente comune, quindi assume un atteggiamento più sereno e distaccato, come un perenne sorriso difronte all'umanità e alle sue vicende. Una ferita infertagli dallo stesso assassino in fuga, forse non per vendetta ma perché in preda ad una paura incontrollabile.
 La mancata risposta del pescatore ai gendarmi può significare due cose: non denuncia il giovane assassino perché lo ritiene non giudicabile, quindi “cancella” il fatto, come fosse rimasto assopito al tramonto e nessuno lo avesse destato per domandargli aiuto. Questa interpretazione è quella più comunemente adottata.
 L'altra possibile interpretazione, meno tranquillizzante e più impopolare, viene quasi rimossa, ma per dovere di completezza dobbiamo considerarla: il pescatore non è più vivo perché il giovane, in preda al panico, lo ha ucciso. De André vorrebbe dirci che il bene fatto non sempre comporta la corresponsione, a prescindere dalla volontà di chi si scaglia contro il proprio benefattore. Il male della violenza può arrivare alle estreme conseguenze, pure contro chi agisce a nostro favore. Anche colui che predicava perdono e amore universale venne, alla fine, crocefisso. 
 Comunque, De André non ha mai chiarito quale sia l' interpretazione autentica, probabilmente perché non ha inteso attribuire alla canzone un significato univoco, ma lasciare all'ascoltatore di vagliare le conseguenze che le vicende umane possono determinare nel corso della vita di ciascuno di noi. Insomma, non c'è un'interpretazione unica perché non può esserci, forse per questo il testo della canzone rimane come sospeso.

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Vorrei aggiungere un piccolo dettaglio sulla tua interpretazione molto valida. Io credo che "l'ombra dell'ultimo sole" (quindi l'ultimo giorno di vita) si riferisca al pescatore che, non avendo dato le informazioni ai gendarmi (immagine del potere) sia stato ucciso da questi. L'assassino ha "davanti agli occhi ancora il sole" proprio grazie al testo del pescatore che non ha fatto differenze tra i criminali e gli innocenti, aiutando indistintamente tutti seguendo il messaggio di Cristo. Questa è la mia interpretazione, grazie.

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A me sembra relativamente chiara e non capisco il perchè di tante variazioni:

Venne alla spiaggia un assassino .... eran gli specchi di un'avventura.

L'assassino arriva spaventato dal pescatore, è inseguito e lo sà.

E chiese al vecchio dammi il pane ... ho sete e sono un assassino.

Minaccia per aver da mangiare e bere (quello che ha fatto in tutta la sua vita e l'unico modo che conosce per vivere)

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno

Non serve minacciare, il Pane non arriva dalla violenza o dalla minaccia, il Pane è gratuito

ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

Chiaro riferimento all' Eucarestia

E fu il calore di un momento

L'assasino spara al vecchio e lo uccide

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore

l'assasino riprende la sua fuga, ma prova dolore per aver ucciso chi gli ha dato gratuitamente, e non perchè minacciato, il suo Pane ed il suo Vino. Significato molto ampio, di tipo evangelico e riferito a tutti noi che corriamo verso il nostro sole, senza apprezzare ciò che ci è stato dato gratutitamente, ma anzi "uccidendo" il significato del Dono con il nostro comportamento quotidiano.

è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Un riferimento alla infanzia / giovinezza dell'assasino, oramai perdute. Può darsi che il cortile sia quello di un carcere, ma cambia poco. Il senso qui è rimpiangere la leggerezza ed il gioco di un tempo che non c'è più.

Vennero in sella due gendarmi...

Arrivano i carabinieri, con le armi. E' l'ordine costituito, che De Andrè evidentemente non ama e per cui non prova nessuna empatia. I carabinieri interrogano il pescatore.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso

Il vecchio pescatore non risponde perchè già morto.

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Il vecchio pescatore non si guarda neanche intorno, non si interessa di cosa ha fatto l'assassino. Spezza il pane e gli dà il vino. Quel semplice gesto naturale e senza parole crea nell'assassino la memoria di azioni umane e sincere, quell'umanità e quella sincerità che lui aveva da bambino e che ora non ha più ma che ora, nel ricordo, ritorna in tutto il suo dolore. C'è la contrapposizione netta con i gendarmi, la Legge, che invece di cercare di recuperare l'assassino come uomo lo insegue con i cavalli e con le armi. Il vecchio pescatore ritorna ad assopirsi (non muore.. dove sta scritto??) e assopirsi così all'ombra dell'ultimo sole del pomeriggio denota una leggerezza nell'animo che solo lui può avere.

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volevo solo aggiungere al commento di Jones (che condivido in pieno) una mia interpretazione alla frase "aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso. Secondo me il solco è una ruga che denota la sua anzianità ed il sorriso è il raggiungimento di uno stato di benessere dovuto alla sua esperienza. Il pescatore è una persona anziana che nella sua vita ha sofferto molto ed ha avuto molte esperienze (forse addirittura il carcere) ma ora, con gli anni è divenuto un uomo in pace con se stesso, in armonia con la vita alla quale sorride, ed è per questo che aiuta in maniera disinteressata chi si rivolge a lui chiedendogli aiuto

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mi associo a quella piu votata mi sembra piu giustamente coerente ma poi ............

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Concordo pienamente!

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Secondo me questo assassino è costretto ad ammazzare il pescatore che muore felice perché ha aiutato una persona

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il pescatore e gesù e gli assassini siamo noi per averlo messo sulla croce

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Altre canzoni di Fabrizio De Andrè

Testo

All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso

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