Il fannullone

Video per il significato della canzone Il fannullone di Fabrizio De Andrè

Richiesto da Mario

Pubblicato 25 agosto 2018

Ultima interpretazione 22 settembre 2019

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Significato più votato

Canzone semplice

Il fannullone è una canzone il cui significato è semplice rispetto ad una classica canzone di De Andrè.
La canzone è in questione è stata scritta a quattro mani con Paolo Villaggio.
In questo caso la canzone viene narrata dal punto di vista di una persona campione dell'ozio.

Il fannullone

Questa persona è il protagonista del racconto.
Il nostro personaggio preferisce dormire molte ore. Preferisce essere un fannullone.Preferisce percorrere le strade di notte e i suoi strani incontri.

Il lavoro e la luna

Rispetto al lavoro questo è il suo pensiero:
"Non si risenta la gente per bene se non mi addatto a portar le catene"
Quindi vi è un pensiero sul lavoro legato ad una dinamica di schiavitù e non ad una possibilità di creazione.
Poi vi è un passaggio che credo sia molto riuscito: il protagonista trova un lavoro presso un grande ristorante ma ben presto tale attività esaurisce il suo interesse.
"Il cielo è la mia unica fortuna, e l'acqua dei piatti non rispecchia la luna."
Questa metafora funziona molto bene e comunica quale è il pensiero e la filosofia del personaggio.

L'amore

La storia però non finisce qui.La canzone è infatti anche una storia d'amore.
Dopo il racconto sul ristorante, De Andrè racconta il matrimonio del nostro protagonista.
Il protagonista probabilmente esagera e si appoggia a questo matrimonio come fa un vestito ad un attacappanni.La donna quindi lascia ben presto il fannullone.La conclusione della canzone è però positiva; la compagna in una notte d'estate decide di tornare tra le braccia del fannullone che preferisce la luna.Così i due si ritrovano come gatti nella notte a volteggiar attorno alle luminarie della città.

In conclusione

Il testo ha quindi un significato legato all'emarginazione "felicemente scelta e teneramente condivisa, ma è anche una dolce storia d'amore".Quest'ultima è una espressione presa da Fabrizio De André, il rispettoso bardo della Donna di Liama Nissim e l'ho trovato nel mio libro che sto ampiamente leggendo come fonte per le mie interpretazioni: Fabrizio De Andrè, il Libro del Mondo.
Altro collegamento molto importante se si vuole ulteriori dettagli è quella fornita dal sempre ricco di contenuti Antiwarsongs che si sofferma maggiormente sul significato politico della traccia.

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Questa canzone di De Andrè è stata scritta in compagnia ed è tutt'altro che semplice come può apparire in superficie. Manifesta una intima contraddizione di fondo, una dialettica, una lotta fra il divenire se stessi e la l'essere ciò che si è.

Le strofe alternano l'affermazione ironica del soggetto al giudizio della coscienza. Inizialmente abbiamo una contraddizione di partenza, perché alla dichiarazione di nullafacenza a mezzo sonno continuato, segue una canzonatura di quanti lo considerano un buono a nulla. Questa sembra subito scatenare una reazione della coscienza: non è realmente un tempo passato a dormire ma corrisponde ad una "notturna attività" in uno strano bassifondo sociale ed inconscio. Comunque sia, il solo recitare per coprire di ironia la situazione non fa che infastidire le persone che sentono di dover prendere la vita sul serio. In fondo il nostro protagonista teme un giudizio perché è capace di darselo da solo e se pure le altre persone possono concordare con esso possono anche ignorarlo del tutto e restare seccate sempicememente dal modo in cui rappresenta se stesso, perché è ciò che essi sentono di non poter fare dovendosi prendere sul serio, nel bene e nel male.

A questo punto il fannullone inizia a raccontare la sua storia riferendosi al lavoro che svolgeva come ad un tentativo risibile di conbattere la propria natura. Ma si trattava di fame, non di fare il comico, ed era una fame che non si estingueva. Il lavoro dunque non bastava, anzi appariva come capace di aumentare l'importanza di tutto quello che gli poteva mancare. Di seguito una nuova provocazione ironica a quanti possono pensare che volesse essere semplicemente indipendente, indicando l'esistenza di una comune schiavitù a cui lui intende sottrarsi a sfregio della loro malizia. Ritorna quindi la coscienza giudicante che gli spiega assennatamente che egli ha rifiutato la dimensione estetica del suo lavoro di servitù in nome di tutto quanto avesse già a prescindere da quella collocazione sociale. Si trattava di quanto già viveva "cantando storie di notte", ovvio riferimento autobiografico, ma questa volta la faccenda diventava più seria perché smetteva di essere una esperienza giovanile per diventare un modo di vivere definitivo.

A questo punto la canzone giunge ad un momento particolarmente significativo. L'artista è diventato capace di vivere del suo e questa apertura, anche gentile, alla normalità non può che essere una conditio sine qua non che interessa qualcuno. Si tratta di un amore che porta al matrimonio. Ma la coscienza insegna che si è trattato di qualcosa di ambivalente: un amore intenso ma senza prospettive che si è rinchiuso in una vita domestica per mera utilità con grande dolore dell'amata.

A questo punto della canzone succede qualcosa di miracoloso. Il protagonista cambia. La coscienza giudicante che dopo aver lasciato l'artista solo ed abbandonato può perdersi tra la gente alla ricerca di tenerezza (è proprio la moglie infatti ad laver lasciato il segno indelebile di non essere stata amata nella sua contrarietà) e la voce dell'artista comincia a cantare della amata piuttosto che di se stesso.

La canzone si conclude con una dichiarazione di fede che raggiunge una dimensione quasi profetica. Prima in maniera delicata viene enunciato un mistero. Ella se ne è andata. Forse con uno spirito innamorato. Ma non ha lasciato questo mondo perché è proprio questo mondo che nonostante la sua stanchezza e la sua distrazione ha continuato a seguirla. Infine l'artista canta il futuro ritorno della amata in una notte d'estate. Le stelle sono assimilate ad un pubblico plaudente e si ritorna all'elemento autobiografico del cantautore che vive di spettacoli.

In conclusione la canzone ha forti connotazioni autobiografiche, ma nasconde anche una intricata introspezione psicologica carica di senso morale, finendo per prorompere in una deliziosa quanto inosservabile apocalittica che si placa comoda nel divismo tradizionale di una coppia di celebrità non troppo mainstream.

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