Fake Plastic Trees

Un mondo inautentico. Una donna compra un annaffiatoio di plastica da un uomo di gomma per innaffiare una pianta di plastica, una città piena di piante di plastica, nel tentativo di sbarazzare il fastidio che la sua accennata consapevolezza di trovarsi in un mondo del genere le provoca. Lei vive con un uomo di polistirolo, emblema di un materiale che perde i pezzi e che si crepa, come le ragazze che negli anni '80 si facevano fare da lui interventi di chirurgia plastica, e che ora, fanno i conti con la gravità e con il tempo. 
E questo lo consuma, perchè ne è consapevole.
E allora cosa ci rimane? La sfera privata, una persona che crediamo di amare per quello che è, diversa da questo mondo finto e plasticoso, ma che non è altro che una proiezione di quello che noi speriamo che sia, dei nostri bisogni e delle nostre paure. Il nostro finto amore di plastica, in cui speriamo di poterci rifugiare. In fondo lo sappiamo, e vorremmo esplodere attraverso il soffitto e rompere la dimensione in cui si svolge questo sadico truman show, correre via, ma il nostro sentimento non si può reprimere, non si può evitare. 
E forse, alla fine, vorremmo adeguarci anche noi a questa proiezione, vorremmo essere anche noi ciò che il nostro finto amore di plastica desidera, per vivere in un torpore sereno

Inautenticità  totale. .. Si vive nella convinzione di  essere eterni e superiori...  si ignora il nulla eterno di Leopardi o, se credenti, si è sicuri di meritare il premio,   vivendo nella presunzione di migliori su  animali, umani e  natura  vegetale...  trasformiamo tutto in plastica, anche i sentimenti...