Don Raffaè, significato
di Fabrizio De Andrè
- Richiesto da Manson
- Ultima interpretazione:
- Interventi 5 / Visualizzazioni 45589 / Annotazioni 2
Canzone liberamente ispirata a una guardia carceriera che invece di stigmatizzare Raffele Cutolo feroce capo della camorra degli anni 70/80 come un ragazzino resta affascinato dalla figura di questo criminale

molto bello ma dovreste piu passione dove scrivete perchè questo è scritto molto bene ma dovete dargli piu significato

molto bello ma dovreste piu passione dove scrivete perchè questo è scritto molto bene ma dovete dargli piu significato
Canzone davvero molto bella,con un significato vero...Grazie di avermi chiarito le idee sul significato.
Sembra che Cutolo abbia scritto a De Andrè ringraziandolo per averlo reso protagonista di una canzone e che De Andrè gli abbia risposto scrivendo che ogni riferimento a persone e fatti reali era ... puramente casuale ... mitico Fabrizio oltre che un a essere un ottimo cantautore aveva anche tanto humor
Significato più votato
Le prime due quartine sono dedicate alla presentazione del protagonista, Pasquale Cafiero, un "italiano medio" potremmo dire, almeno in riferimento al tempo in cui è stata composta la canzone.
La terza quartina descrive la differenza tra il detenuto comune e la persona della canzone, Don Raffaè. Il detenuto comune è considerato una persona spregevole, davanti a cui la guardia non può mai sentirsi tranquillo, perchè o è una persona violenta e incapace di dialogare (brigante), o gente falsa con secondi fini (lacchè: persona eccessivamente servile). Tale "gente", dice il protagonista, "sputa minaccia e s'a piglia co' me".
Don Raffaè invece è diverso ( descritto come "uomo geniale" nella seconda quartina della canzone).
Ed è proprio qui che le cose cambiano. Mentre prima erano i detenuti ad avere secondi fini nei confronti delle guardie carcerarie, stavolta è la stessa guardia, il protagonista della canzone, a rivolgersi a Don Raffaè con tono servile e in cerca di trarre vantaggio dal loro incontro. Lo dimostra perfettamente la quarta strofa della canzone, ed il tono estremamente rilassato del protagonista che addirittura si "sbottona" e si legge il giornale.
Dalla quinta quartina inizia il monologo del protagonista che si rivolge a Don Raffaè e qui si alterna una strofa di autocommiserazione e richieste di vario tipo ad una strofa di considerazioni informali di di tono servile e quasi familiare ("volite a spremuta o volite 'o café?", "al maxi-processo eravate 'o chiù bello", "Eccellenza"), con cui il protagonista avanza il proprio corteggiamento a Don Raffaè all'italiana, ovvero chiedendo piano piano ciò che vuole, ma alternandole a considerazioni particolari sul caffè.
Ma parte delle richieste formulate da Cafiero sono causate da una situazione tipicamente italiana della società, ovvero quella in cui lo Stato sembra assente. In particolare il protagonista sembra voler fare intendere che Don Raffaè è presente, a differenza delle istituzione dello Stato che sembrano assenti (e che si comportano in un certo senso come i detenuti descritti nei primi versi della canzone).
"Prima pagina venti notizie ventun' ingiustizie e lo Stato che fa? Si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità",
"mentre 'o assessore che Dio lo perdoni 'ndrento a 'e roulotte ci alleva i visoni... "
"Ca' ci sta l'inflazione, la svalutazione e la borsa ce l'ha chi ce l'ha io non tengo compendio che chillo stipendio e un ambo se sogno a papà"
"A proposito tengo 'nu frate che da quindici anni sta disoccupato isso ha fatto quaranta concorsi novanta domande e duecento ricorsi".
L'ultima quartina chiude la canzone con una considerazione informale finale che deviando il discorso del protagonista e sfociando in una considerazione sul caffè esprime il significato dell'intera canzone.
"voi che date conforto e lavoro,
eminenza vi bacio vi imploro
"chillo duorme co' mamma e co' me
che crema d'Arabia ch'è chisto café":
Don Raffaele Cutolo "che al maxi-processo eravate o chiu bbello"!
ma che cazzo vi serve andare su queste paggine mavaffanculo va va
Grazie per avermi schiarito le idee. Il tuo commento è il più completo
Non sono d'accordo sull'esaltazione di De André verso i delinquenti e affini descrivendoli spesso come eroi o antieroi comunque esaltati; in questo caso l' "eroe" di turno é Raffaele Cutolo, noto assassino e camorrista!
Chi denigra su questa canzone, che ritengo vicino ad una ballata, non ha capito molto di Faber, ( fu vittima di un sequestro) ma di una “spaccatura” o visione della popolazione italiana come gia definita illo tempore da Sciascia, fatta da Uomini, mezzi uomini, ruffiani, ominicchi e quaquaraqua,.
Le Canzoni di De André sono come un Opera ( un film.. un quadro.. e altro) che ascoltandola rivela di volta in volta nuovi particolari... e molti di voi hanno colto aspetti della canzone "Don Raffaé" . Vi sono, tra le tante, due chicche che vorrei aggiungere: la prima relativa alla sottomissione ed inferiorità psicologica di Pasquale Cafiero a Don Raffaele il quale addirittura spiega alla guardia cosa la guardia stessa pensa " Mi spiega che penso e bevimm' 'o café "
La seconda... il nome della figlia di Pasquale Cafiero... quale poteva essere? " Innocenzia ".
Siamo consapevoli che non c'è né saranno altri come De André, vero?