Richiesto da Lola
Pubblicato 25 ottobre 2018
Ultima interpretazione 29 novembre 2022
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Questa canzone di Battiato racconta la storia della soprano Maria Callas - divina, come recita il testo - e ne tratteggia in pillole alcuni episodi della travagliata esistenza.
Di origine greca, giunse a New York ancora nel grembo della madre e vi trascorse lì l'infanzia, dove i genitori si stabilirono dopo la morte per malattia del fratellino.
Battiato fa poi riferimento a quando la madre abbandonò la famiglia per fare ritorno in Grecia (non mi risulta che portò con sè la figlia) e alla forma fisica della Callas (il cui nome in origine era: Anna Maria Cecilia Sophia Kalos, contrazione del cognome originario Kalogeropoulos, in greco Άννα Μαρία Σεσιλία Σοφία Καλογεροπούλου - Fonte ), che fin da bimba soffriva di una disfunzione ghiandolare che la portò a prendere peso. Una condizione fisica che mutò al culmine della sua carriera, quando, tra stress lavorativo e una dieta ferrea arrivò ad avere una silhouettes alla Audrey Hepburn.
La canzone mi ha sempre colpito per un mix di ritmo sincopato e gentilezza capace di trasmettermi quello che potesse essere il carattere di questa straordinaria donna: inquieta e ribelle.
Battiatopassa in rassegna, senza soffermarsi su qualcosa di particolare, gioie e dolori della vita della Casta Diva, pseudonimo datole dopo l'interpretazione della Norma di Bellini:
Su un solo episodio sosta un po' di più, nell'enfasi con cui ripete il concetto di viltà: Un vile ti rubò serenità e talento. Un vile ti rubò serenità. Un vile ti rubò, Battiato condanna Onassis, armatore con cui la Callas ebbe una relazione e che la portò a lasciare il suo storico marito, ma che non volle mai sposarla, preferendole alla fine la Jackie Kennedy.
Amo in particolare questi versi:
ti strinse forte il successo ballò fino a sera con te la musica non ti scorderà mai
trovo che siano estremamente poetici, eleganti e che esprimano alla perfezione la grandezza di questa donna.
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Greca, nascesti a New York, e lì passasti la tua infanzia con genitori e niente di speciale. Fu un giorno che tua madre stanca dell'America e di suo marito, prese i bagagli e le vostre mani, vi riportò indietro nella terra degli Dei. Eri una ragazzina assai robusta. Non sapevi ancora di essere divina... ci hai spezzato per sempre il cuore. Ti strinse forte il successo ballò fino a sera con te la musica non ti scorderà mai.
Viaggiasti e il mondo stringesti. Ti accoglievano navi, aerei e treni, invidie, gelosie e devozione. Un vile ti rubò serenità e talento. Un vile ti rubò serenità. Un vile ti rubò. Divinità dalla suprema voce la tua temporalità mi é entrata nelle ossa.
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