Amico fragile, significato

di Fabrizio De Andrè
Significato della canzone Amico fragile di Fabrizio De Andrè
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Amico fragile è nata così: quando ero ancora con la mia prima moglie, fui invitato una sera a Portobello di Gallura, dove m'ero fatto una casa nel '69, in uno di questi ghetti della costa nord sarda: d'estate arrivavano tutti, romani, milanesi... in questo parco residenziale, e m'invitavano la sera che per me finiva sempre col chiudersi puntualmente con la chitarra in mano. Una sera ho tentato di dire: "Perché piuttosto non parliamo di...". Era il periodo, ricordo, che Paolo VI se n'era venuto fuori con la faccenda - ripresa poi mi pare da quest'altro qui, della stessa pasta - degli esorcismi. Insomma dico: "Parliamo un po' di quello che sta succedendo in Italia..."; nemmeno per sogno, io dovevo suonare. Allora mi sono proprio rotto i coglioni, mi sono ubriacato sconciamente, ho insultato tutti, me ne sono tornato a casa e ho scritto Amico fragile. L'ho scritta da sbronzo, in un'unica notte. Ricordo che erano circa le otto del mattino, mia moglie mi cercava, non mi trovava né a letto né da nessun'altra parte: c'era infatti una specie di buco a casa nostra, che era poi una dispensa priva anche di mobili, dove m'ero rifugiato e mi hanno trovato lì che stavo finendo proprio questa canzone. 
[F. De André, in Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 60]

Certe cose non si capiscono perché sono mie personali. Evaporato in una nuvola rossa... è che, a quei tempi, io mi drogavo. La droga dei miei tempi era l'alcol: ho bevuto come una spugna fino a 45 anni. 
[F. De André, in Alfredo Franchini, Uomini e donne di Fabrizio De André, p. 74] 

Il narratore di Amico fragile, "evaporato in una nuvola rossa", osserva con il distacco e l'immaginazione di chi è "più curioso", "meno stanco" e "più ubriaco" i "luoghi meno comuni e più feroci", la diplomazia dei rapporti, le convenzioni del mondo in cui è immerso. Amico fragile da un lato sembra rifiutare qualsiasi ipotesi conciliativa, di comprensione, di accettazione delle contraddizioni e dei limiti umani e sembra voler evadere in uno spazio onirico, ricercando l'obnubilamento del sé; d'altro canto, ribadisce ancora una volta la funzione "infinitante" del canto ed esprime comunque la volontà di mettersi in gioco e in discussione così come continua ad affermare il valore della libertà e della ricerca. Amico fragile forse è l'elogio della sconfitta di chi ha scelto nello stesso tempo il ruolo dell'inquisitore e dell'eretico, del sacerdote e della vittima sacrificale, del moralista e del libertario. 
[Ezio Alberione, in Fabrizio De André. Accordi eretici, p. 110]

Amico fragile è una canzone completamente autobiografica alla quale Fabrizio è sempre stato molto attaccato, riproponendola in tutti i suoi concerti, con un arrangiamento a volte leggermente modificato ed il finale che diventa spesso: "per raggiungere un posto che si chiamasse / Anarchia" invece dell'originale "Arrivederci". Nacque in un momento di rabbia e di alcol, dopo una serata in compagnia di persone con le quali avrebbe voluto discutere di ciò che stava succedendo in Italia in quel periodo; in particolare le dichiarazioni di Paolo VI sull'esistenza del diavolo e sugli esorcismi. La gente insisteva perché lui suonasse anche quella sera; così, evaporato in una nuvola rossa, se ne andò a rintanarsi dove non poteva essere disturbato e compose questa canzone in una sola notte. È la riflessione sulla fragilità dei rapporti umani, ma, nello stesso tempo, sulla necessità di averne e quindi sul senso di vuoto che nasce quando questi vengono meno o restano superficiali. Il risultato è una dichiarazione di amore-odio di un borghese pentito alla propria gente. [Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, pp. 109-110] 

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La sua fragilità dovuta alla superficialità dell'essere umano che ha paura di sondare la vita paura di soffrire contrastava con il suo bisogno di capire e condividere non era lui il fragile ma l'essere apparentemente forte che si trovava davanti pieno di paura per cercare di capire la vita e il prossimo... chi si droga è disperato per questo come chi diventa matto le manca la vita di relazione di condivisione il calore..

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Grande de andre'

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Piccola puntualizzazione: l'autore cita nella canzone di non essere mai stato più ubriaco di voi (riferendosi alla classe borghese); è inesatto dire che l'autore è "più ubriaco"

La descrizione di come si sentiva. Si sentiva come se avesse perso di vista i suoi ideali (l'anarchia), si ritrovò contornato da persone ipocrite, i "borghesi" che aveva sempre criticato. Poi si aggiungono i problemi familiari (il divorzio) e la dipendenza dall'alcool (che supererà dopo la morte del padre).

Immagine dell'utente Esangue Rosso | 19 Punti
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"Stavo ancora con Puny, la mia prima moglie, e una sera che eravamo a Portobello di Gallura, dove avevamo una casa, fummo invitati in uno di questi ghetti per ricchi della costa Nord. Come al solito, mi chiesero di prendere la chitarra e di cantare, ma io risposi: «Perché invece non parliamo?» Era il periodo che Paolo VI aveva tirato fuori la faccenda degli esorcismi, aveva detto che il diavolo esiste sul serio. Insomma, a me questa cosa era rimasta sul gozzo e così ho detto: «Perché non parliamo di quello che sta succedendo in Italia?» Macché, avevano deciso che io dovevo suonare. Allora mi sono rotto le palle, ho preso una sbronza terrificante, ho insultato tutti e sono tornato a casa. Qui mi sono chiuso nella rimessa e in una notte, da ubriaco, ho scritto «Amico Fragile». La Puny mi ha stanato alle otto del mattino, non mi trovava né da nessuna parte, ero ancora nel magazzino che finivo di scrivere."

Immagine dell'utente Deborah | 30 Punti
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tratto da? per sapere ul libro autobiografifico o cosa?

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Anche io vorrei sapere la fonte di questo intervento in effetti.

Immagine dell'utente Antonino

ne parlano in diversi libri, pare si tratti di un'intervista, ma a una ricerca veloce non ho trovato la data o altra eventuale fonte. Se volete però dare un'occhiata voi, è riportata sia in: Lei non sa chi eravamo noi Di Adriano Panatta, Paolo Villaggio, che in Parole e Canzoni della Einaudi Editore

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