Al telefono, significato
di Cesare Cremonini
- Richiesto da ingiz
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Da un commento che ho trovato su youtube sotto il video, ho recuperato questa interpretazione che mi è sembrata molto efficace:
Chiunque abbia un amore non vissuto, una situazione finita che non è mai finita, una rottura, un tradimento, un sentimento che lacera o ha fatto male.. Qui smette di respirare per qualche minuto. Quella sensazione di vuoto quando giri in macchina da solo la notte. .. Non potevi esprimere al meglio quel nodo allo stomaco.
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“La canzone parla di quanto il telefono contribuisca a cercare quantità innumerevoli di ricordi del tutto fake, privi di consistenza. e quando dobbiamo tornare indietro nella memoria per toccare la cosa che abbiamo amato davvero, o abbiamo sentito davvero e che ci rendeva felici?”
Cesare Cremonini pubblica per i suoi quarant'anni (a marzo 2020) e ben 20 di carriera:
“Cremonini 2C2C The Best Of” è la prima grande raccolta della produzione ormai ventennale di Cremonini che conterrà 6 brani inediti, 32 singoli di successo rimasterizzati, un album intero di 16 interpretazioni in versione pianoforte e voce, 15 brani strumentali realizzati dal 1999 ad oggi, 18 rarità tra cui tracce demo originali, home recording e alternative takes mai pubblicate, grazie alle quali per la prima volta sarà possibile svelare la magia della nascita delle canzoni e cogliere il loro processo creativo.
Fonte
Interessante questa riflessione intorno al significato di questo brano:
“Al telefono” è una canzone autobiografica come dichiarato dallo stesso Cesare Cremonini. Una canzone sulla sopravvivenza, su quanto si debba scavare a fondo tra i ricordi chiusi in un telefono per arrivare a chi amavamo davvero, al giorno in cui siamo morti. Una canzone sui palazzi di ricordi che siamo in grado di costruire sulle macerie. Nessuno è più immune da tutto questo
E basta in effetti leggere il testo anche solo una volta per rendersi conto di come Cremonini abbia voluto battere l'accento sul telefono come medio generatore di vere e proprie fake-life. Relazioni arginate all'interno di un cellulare che generano, grazie alla distanza e alla creatività della nostra mente nel generare ricordi, vite mai realmente vissute.
Come non ricordi più?
Dai, che anno era?
Ho come l’impressione che tu stia ridendo
forse non sei sincera
In questo ci leggo una sorta di melanconica denuncia. Come dichiarato dallo stesso Cremonini in una recente intervista, lui appartiene a una generazione diversa da quella dei giovani d'oggi:
bambino cresciuto a cavallo tra la generazione X e quella dei Millennial.
«Sono nato nel 1980», spiega, «e la mia generazione è stata lasciata abbastanza sola per emanciparsi e poter fare a meno degli altri. Questo ci ha fatto diventare adulti in fretta.
Differente l'infanzia e, aggiungo io, diverse probabilmente, le modalità relazionali rispetto a oggi.
Di chi, in altre parole, ha vissuto l'adolescenza aspettando una chiamata al telefono fisso e sperando che non fossero i genitori ad alzare la cornetta :) Non di certo messaggiando in continuazione grazie a un telefonino.
Quando cioè il telefono era una consacrazione (rara, stabile) di una relazione esistente, piuttosto che un'estemporanea espressione di qualcosa di evanescente.
Una canzone sulla separazione, ma soprattutto sulla sopravvivenza, in questi tempi in cui l’amore resta intrappolato nelle librerie fotografiche degli smartphone, che sono la nostra memoria emotiva.
Grazie Ingiz per questa interpretazione!