La vita vale

Video per il significato della canzone La vita vale di Jovanotti

Richiesto da Anna

Pubblicato 25 novembre 2019

Ultima interpretazione 26 novembre 2019

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Significato più votato

La vita vale di Jovanotti è un brano pubblicato nel 2002 e contenuto nell'album Lorenzo: il quinto mondo, il suo tredicesimo album.

Sull'album è stato scritto:

"Il quinto mondo è il prossimo livello": nell'omonima canzone si trova un'ottima chiave di lettura per quest'album, intriso di speranze, passioni e drammatiche constatazioni. Dominante in quest'album è certamente l'impegno politico su vari fronti; quello della tolleranza e del rispetto e della solidarietà verso i popoli meno fortunati del pianeta (Noi, Il quinto mondo); quello dell'ecologia e dell'ambientalismo (Albero di mele); quello della difesa dei diritti umani minacciati dall'arroganza del potere economico (La vita vale).


Questa descrizione del brano mi sembra abbastanza sintetica e calzante.
Si tratta di una canzone a mio giudizio di denuncia e, sebbene già di 17 anni fa, rimane un testo particolarmente attuale, che mette appunto al centro del mirino il potere economico quale ago della bilancia sociale.

Rispetto al titolo dell'album, la scelta di parlare di Quinto mondo può essere interpretata in vari modi: può essere una definizione geopolitica, dove il quinto mondo è il mondo delle micro-nazioni (fonte), oppure potrebbe indicare ciò che viene dopo il terzo e quarto mondo, cioè quelle nazioni o popolazioni davvero piegate da povertà, disagio sociale e guerre. Il termine quinto mondo ha anche un'accezione esoterica, con riferimento alla Kabbalah (fonte) e a varie profezie delle popolazioni autoctone dell'America Latina, (fonte). Non mi addentrerò in questa lettura, che però darebbe un'accezione più speranzosa al tutto, trattandosi (se ho capito correttamente) di una prospettiva di preveggenza del futuro.

Al di là di queste divagazioni, il significato della canzone di Jovanotti mi sembra essere la volontà di mettere a fuoco come le nostre abitudini di vita (alimentari, di stile di vita, abbigliamento, salute etc.) abbiano un peso nel complesso di come sta andando il mondo.
Egli infatti sottolinea ripetutamente come vadano riattivate le coscienze, affinché ci si opponga al sistema per cui la singola vita umana ha minore valore del mondo dell'economia. Ragionamento, questo, che giustifica l'uccisione di una vita umana per salvare molte vite umane.
Sembra un paradosso, eppure su questo cortocircuito si innesta la legittimazione di tanti aspetti problematici del mondo in cui viviamo. Si pensi per esempio alla sperimentazione farmaceutica (su persone e animali), allo sfruttamento dei lavoratori nei campi in condizioni disumane per produrre sempre più cibo a basso costo, solo per citarne un paio. Ma non si tratta solo di un elenco di situazioni disastrose.
Con questo brano Jovanotti ci vuole trasmettere anche un po' di speranza. Come se trapelasse la convinzione che, facendo sentire la nostra voce, fossimo ancora degli attori capaci di generare cambiamento:

la conoscenza e la tecnologia
a molte strade hanno aperto la via
il commercio è uno strumento di libertà
ma nel rispetto dei diritti e della dignità
della diversità e dell'ambiente
allora forza venite gente
che le speranze non si sono spente
allora forza venite gente

Ho trovato curiosa questa interpretazione in chiave schiettamente evangelica del testo de La vita vale, che vi riporto:

“cosa succede… che cosa conta che cosa è vero?”: è una domanda importante per vivere la vita senza essere trascinati dagli eventi. E’ la capacità di discernimento con la quale dovremmo leggere la realtà e gli avvenimenti della vita cercando in essi un senso. La società globale e informatica punta molto su un’idea di progresso fondata sull’efficienza, sul look, sul profitto a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, spesso a scapito dell’ambiente, della vita stessa dell’uomo.
“c’è chi vive nella povertà fabbricando simboli di povertà”: è l’idea stessa di progresso che oggi deve essere messa in discussione in quanto esso diventa sempre più privilegio di pochi. E così ci ritroviamo con una piccola parte dell’umanità che dispone della maggior parte delle risorse e di un popolo sempre più numeroso che è nella miseria e spesso muore di fame. A riguardo può essere provocatorio il racconto evangelico della moltiplicazione dei pani (cf Gv 6 e Lc 10-17). Di fronte ad una folla numerosa (5.000 persone) i discepoli chiedono a Gesù: “Date loro voi stessi da mangiare”. Tutto quello che i discepoli riescono a raccogliere sono cinque pani e due pesci che due giovani lì presenti non rifiutano di condividere. Gesù poi fa il resto… Anche per noi e urgente imparare a condividere le risorse!
“il brevetto di una medicina vale più della vita di una bambina…”: sono le contraddizioni della “società globale”  che mette al primo posto il profitto e gli interessi economici violando spesso i diritti fondamentali di ogni essere umano…
“la vita vale / una vita soltanto più di una multinazionale”: è un’affermazione importante che sottolinea il valore della vita, di ogni vita che va difesa prima di tutto, dovunque. Il Terzo Millennio deve vederci tutti impegnati a “globalizzare la cultura della vita”, perché ogni uomo sia rispettato nei suoi diritti fondamentali e nella sua dignità. Come dice Jovanotti la strada buona è il rispetto totale dei diritti di una persona”, riconosciuti e garantiti giuridicamente anche dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, ma purtroppo non sempre rispettati. La vita è il bene più grande perché viene da Dio e a Lui ritorna e dovremo alla fine renderne conto. Nel Vangelo troviamo una “regola d’oro” che può diventare il criterio-guida nelle nostre scelte quotidiane, e vale per tutti gli uomini che ricoprono responsabilità a tutti i livelli: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” (cf Mt 7,12).
“vi prego signori… certe volte non vi sentite male?”: è un appello alla coscienza che chiama in causa la responsabilità di ognuno. Ogni nostra azione nel bene o nel male, non è mai “neutra” ma si ripercuote sempre sugli altri. Tutto il male o il bene che facciamo ha delle conseguenze sugli altri, sull’ambiente in cui viviamo, e in questo siamo responsabili.
 “le speranze non si sono spente… Noi dobbiamo convincerci che la vita vale”: occorre una grande mobilizzazione delle coscienze, unire le voci per difendere il valore della vita, per sperare in un mondo più giusto. Occorre una “rivoluzione pacifica” che si serva delle armi del dialogo, del confronto, del coraggio della verità. Parte di questo “sentire comune” oggi lo cogliamo nel movimento cosiddetto “no global”, ma non dimentichiamo che il fondamento lo troviamo da sempre nel Vangelo (cf la parabola evangelica di Lazzaro e il ricco epulone in Lc 16, 19-31).

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