Arlecchino

Video per il significato della canzone Arlecchino di Rancore

Richiesto da Ibob

Pubblicato 26 giugno 2018

Ultima interpretazione 17 ottobre 2024

Interventi 5 · Visualizzazioni 0 · Annotazioni 0

Alessandro Descovi che muove le mani

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Significato più votato

Il pezzo è in rima alternata con qualche licenza poetica , l'interpretazione che suggerisco è quella di una metafora in cui la maschera di Arlecchino viene messa in relazione con la storia del nostro paese.
I versi sono una serie di “indovinelli”: Arlecchino è , nelle prime 24 strofe, comparato e in opposizione ai supereroi dei fumetti e dei cartoni animati che posseggono dei superpoteri che Arlecchino appunto non ha essendo la sua maschera quella di un povero ed un servo sempre affamato e vestito di stracci, pezze appunto, che prende sberle (in romanesco le sberle sono dette “pezze”) e si distingue per un comportamento truffaldino e indiscreto .
I supereroi citati potrebbero essere:
Spiderman,Superman, Wolverine,Batman,Fantastici4,Capitan America,Magneto(?),Sailor Moon, Time Bokan (?)...

Poi c'è il ritornello, in rima continuata, dove il personaggio della Commedia dell'Arte personifica appunto la storia politica d'Italia . Dove con “ Prima era tutto nero corvino poi rosso, amaranto poi verde e turchino “ Rancore forse si riferisce al periodo fascista,poi alla fase del PC ed infine al verde della lega e al turchino dei forzisti.
Inoltre cita l'aria che a messo insieme l'Italia, fatta di pezzi o “pezze”, in questo caso potrebbe riferirsi all'Inno di Mameli.

Nelle altre 18 strofe è accostato, sempre in contrapposizione, ad eroi dell'epica greca , latina e a personaggi ed autori della letteratura mondiale:
Kafka con la metamorfosi, l'eroe Achille piè veloce , Pantalone della Commedia dell'Arte, Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, Il Barone di Munchausen di Rudolph Erich Raspe, Il Visconte dimezzato di Italo Calvino,Virgilio e La Divina Commedia, La Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, Astolfo sulla Luna di Ariosto, Hansel e Gretel dei fratelli Grimm (?), Silvia di Leopardi e Laura di Petrarca, Francesca di Dante,Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, Il Faust di Goethe.
Sembra che la strofa si concluda con una richiesta ad un gondoliere di salvare Arlecchino...

La strofe successive hanno come tema opere d'arte mondiali, tra i molti abbiamo:
I papaveri di Claude Monet, Nature morte, Girasoli e I mangiatori di fagioli di Van Gogh, L'urlo di Munch, grafiche di Escher e opere di Bansky , Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte di George Seurat,Il bacio di Gustav Klimt, Mondrian , Golconda di Magritte , Edouard Manet con Colazione sull' erba, La Libertà che guida il popolo di Delacroix, Andy Warhol con le sue foto , La vocazione di San Matteo di Caravaggio ed infine La creazione di Michelangelo.

Potremmo trovare una correlazione con Aida di Rino Gaetano, anche lì infatti ritroviamo questi espedienti poetici,una vera e propria “personificazione “ dell'Italia, come critica sociale e politica.
Il pezzo è divertente anche perchè si presenta quasi sotto forma di indovinello-gioco di parole.
Quindi se trovate altre soluzioni fatemi sapere!


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Che Arlecchino era un Joker. 

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Rappresenta la ipocrisia il rancore la rabbia dello svegliarsi in tutti i sensi nel nostro Paese e ritrovarsi con il bisogno e il dovere di raccontare e raccontarsi attraverso metafore ! Altro che frasi fatte altro che altro ... Sei un genio 

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Secondo me, questa canzone fantastica parla dell'Italia, della sua storia moderna, di come sia sempre la più piccola tra le potenze, di come "ruba", di come perde, di come è sempre povera (come gli spazzacamini), ecc. ecc. Alla fine spezza tutto, lamentandosi del fatto che non veniamo considerati (inteso come italiani), altro riferimento alla storia Italiana.

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Vi è anche una citazione della canzone "napoli" di franco califano

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Altre canzoni di Rancore

Testo

Lui non si arrampica tra i palazzi come se fosse un ragnetto
Non fa il fotografo, il giornalista, poi va a difendere il ghetto
Non ha uno scheletro d’adamantio non c’è rigeneramento
Non ha nè villa con maggiordomo nè superpoteri da superuomo
Quando è sè stesso davvero non sa tenere un comportamento
E adesso che di fantastico non c’è niente si è sciolto anche il quartetto
E se la sera esce dopo cena non sa saltare da un tetto
Eppure è così veloce che puntualmente fa tardi all’appuntamento
Non vive nuvole d’oro, non ha le stelle incise sul petto
Al primo palleggio che ha fatto a calcetto una pallonata sul setto
Per ogni canna una calamita naviga contro vento
Sempre vittima dello spazio contro i predatori del tempo
Non veste da scolaretta, da repubblica marinara
Non ha costruttori che mettono in atto una macchina d’accessori
E non ha un guardaroba che varia, ha costumi prodotti in Italia
Perchè quando si arrabbia và oltre il verde, assume tutti i colori
Ma com’è che si dice a Roma? “Pezza”, ora si l’ha capito
Perchè è a forza di prendere pezze, che la mamma gli ha fatto un vestito
Ora un’ombra si aggira a Venezia, ha rubato alla corte dei diavoli
Se conosci una strada diversa, gondoliere, portalo a Napoli
Un paese che è nato da tanti pezzi, questo si era capito
Collegati nel tempo da un’aria che poi piano piano ogni pezza ha unito
Ora un’ombra si aggira in Italia ha rubato fingendosi una parodia
Conosci una strada, secondaria, gondoliere portalo via

Arriva vestito da spazzacamino poi ruba gli anelli quando fa l’inchino
Poi ciao,ciao saluta Arlecchino, ciao,ciao, saluta Arlecchino
Prima era tutto nero corvino poi rosso, amaranto poi verde e turchino
Poi ciao,ciao saluta Arlecchino, ciao,ciao, saluta Arlecchino
Roma, Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino
Poi ciao,ciao saluta Arlecchino, ciao,ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino, dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra il taccuino, poi vi saluta vi fa l’occhiolino
E poi ciao

Non diventa insetto, non rimane nel letto, non fa colazione
E dentro lo Stige la madre ha sbagliato ha infilato soltanto il tallone
Non veste più largo, il cavallo che aveva ce l’ha Pantalone
E il giro del mondo in 80 giorni l’ha fatto perchè è un fattone!
Come un barone non scenderà, come un visconte si dimezzerà
Quandò cliccò cercò su Virgilio trovò una finestra per l’aldilà
Ma bazzica sempre da solo all’inferno e Gerusalemme non libererà
E dov’è papà quando la città crolla? Non porta a nulla, ma la città crolla
E dov’è un amico che va sulla Luna dove il senno è chiuso dentro un’ampolla
Non tiene certo dei dolci a casa, se ha pareti di pastafrolla
Non vede più Silvia, Laura s’accolla, poi con Francesca era un po’ prematura
Prima di vendere l’anima al quadro non vide che era una caricatura
Lui non cerca il patto col diavolo se è una rottura di cazzo eterna
E vive al limite tra un castello che vola e un mondo nell’entroterra
Ora un’ombra si muove in Italia ha rubato fingendosi una parodia
Conosci una strada, secondaria, gondoliere portalo via

Arriva vestito da spazzacamino poi ruba gli anelli quando fa l’inchino
Poi ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Prima era tutto nero corvino poi rosso, amaranto poi verde e turchino
Poi ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Roma, Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino
Poi ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino, dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra il tacquino, poi vi saluta vi fa l’occhiolino
E poi ciao

Ciao
Poi vi saluta vi fa l’occhiolino e poi ciao
Ciao

Non ha figli nè mogli che girano in mezzo ai papaveri, ha pochi ricordi
Lui non sta tra girasoli, fiori, mangiatori di fagioli, signori
Non ti urla davanti quando gli amici lo lasciano solo tra i fiordi
Non ha rettili che escono fuori dai fogli nè palloncini coi cuori
Lui non vive una vita a puntini sdraiato sul fiume del divertimento
Anche quando c’è un ombra che lo aspetta, non ti dà solo un bacio di fretta
Non è rivoluzione che allatterà il popolo solo col seno scoperto
Lui non fa colazione sull’erba, è da un po’ che non vede una tetta
Anche senza vestire di un nero elegante lui vola usando l’ombrello
I filosofi della sua crew non lo portano giù nè lo portano sù
Lui non ha dei colori uniformi divisi precisi con un righello
Alla sua foto non applici 4 colori, ne servono molti di più
Non è luce in faccia che chiama il ragazzo nel buio alla sua vocazione
Non lo toccano neanche con un dito quando sta in fase di creazione
è per rompere questa realtà con la voce che squarcierà questa canzone
Non è vero che questo non è un rapper, non è vero che è un’imitazione

Non è vero che è un’imitazione
Ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Non è vero che è un’imitazione
Ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Roma, Napoli, Bergamo fino a Firenze, Palermo, Milano e Torino
Poi ciao, ciao saluta Arlecchino, ciao, ciao, saluta Arlecchino
Prima, in tasca neanche un quattrino, dopo, arriva e ruba il bottino
Scrive le rime sopra il taccuino, poi vi saluta vi fa l’occhiolino
E poi ciao

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