Video per il significato della canzone Samarcanda di Roberto Vecchioni

Richiesto da Rino

Pubblicato 09 maggio 2013

Ultima interpretazione 08 novembre 2023

Interventi 24 · Visualizzazioni 4715 · Annotazioni 1

Alessandro Descovi che muove le mani

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Significato più votato

Samarcanda nasce in un periodo storico tormentato, nel pieno degli anni di piombo.

La canzone che dà il titolo all’LP è stata spesso travisata o proprio non capita dal pubblico. Il tema è una leggenda che Vecchioni trova in John O’Hara (Appointment in Samarra, dove Samarra sta per Samarcanda). Un’antica storia dei paesi arabi racconta che un giorno un servo incontrò la Morte al mercato del paese. Corse dal padrone e gli chiese un cavallo veloce per fuggire dalla nera signora, alla volta di Samarcanda, cioè lontano da lei. Il padrone acconsentì, poi scese al mercato e domandò alla Morte perché avesse spaventato il servo. La Morte candidamente rispose: “Non l’ho spaventato, ero solo stupita perché lo aspettavo stasera a Samarcanda”. Roberto cambia solo i protagonisti: il servo diventa un soldato, il padrone un re. Dopo anni di ascolto, ho recentemente avuto un'illuminazione su questa canzone: quel tremendo “oh oh cavallo” che, agli occhi dei più, l'ha fatta sembrare una canzonetta, è fondamentale per cogliere a fine canzone lo spirito del soldato. "Corri cavallo, corri di là, ho cantato insieme a te tutta la notte, corri come il vento che ci arriverà". E' una fuga disperata. Se è vero che la Morte lo aspetta a Samarcanda, il soldato non le va incontro sorridente, ma continua a fuggire, per non rinunciare alla sua vita: è l'istinto di sopravvivenza, l'aspirazione all'eternità insita in ogni uomo. Molti anni dopo Roberto canterà: “ma non lo senti che è più forte la vita della morte?”.

Non tutti forse sanno che Samarcanda non inizia con “Ridere ridere ridere ancora…”: nella versione originale c’è un prologo recitato dalle coriste Naimy Hackett e Leona Laviscount: “C'era una grande festa nella capitale perchè la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi.” Consiglio di ascoltarla in versione studio. Dopo il prologo parte, solista, il violino di Angelo Branduardi.

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La canzone, apprezzata per il ritmo e il ritornello molto orecchiabile, narra di un soldato che, sopravvissuto alla guerra appena finita, sta festeggiando lo scampato pericolo quando all'improvviso tra la folla vede una donna vestita di nero che lo guarda storto, personificazione della morte. Credendo che sia lì per lui, scappa in un paese lontano (Samarcanda) ma, proprio in quel luogo, trova la morte ad attenderlo. Il destino ha voluto che il soldato, per paura della morte, sia scappato proprio dove la morte lo aspettava. La canzone, come riportato nell'interno della copertina e anni dopo in un'intervista su Parole e Canzoni a cura di Vincenzo Mollica, è ispirata ad una favola orientale presente nell'incipit del romanzo Appuntamento a Samarra di John Henry O'Hara (una storia simile è narrata nel Talmud).

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Non puoi sfuggire al tuo destino.

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ho trovato questo:

La canzone parla di un soldato che si trova ad una festa dopo la fine della guerra e scorge, tra la folla, una signora vestita di nero che lo fissa. Spaventato chiede un cavallo al suo re e fugge a Samarcanda veloce come il vento. Ma lì, ad attenderlo la stessa signora che gli dice

"Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato io non ti guardavo con malignità, era solamente uno sguardo stupito, cosa ci facevi l'altro ieri là? T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda eri lontanissimo due giorni fa, ho temuto che per ascoltar la banda non facessi in tempo ad arrivare qua."

La Signora in questione è la morte..

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La canzone ha anche un significato politico, come molte canzoni di quegli anni. I re mandano a loro insindacabile giudizio alla morte i suoi soldati, anche per motivi futili

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La morale è: il destino, movente dell'andamento dei fattti, comunque tu ti comporta, o che ci vai incontro o che cerchi di scamparlo, cercando di poter cambiare la direzione dell"'itinerario", decide sempre il compimento delle azioni.

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Condivido pienamente la parafrasi che avete espresso. La canzone è molto bella e Vecchioni è un grande anche se per un periodo , molto lontano, in un tour in Sicilia., l'ho odiato per un giudizio espresso sulla Sicilia. È passato, io sono cresciuta, lui è cresciuto e sono tornata a gustate le sue belle canzoni.

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Che non si può sfuggire alla morte

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Mai prestare le cose che si montano:Moto Cavalli Ragazze.

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Shish

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@saputo hai veramente saputo (scusa il gioco di parole) dire tutto.Ho una domanda a te e agli altri che han ben commentato.Alla fine il soldato continua a dire "corri cavallo corri" pur sapendo che a Samarcanda c'è la morte che lo aspetta, è l'accettazione del destino?

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Per me il significato è ancora più ampio, non solo dalla morte non si può fuggire, ma da qualunque altro evento che deve accadere nella nostra vita. Si può credere di andare in direzione contraria e si arriva allo stesso punto. Il Karma si compie inesorabilmente. Assomiglia abbastanza all'Alchimista di Paolo Coelho...

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Per me vuol dire che non si può fuggire dalla morte, se è arrivato il momento!

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Samarcanda è una calzone avente una morale ovvero che dalla morte non c'è via di scampo .
Racconta di questo soldato che ritorna dalla guerra ,ed è sopravvissuto ,quando un certo punto vede nella piazza una nera signora che lo guardava con malignità .Credendo che essa era lì per lui ...il soldato scappó a samarcanda ...ma proprio lì che incontra la morte .
Il destino Ha voluto che il soldato per paura della morte sia scappato proprio nel luogo che la morte era lì ad aspettarlo

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Qualsiasi cosa tu faccia, c'e' qualcuno al quale non puoi sfuggire.

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Il destino è ineluttabile

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Roberto Vecchioni si voleva suicidare, perché aveva le mani sporche: la nera signora è la sua ombra. Non si è suicidato forse perché la sua colpa non è così mostruosa come crede e tenendo le mani chiuse nessuno lo saprà. "Luci a Sansiro"

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Secondo me, Roberto Vecchioni, con questa poesia/canzone, ci vuole dire che ognuno di noi si può trovare nella condizione di fuggiasco: e non si fugge solo da un luogo, una persona o una situazione; si scappa anche da unifies o da se stessi.
Questa poesia ci parla di un viaggio paradossale incontro al proprio ineluttabile e ironico destino, dove le prospettive di rovesciano: la minaccia dalla quale si crede di fuggire, è in realtà quella verso cui stiamo andando.

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In realtà il significato mi fu rivelato e spiegato dallo stesso Vecchioni dopo un suo concerto tenutosi a Terni circa 40 anni or sono. Ero andato con un amico a bere una birra nell’unico pub che allora c’era in città . Ormai era passata la mezzanotte e si sedette al tavolo vicino al nostro un uomo che immediatamente riconoscemmo . Era Vecchioni. Era da solo. Ci mettemmo a parlare del più e del meno.
Tra le altre cose ci disse che Samarcanda la scrisse all’indomani della morte del padre. Mi pare di ricordare che avesse un tumore , allora non curabile, e in Italia gli dissero che non c’era nulla da fare. Lui invece provò a portare il padre all’estero nel tentativo di trovare una cura miracolosa ma invece ci trovò l’inevitabile morte. In poche parole si può riassumere che il destino è scritto ed ognuno può fare di tutto per sfuggirgli ma alla fine sarà solo fatica sprecata.
Mi ricordo quella sera come un momento illuminante per la mia vita perché Vecchioni dispensò un’infinità di  perle di saggezza fino alle 3 del mattino a due ragazzetti ventenni che non aveva mai visto prima. Per cercare di ricambiare lo accompagnammo con l’auto in albergo.
Un grande uomo.

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Le chiave di lettura possono essere molte ma quello che emerge più in superficie e che al fatalismo cioe al dedtino non si sfugge.

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Oggi,nove febbraio 2018, dopo aver ascoltato a Sanremo Roberto Vecchioni che accenna alla Bibbia come ispirazione per la canzone Samarcanda, ho fatto una breve ricerca.... ma non trovo proprio Salomone che cerca di mandare lontano dalla Nera Signora i due suoi ospiti a cui accenna.... Vorrei saperne di più...Grazie!

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si può anche aggiungere che l'unica certezza della vita è la morte e noi passiamo la vita a non pensarci o sperare di sfuggire a qualcosa di inevitabile,

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è evidente che morte e destino si intrecciano in questo brano . . . .alle volte la morte ci sfiora (si fa vedere) e la schiviamo per poi magari trovarla in tempi e luoghi inaspettati . . .è il destino che si compie .

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Semplicemente, lui (il soldato), pensa di sfuggire al proprio destino. Trova però ad attenderlo la morte, proprio nel luogo da lui scelto per sfuggirvi ed infine si rassegna. In un ottica più ampia, la canzone, ci dice che non siamo noi artefici del nostro destino e, quando crediamo di esserlo, non lo siamo ancora.

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Altre canzoni di Roberto Vecchioni

Testo

Ridere, ridere, ridere ancora
Ora la guerra paura non fa
Brucian le divise dentro il fuoco la sera
Brucia nella gola, vino a sazietà
Musica di tamburelli fino all'aurora,
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide fra la folla quella nera signora,
Vide che cercava lui e si spaventò....

Soldato:
"Salvami, salvami, grande sovrano,
Fammi fuggire, fuggire di qua,
Alla parata lei mi stava vicino
E mi guardava con malignità..."

Sovrano:
"Dategli, dategli un animale
Figlio del lampo, degno d'un re
Presto, più presto, perchè possa scappare
Dategli la bestia più veloce che c'è..."

Soldato:
"Corri cavallo, corri, ti prego,
Fino a Samarcanda io ti guiderò
Non ti fermare, vola, ti prego,
Corri come il vento, che mi salverò...

Oh oh, cavallo,
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh...

Fiumi, poi campi, poi l'alba era viola
Bianche le torri che infine toccò,
Ma c'era tra la folla quella nera signora
Stanco di fuggire, la sua testa girò..

Soldato:
"Eri tra la gente nella capitale
So che mi guardavi con malignità
Son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale,
Son scappato via,ma ti ritrovo qua?!"

Signora:
"Sbagli, t'inganni, ti sbagli, soldato,
Io non ti guardavo con malignità
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui, per oggi, a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua..."

Soldato:
"Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là,
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà..."

Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh...

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