Autoipnotica, significato

di Caparezza
Significato della canzone Autoipnotica di Caparezza
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Secondo me, in aggiunta a quanto dice Bianca Maria, in realtà l'autostrada che si scuce è si una metafora, ma non del tutto, nel senso che la lampo che apre la cerniera non è altro che "un vestito" che Caparezza cerca di togliersi.

E qual'è questo vestito? Beh, semplicemente "Caparezza".

Non può tornare indietro poiché (come supportato da diverse sue dichiarazioni), seppur si sia chiesto come sarebbe stata la sua vita se avesse scelto qualunque altra strada (comunque sottolineando che tutto lo riconduceva ugualmente alla musica), egli si è probabilmente accorto che il vestito di "Caparezza" ormai gli sta stretto, crede ormai di averlo espresso completamente (i famosi cassetti vuoti, ovvero qualunque aspetto di se, non necessariamente/solamente sogni, nei cassetti di solito si tengono gli oggetti a cui teniamo particolarmente).

Per cui la sua strada (quella da cui non può tornare indietro) sarà comunque la musica, ma, a mio avviso, sarà musica che, evadendo "Caparezza" da "Michele", probabilmente prenderà forma e vita in un probabile "terzo incomodo" (il che spiegherebbe anche perché, in "Prisoner 7o9" sottolinea come "la gente ascolta la musica/non ascolta la coerenza").

A tal proposito, esprimo anche la mia personale opinione a riguardo: tutti si sono convinti che la prigione dalla quale Caparezza evade sia una prigione causata principalmente dalla sua maturità umana o dal problema dell'acufene che lo affligge, in realtà io credo che la vera evasione sia di Caparezza da Michele, che sente l'esigenza artistica di esprimersi musicalmente, ma sotto altri suoni/forme

Per supportare questa mia tesi, prendo a riferimento sia l'ultima traccia "Prosopagno Sia!" e i suoi vari significati, sia il messaggio criptato al minuto 7:09 di quest'ultima traccia, in cui scrive, tra le altre cose "Scriverò un testo/mi farà stare bene/No! Non è vero/mi viene già da vomitare/ 7o9 forever), io credo che Michele Salvemini creerà un'altro personaggio dal nome di 9 lettere, che probabilmente esplorerà la musica elettronica strumentale. 

Per quanto riguarda l'incertezza di Bianca Maria sul riferimento ai confratelli, credo di poterlo spiegare, poiché essendo compaesano di Caparezza ho colto al volo il riferimento: ho traumi sulle spalle/come i confratelli che hanno su le statue va letto sia nel senso delle varie confraternite religiose che, durante la settimana santa portano in processione le varie statue a Molfetta, sia (quasi autoriferendosi alla canzone "La caduta di Atlante") al peso del "mondo" che porta sulle sue spalle, ma in questo caso credo più plausibile al "Mondo di Caparezza", che non quello di Michele. Oppure, il peso che Michele deve sopportare, per portarsi sulle spalle la statua di Caparezza. A supporto della mia teoria spiegata sopra, prendasi a riferimento, credo il più lampante, la frase "ho così tante influenze che mi ammalerei se tentassi il ritorno in me". Più chiaro di così!

Immagine dell'utente Noemi | 35 Punti
8 reazioni a questo significato
Immagine dell'utente Bianca Maria

Grazie Noemi per la tua interpretazione, l'ho trovata davvero molto utile e arricchente. Le tue osservazioni dall'"interno" schiudono non di poco il significato di questa canzone. Io conosco Caparezza, ma con ogni evidenza in modo più superficiale rispetto a te e pertanto non posso che accogliere a braccia aperte i molti riferimenti che hai dato per comprendere di più questo testo. Aggiungo che mi è piaciuto molto anche il tuo approccio. A volte (ma per fortuna non spesso!) capita che gli utenti di questo sito tendano a contraddirsi l'un l'altro sulla scia di una "verità" che dovrebbe essere l'unica lettura di un brano. Il tuo modo di rispondermi ha invece evidenziato come sia possibile affiancare prospettive anche diverse, se per questo avere un atteggiamento di opposizione ma, anzi, potendosi accanto agli altri punti di vista e per questo aiutandoli ad allargare il proprio campo visuale, anzichè chiudersi. :)

Immagine dell'utente Quarto

Ti ringrazio per le belle parole Bianca Maria. Diciamo subito che "non conosco" Caparezza, ma ho fatto un collage tra le varie cose dette nelle varie interviste e quanto espresso nell'ultimo album e da ciò ne deriva la mia tesi. Alla quale, ad ulteriore supporto, aggiungo altri "indizi": traccia 9, "Migliora la tua memoria con un click" in cui dice "Tra qualche anno dimenticherò chi sono, cosa mi piace e cosa detesto" mi fa pensare ad un cambiamento marcato nel suo modo di fare musica (non per niente, cliccando sulla traccia 9, si ricorderà <> cosa <> lui), e poi, traccia 13 "Minimoog" in cui dice "Prelevo campioni come rhythm roulette" e il fatto stesso che utilizzi appunto il Minimoog che è uno sintetizzatore vintage per musica elettronica, "ho le loro dita addosso"... insomma, mi fa pensare che pastrocchierà con la musica elettronica. In una intervista ha anche dichiarato di aver molto amato la musica dei Kraftwerk (che personalmente adoro e infatti in "Minimoog" ha reso loro un sottilissimo omaggio che non sto qui a spiegare per non dilungarmi)... insomma vorrà pur dire qualcosa! A radio deejay ha detto che la sua prigione l'ha ampliata... vuol dire che farà "altra" musica! come altro dirlo??? :D

Immagine dell'utente Bibiana

In riferimento alla creazione del personaggio da 9 lettere, potrebbe essere CAPAREZZA e quello da 7 lettere MICHELE

Immagine dell'utente Rosolino

Sviscerando il testo inoltre a tutto quello che ho letto, con cui concordo in pieno, si nota come Caparezza banalmente affermando avverte della pericolosità delle autovetture.. ma il contesto poi si trasforma in auto-analisi infatti tutte le metafore che via via va esponendo congiungono tutte sulla sua vita personale e le sue scelte passate. Ermetico 100%

Immagine dell'utente Morgana

"Sono un gabbiano che ride dopo averla fatta sul mio monumento..." credo che il "gabbiano" Michele disprezza a suo modo la statua di "Caparezza"...

Nel capitolo L'evasione, il viaggio diventa l’entrare dentro se stessi, anzichè fuggire, come il concetto di evasione suggerirebbe. Con questo meraviglioso ossimoro si apre il testo di uno dei brani dell’ultimo album di Caparezza, Prisoner 709. Perchè entrare dentro se stessi e conoscersi è in sintesi l’atto di liberarsi dalla propria stessa prigione.

Già dal titolo che evidenzia un grande contrasto tra l’uscire fuori e raccogliersi dentro, mi sembra che Caparezza voglia sottolineare come lo stato mentale non sia altro che un equilibrio tra due corsie, tra due direzioni (l’andare avanti e il tornare indietro? Potremmo leggere dando all’immagine un significato di tempo lineare).
E infatti fin dalla prima strofa c’è proprio questa fatidica consapevolezza, del non poter tornare indietro, del rendersi conto (forse per la prima volta) che questa autostrada che è la vita ha solo una direzione. Infatti pur trovandosi a cavallo di due carreggiate non c’è il problema di una direzione contraria.

La spazzola oscilla, ecco il primo chiaro segno del procedere dell’ipnosi che segna la separazione tra la prima strofa, dove in fondo Caparezza mi sembra ancora cosciente e l’inizio del viaggio dentro se stesso.
Nelle sedute di ipnosi, training autogeno etc, capita di frequente che, per indurre uno stato di rilassatezza che consente poi di procedere nel viaggio dentro di sè, il conduttore suggerisca di immaginare una strada, un percorso da intraprendere.

La prima immagine che vediamo è una collina piena di cassetti vuoti. I sogni nel cassetto si sono esauriti? Sono stati già tutti esauditi oppure è tanta la delusione, l’apatia esistenziale da non voler più sognare? Rimangono solo degli involucri vuoti come le crisalidi delle farfalle, scheletri di creature che hanno già subito una trasformazione e che lasciano qui solo i segni abbandonati di quel che si è evoluto altrove.
Si supera una prima fase annebbiata, fosca ed ecco apparire i mostri. Ma cosa sono questi mostri? Sono i segni dell’infanzia che albergano ancora vivi e nutriti in questa sezione della mente di Caparezza. Qui la nota critica secondo me va a certi bombardamenti televisivi che i figli nati tra la fine dei ’70 e i primi ’80 hanno subito in massa. Mary Poppins per Caparezza, a me vengono in mente le infinite repliche di Marcellino Pane e Vino o di Shirley Temple.

Anche là dove in apparenza Caparezza crede che ci sia tranquillità (il mare calmo), in realtà secondo questa prospettiva di indagine dell’inconscio, ci sono traumi nascosti, celati, sostituiti da immagini positive e pacifiche votate a tranquillizzare e a consentirgli di vivere una vita tutto sommato accettabile. Un’infanzia costellata di piccoli grandi traumi dunque, dall’ uomo nero (Boogeyman), a Gesù morto (la religione?)


(Boogeyman)

Qui il riferimento ai confratelli non mi è chiaro: Ho traumi sulle spalle, come i confratelli che hanno su le statue soprattutto perchè ho l’impressione che questo verso si richiami a quello successivo che fa riferimento ai monumenti: Sono un gabbiano che ride dopo averla fatta sul mio monumento. Magari sto cercando troppi significati, voi cosa ne pensate?

Questa ricerca nel profondo del proprio inconscio porta allo sgretolamento dell’intera esistenza. Quello che si è creduto essere le proprie direzioni, le proprie convinzioni e punti fermi. Infatti l’autostrada per Caparezza si scuce.
Un’immagine bellissima: me la figuro proprio questa autostrada le cui linee, come imbastiture, iniziano a saltare, stralciando qualsiasi tracciato certo e ridisegnando completamente lo scenario. Giunti a questo livello del viaggio non esistono più strutture precostituite.

La lingua diviene il linguaggio stesso dell’inconscio.
Non più le sintassi e le parole apprese a scuola, ma pure e libere associazioni di idee irriducibili al solo piano razionale della comunicazione. Immagini appunto. E la difficoltà comunicativa di chi è abituato a esprimersi solo attraverso la mediazione razionale è a questo punto immensa. Il viaggio si fa lento, ferraginoso, la sensazione è di sentirsi scossi, sepolti. La tentazione più forte è di scappare, fare dietro front e invertire la marcia.

Arrendersi di fronte a questo stuolo di fantasmi, di sensazioni sgradevoli, di sovvertimenti di senso cui si è ora preda.
Il proprio stesso inconscio, ci dice Caparezza in chiusura, diventa come qualcun altro al di fuori di noi stessi che ci insegue, che ci vuole. Bella questa metafora, perchè in qualche modo è proprio quello che accade: i pezzi di noi che non abbiamo avuto la forza, il coraggio o il tempo di guardare sono quelle stesse immagini che continuano a tornare in superficie inseguendoci.

Caparezza sembra alla fine scegliere di proseguire il viaggio, accelerare e procedere in questa ricerca tra fantasmi, dolori, aspetti inspiegabili e sogni infranti, per liberarsi dalla sua stessa prigione.

Immagine dell'utente Bianca Maria | 244 Punti
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