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Il testo racconta della morte del protagonista, nella 1st Amistad, dove per l'appunto, all'inizio, incontra Dio e gli chiede dove sia stato fino a quel momento e perchè si sia fatto vivo solo allora. Dice di incontrarlo intento a fumarsi la sua ultima sigaretta, e quasi con tono di accusa gli chiede "dov'eri tu quando tutto crollava in mille pezzi?", incolpandolo forse per non essersi fatto vivo a tempo debito, quando ancora qualcosa si poteva fare, quando ancora poteva essere salvato. Quasi con disperazione parla della sua intensa attesa di un segnale, "un cellulare che non suonava mai", una chiamata, una salvezza, chissà, proprio proveniente dallo stesso Dio a cui prima sembra riversare la sua frustrazione per essere morto.
Parla di esser stato trovato perduto, ed insicuro, accasciato a terra e circondato e ancor una volta glielo rinfaccia, di non essere arrivato abbastanza in tempo per poterlo salvare, glielo grida ancora in faccia quel "dov'eri?".
Morte, il cui significato si spiega solo nella seconda strofa, e che troviamo in Lui non effettiva, non "del corpo", ma spirituale, e che avviene solo per un motivo: la perdita della sua amata. Perdere lei lo fa sentire come se dovesse morire solo, perchè Lei è stata l'unica a conoscere, interpretare, non solo chi era (Lui), ma anche chi non era e chi voleva essere. Ennesima conferma che viene con la successiva strofa, nella quale quel "Hai un bel coraggio a prenderti tutto ciò che ho" ci spiega il fatto che ad esser morto effettivamente, non è Lui, ma Lei. E qui chiede quasi conferme a Dio, dice di averlo chiamato spesso ma non aver mai ricevuto risposta (nuovo riferimento di nuovo al "telefono che non suona mai" della prima strofa).
La ripetizione finale del ritornello, con l'aggiunta di quell'ultima domanda "Perchè hai dovuto aspettare così tanto per trovarmi?", allude al fatto che probabilmente avrebbe preferito "morire" prima, evitandosi così le atroci sofferenze di una vita senza la propria amata.