Ti regalerò una rosa

Video per il significato della canzone Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi

Richiesto da Serena basili

Pubblicato 01 febbraio 2014

Ultima interpretazione 25 maggio 2016

Interventi 6 · Visualizzazioni 0 · Annotazioni 0

Alessandro Descovi che muove le mani

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Significato più votato

Io credo che sia piuttosto evidente quale sia il significato della canzone. Cristicchi, prendendo spunto da ex manicomi che ha visitato e da racconti autentici narratigli da gente che ha realmente vissuto quell'inferno, impersona un uomo, una volta sano di mente, che si ritrova a scrivere una lettera d'addio dopo quarant'anni passati in manicomio. Lui dice "credevo di parlare col demonio, così mi hanno rinchiuso quarant'anni dentro a un manicomio". Tutti noi da piccoli abbiamo creduto in fantasie, detto cose senza senso, inventato giochi per puro divertimento, è la logica di un bambino, una cosa normalissima. Ebbene Antonio è stato rinchiuso per questo, un banale pensiero "fanciullino" e dopo 40 anni, "vive" ancora lì. Già questo è pura follia! All'interno del manicomio aveva evidentemente incontrato una donna che, sana di mente quanto lui, si rendeva conto dell'inganno recatogli, condividendo con lui i suoi pensieri. Penso che lei fosse l'unica cosa che rendeva quel posto sopportabile ad Antonio. Questo mostra che la forza dell'amore supera ogni cosa o dimensione, luogo o età, regola e convinzione. Ma l'amata, Margherita, viene fatta uscire dal manicomio, e Antonio l'aspetta, per vent'anni. In realtà questa è una cosa assai triste, perchè se lei lo avesse amato veramente avrebbe fatto il possibile per stare con Antonio e liberarlo. C'è chi ipotizza che semplicemente non ci sia riuscita, chi dice che la gioia e il potere della libertà l'hanno "costretta" a lasciarsi il passato alle spalle, e poi c'è chi dice che in realtà lei non è affatto uscita da quel luogo infernale, almeno non morta. Quest'ipotesi mi turba molto, ma effettivamente, è possibile. Se lei si fosse suicidata, anticipando la mossa di Antonio, o se provando a scappare fosse stata uccisa? Ci sono infinite ipotesi, anche quella che lei sia stata messa in isolamento, fatta tacere e marcire per l'eternità! L'ultima cosa a cui si può pensare, inoltre, è che lei non sia mai esistita. In fondo, sappiamo benissimo che lui è diventato pazzo veramente solo stando in quel posto, forse l'unica spiegazione è che ha avuto allucinazioni, che il suo folle e disperato bisogno e desiderio di affetto, di libertà, di compagnia, l'abbia lacerato a tal punto di inventare tutto nella propria testa. Comunque.. chiunque sia Margherita, la cosa importante è ciò che Antonio le dice. Cristicchi scrive "ti scrivo questa lettera perchè non so parlare, perdona la calligrafia da prima elementare", e questo fa capire che gli è stata negata l'infanzia in questo modo. Dice "i matti sono punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base, sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole, i matti sono apostoli di un Dio che non li vuole. Mi fabbrico la neve col polistirolo, la mia patologia è che son rimasto solo, ora prendete il microscopio e misurate le distanze, guardate tra e voi.. chi è più pericoloso?". Ed è proprio qui, in queste frasi, che lui dà sfogo al suo pensiero, a tutto quello che per quarant'anni si è tenuto dentro. I "matti" sono coloro che hanno perso un po' di loro stessi, che si sentono incompleti, che hanno paura, sono i burattini di tutti quelli a cui fa comodo muovere i fili, è nella tristezza della loro prigionia, che essi perdono la ragione, si sentono soli, rifiutati persino da Dio. E nella loro solitudine si annidano, perdendo ogni speranza. E in questo miserabile stato, cosa li rende più pericolosi della gente "normale", convinta di essere il boia della società? Assolutamente niente. Siccome ho già scritto troppo cercherò di concludere dicendo che Antonio stesso (forse deluso dall'abbandono da parte di Margherita?) si sente sorpreso dal suo perseverante amore verso di lei, e l'incapacità di raggiungerla, lo spinge infine, a togliersi la vita. Ma la sua vita non era mai iniziata, gli era stata negata, e io credo, che invece che piangere, buttandosi nel vuoto Antonio forse avrebbe avuto un sorriso di quelli radiosi, nella speranza di una nuova vita; ridere della morte perchè è l'unica arma per liberarsi di se stessi e del mondo in cui si è imprigionati, la sua salvezza, e il raggiungimento, forse, di Margherita.
Spero di esservi stata utile, ho solo 14 anni, ma ho diritto anch'io di esprimere quello che penso! Comunque io amo questa canzone, ci sto facendo la mia tesina, quindi ringrazio anche coloro che hanno scritto quei bei commenti prima di me!

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Questa canzone è molto toccante e ricca di significato. Ciò che vuole essere comunicato si capisce, ed anche tanto. Parla di una lettera che un pazzo, di nome Antonio, scrive alla persona che ama. Lui è rinchiuso da un manicomio fin da bambino e ci fa capire come un pazzo possa sentirsi solo e disperato dopo una vita rinchiuso in una cella umida e buia. I matti sono punti di domanda senza frase Migliaia di astronavi che non tornano alla base Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole Mi fabbrico la neve col polistirolo La mia patologia è che son rimasto solo Ora prendete un telescopio… misurate le distanze E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso? Con i precedenti versi, Cristicchi ci spiega come può sentirsi un pazzo ed, alla fine, c'è una riflessione. E' più pericoloso un uomo pazzo od un uomo "normale"?
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto I matti siamo noi quando nessuno ci capisce Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce Ti lascio questa lettera, adesso devo andare Perdona la calligrafia da prima elementare E ti stupisci che io provi ancora un'emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare Anche con questi ultimi versi ci illustra che un pazzo ha dei sentimenti e che non è un fallito od un uomo da buttare via.

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Su wikipedia c'è la completa spiegazione della canzone con relativo commovente e toccante significato

La canzone consiste nella lettera che un pazzo, Antonio, scrive alla sua amata Margherita dalle celle luride e buie del manicomio dove è chiuso, del quale anche lei è stata ospite per qualche tempo. Perfino in quell'ambiente tetro e disperato però è riuscito a sbocciare un amore. Nonostante certe intemperie, Antonio non dimentica quei pochi momenti nei quali si sentiva vivo, uomo, in quanto poteva amare. Per liberarsi di tanto dolore, per ritrovare l'illusione di una libertà inesistente, non resta che stupire ancora una volta la sua Margherita, con un ultimo volo. Cristicchi ha affermato di aver trovato l'ispirazione per scrivere il brano nella cittadina di Girifalco, in Calabria, dove sorge un imponente manicomio. Qui, colpito dal viavai dei pazienti dell'istituto, ha deciso di realizzare un viaggio per gli ospedali psichiatrici d'Italia.[1] All'autore, che ha sintetizzato in questo struggente testo le storie raccontategli realmente dai pazienti degli istituti psichiatrici da lui visitati per il documentario Dall'altra parte del cancello, Ti regalerò una rosa è valsa il primo premio nella sezione Campioni del 57º Festival di Sanremo, il "Premio della Critica Mia Martini", e il Premio Sala Stampa Radio-Tv.

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Putroppo la canzone prende spunto da una storia vera e allora i manicomi erano dai luoghi dove entravi facilmente (bastava un semplice esaurimento nervoso) ma diffcilmente uscivi. Canzone bella, ma non certo commerciale, eppure, incredibile, riuscì a vincere Sanremo 2007. Bravo Cristicchi uno degli atristi più interssanti del nuovo millennio. Altro che Fedez

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Concordo con quello scritto dalle persone che mi hanno preceduto. Prima della riforma Basaglia i manicomi erano luoghi dove non entravano solo persone effettivamente pazze e pericolose, ma anche persone normali. Infatti per entrare bastava avere anche solo un esaurimento o una depressione. Una volta entrato/a non sapevi se e quando saresti uscito/a. E una volta usciti visto il tipo di "cure" che ricevevi (anche elettroshock) non stavi certo meglio. Cristicchi ha visitato diversi ex manicomi in uno dei quali ha trovato una lettera che gli ha dato lo spunto per la canzone. Una delle poche canzoni con un testo difficile e non d'amore a vincere Sanremo.

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Secondo me Antonio si riferisce alla persona che ama che la aspetta da 20 POI parla degli altri cioè dice che i pazzi sono com'è persone normali

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Altre canzoni di Simone Cristicchi

Testo

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare

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