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Vincitrice di Sanremo nel 1964, a distanza da quella giovanissima Gigliola Cinquetti che per anni ricevette lettere degli italiani all’estero che manifestavano uno straordinario entusiasmo per questo brano, la Cantante ha dichiarato la sua reticenza nei confronti delle parole espresse, che portano alla luce un significato preciso della relazione d’amore, già allora vecchio se si pensa che il ’68 era alle porte.
La Cinquetti ha dichiarato: “Io questa canzone non la canto, dissi, inutile insistere, proprio non me la sento!”.
E ancora: “Non ho l’età esprimeva concetti sull’amore che non condividevo, l’amore non è un fatto anagrafico! Mi escludeva da quel sentimento che io e quelli della mia età aspettavamo di incontrare. Non mi piaceva quel concetto di “aspetta e spera”, e non volevo che quelli della mia età mi guardassero come un fenomeno da baraccone, o peggio come un’opportunista che si fingeva virtuosa”.
“Si sentiva già il fragore della rivoluzione sessuale che sarebbe esplosa poco dopo e invece tutti cantavano l’amore che faceva rima con cuore, da Rita Pavone a Françoise Hardy. Non mi andava di allinearmi alla tendenza del buonismo sentimentale”.
Rimane una canzone che tutti sanno canticchiare, io stessa la conosco perchè ricordo mia mamma e mia nonna canticchiarla senza mai ben saperne tutto il testo! Rievoca ricordi anche a chi quei ricordi non li ha vissuti.. tra la tenerezza näif e il sapore agre un’Italia del dopoguerra che costringe le donne in un determinato ruolo all’interno della coppia, del sentimento, della relazione, impedendo loro di esprimersi appieno secondo libertà anche nell’amore.