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"Alive" (1991) è una delle canzoni più celebri dei Pearl Jam, ma persino una delle loro più drammatiche: il testo ricalca infatti quella che è stata la vicenda personale del cantante Eddie Vedder. Egli venne a sapere in piena adolescenza dalla madre che la persona che gli venne fatto credere fosse il padre fin dalla nascità, in realtà era solo il patrigno ("What you thought was your daddy, was nothing but a...): il genitore biologico di Eddie divorziò dalla madre col futuro cantante ancora in fasce e venne sempre presentato al piccolo come un amico di famiglia. Morì dopo pochi anni di sclerosi multipla; fu il Trauma personale del giovane Vedder per buona parte della sua vita, rendersi conto che il proprio padre non ci fosse più. Il ritornello ripetuto estenuamente ("Oooh I'm still alive) non è, nel significato originale, un inno alla vita: è una maledizione per il protagonista della canzone, mentre si chiede per quali meriti egli esista ancora. Fortuna vuole, come dirà lo stesso Vedder anni dopo, che vedere le migliaia di fan cantare a squarciagola quel ritornello ha provocato nel cantante un effetto: ha annullato la maledizione, facendogli trovare un senso alla propria esistenza e un motivo per resistere ai traumi personali della vita.