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Benvegnù spiega durante un intervista
domanda: Mangiare, sopravvivere e combattere sono l’essenza dell’uomo? risposta: No, lo sono solo mangiare e sopravvivere, il combattere è un problema suo. Combattere è la vera perversione. Combattere per conquistare cosa? Per distruggere inutilmente una città come Troia? Il punto importante è capire che non ne abbiamo bisogno, che la spinta data dalla noia, che se vuoi puoi chiamare curiosità, ma non lo è, non porta a nulla. Il potere non serve a niente, nel momento in cui non hai più il problema del mangiare e del proteggerti dai predatori. Il punto fondamentale è capire che il nostro percorso di uomini, non è un’ascesa. La vera ascesa è nel momento in cui ti comprendi e comprendi qual è la tua strada verso il desiderio. Che può essere anche bieco. Oppure la tua ascesa potrebbe essere quella di fermarti e guardare il mondo per quello che è. Camminare e vedere più mondo possibile. Consapevoli del fatto che ogni opera è un fallimento. Anche le più perfette. Ad esempio, da un punto di vista architettonico, quando noi spariremo la Natura si mangerà l’Architettura in vent’anni, senza nessun tipo di problema. Perciò è fallimentare, non esiste opera che possa rimanere perpetuamente nel tempo. Ed anche un viandante nella vita vedrà una parte relativa del mondo. Finché non si capisce questo limite, che è un limite di potenza, l’uomo avrà sempre la sete di potere, di creare degli avamposti e lasciare in dietro tutto un territorio, che è terra di nessuno. In questa terra di nessuno i primi sono tranquilli e contenti perché riescono a vivere una vita inconsapevole senza grandi problemi, perché sono sazi e soddisfatti e gli ultimi cercano di diventare primi. Che necessità c’è di essere in competizione, perché?