Richiesto da Qualcuno
Pubblicato 31 marzo 2013
Ultima interpretazione 13 gennaio 2023
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Ecco, a quei tempi il lavoro (che non era un problema drammatico come oggi) era in banca, o in comune, c’era la fissazione del lavoro sicuro. E a noi questa cosa non piaceva, perlomeno a me non piaceva, ed è per questo che poi ho scritto Vita spericolata.
Quindi, quel “che non abbiamo vita regolare” era una provocazione: non abbiamo una vita come la volete voi, secondo il vostro schema regolare. Ma noi in realtà ce l’avevamo la nostra vita regolare, per noi era regolare andare a letto la mattina presto!
Ci divertivamo molto, perlomeno io, a esplorare il mondo della mente, non so, facendo una canna, per esempio. Esploravo le mie emozioni, le sensazioni che provavo. Non era certo come farsi una pera d’eroina, quella era tutta un’altra cosa e ne sono stato alla larga tutta la vita, proprio perché sapevo che è pericolosa.
Mentre la canna equivale a un bicchiere di alcol: ti cadono un po’ le inibizioni, puoi finalmente provare a intortare una femmina. Con una canna puoi anche allargare l’area di coscienza. Però non prendetemi alla lettera, io sono un cattivo maestro… Sono un esperimento da non ripetere a casa!
“Che non abbiamo più rispetto per niente, neanche per la mente.” Ecco, sempre il rimprovero! È vero, non abbiamo rispetto per tutte le cose che ci avete detto, per tutte le favole che ci avete raccontato, per tutte le stronzate in cui avete creduto!
Venivamo dagli anni ’70, quando eravamo convinti di poter cambiare il mondo: “Mettete dei fiori nei vostri cannoni, facciamo l’amore non la guerra, la fantasia al potere, potere alla fantasia…”.
Non era poco come viaggio, come utopia, erano sogni notevoli che dovevano per forza prima o poi infrangersi contro la realtà, che è dura, è complessa.
“Siamo solo noi quelli che poi muoiono presto”: certo, perché tutti ci accusavano di essere autodistruttivi, ma non avevano capito niente. Era tutto il contrario, era voglia di vivere, di vivere al massimo, era voglia di sperimentare i propri limiti, di “vivere pericolosamente”, come dice Nietzsche.
Allora a me non interessava (e non mi interessa adesso) la durata della vita, quello che conta è come la vivi… (quando sei morto sei morto, non è che puoi dispiacerti di essere morto giovane). C’è anche chi ha la fede, chi crede che dopo ci sia ancora qualcosa. Io sinceramente sono certo di no, però ognuno ha le sue convinzioni. Basta che non rompa troppo, con le sue convinzioni!
Dal libro di Vasco Rossi XL: più chiaro di così! Venivamo da anni e anni e anni di dibattito (a partire dalle discussioni con mamma e papà). Bene, dopo tanto discutere non ho più niente da aggiungere, sono disgustato, devo solo vomitare… in tutti i sensi. Tra l’altro “mi viene il vomito”, in senso figurato, è tornato fuori dieci o quindici anni dopo in un’altra canzone famosa, Stupendo. Nella storia di un artista ci sono temi che tornano sempre fuori…
Dal libro Vasco XL, Vasco Rossi spiega direttamente il significato della canzone: "Che sia chiaro: basta, non vi ascoltiamo più. Noi siamo più avanti. Quando si nasce si arriva in un mondo già vecchio, ed è inevitabile lo scontro dialettico tra l’individuo nuovo, che vorrebbe cambiare il mondo, e chi c’era già prima di lui e ha le sue regole. E le regole vanno rispettate. Certo, le regole esistono anche per essere infrante. Però allora devi essere pronto a pagarne le conseguenze, se ti pescano devi stare zitto, pagare e non fare la vittima! C’è una mentalità tutta italiana per cui chi non rispetta le regole è un furbo, chi le rispetta è un pirla. In Germania o in America la furbizia non paga. Dobbiamo sicuramente cambiare mentalità, imparare tante cose, dobbiamo cominciare a pensare, per esempio, che la professionalità è un valore: se fai una cosa devi farla bene, meglio che puoi, ce la devi mettere tutta! Ci vuole professionalità in tutte le cose, anche se fai una pizza."
Dal libro Vasco Rossi XL: "A quei tempi già avere i capelli lunghi era una mancanza di rispetto. Anche questa è una frase provocatoria: non ci frega niente di quello che pensate, va bene? Stiamo bene lo stesso, anche se pensate che siamo dei pazzi."
Dal libro di Vasco Rossi Vasco XL: "Il rimprovero era sempre quello: “Non credi più a niente”. Ma non è vero che non credo più a niente, in realtà non credo a quello in cui credi tu!! Io credo in altre cose, ho un altro punto di vista, sono il nuovo arrivato in questo mondo, e il nuovo porta sempre qualcosa di nuovo. Poi è chiaro che deve fare i conti con il vecchio che esiste, non è che si può buttare via tutto. Alla fine però sono i giovani che portano avanti il mondo."
Nel libro Vasco Rossi XL, il cantante spiega molto nel dettaglio il significato di questa canzone: Noi non pensiamo che sia il diavolo a farci fare delle cose sbagliate o brutte. Sappiamo che siamo noi, è il nostro lato oscuro, quello con cui dobbiamo convivere, che dobbiamo imparare a conoscere per poterlo controllare. È comodo dire: “È stato il diavolo, adesso vado a confessarmi”.
A quei tempi c’era un disco che si intitolava “Tra demonio e santità”, di Alberto Fortis, e a me, che a quei tempi scrivevo “siamo solo noi, vado al massimo, vado a gonfie vele”, sensazioni forti insomma, mi sembrava una distinzione inutile, a me interessavano altre cose. Allora, anche un po’ in polemica con quel titolo mi è venuto “demonio o santità è lo stesso... basta che ci sia posto”, per dire che noi abbiamo altre misure, altri valori: la santità non ci interessa, ci interessa l’onestà, essere onesti, intellettualmente e anche nella vita. Fare una promessa e poi rispettarla. È importante. Perché è sui patti che si regge la convivenza, se no ognuno farebbe quello che vuole. Rispettare un patto è fondamentale.
Dal libro Vasco Rossi XL, Vasco Rossi spiega: "certo, siamo dei mantenuti, ci mandate a scuola e non portiamo a casa un soldo. O addirittura “rubiamo”, siamo così irresponsabili, così sbagliati secondo voi, che rubiamo tutto, rubiamo l’esistenza, rubiamo anche l’aria… e le brioches la mattina. A volte si ruba anche per divertimento: in effetti mangiare in un ristorante e scappare senza pagare poteva essere divertente. Sono cose che si fanno quando sei giovane. Alla fine poi si cresce e non si fanno più. O magari se ne fanno di più grosse, ma questa è un’altra storia."
Sempre nel libro Vasco aggiunge:
Non avevamo più i vostri santi e i vostri eroi, crollati tutti gli ideali degli anni ’60 e ’70. Si cercava solo di vivere con leggerezza.
Erano gli anni della Milano da bere! Oggi se vuoi bere sei quasi un delinquente, ti mettono in galera. Gli ipocriti e la tv buonista si meravigliano che i giovani il sabato sera bevono! Ma sono migliaia di anni che i giovani il sabato sera si ubriacano, e lo faranno per altre migliaia di anni. E nessuna civiltà si è mai estinta per questo.
siamo solo noi
che andiamo a letto
la mattina presto
e ci svegliamo con il mal di testa
siamo solo noi
che non abbiamo vita regolare
che non ci sappiamo limitare
siamo solo noi
che non abbiamo più rispetto
per niente
neanche per la mente
siamo solo noi
quelli che poi muoiono presto
quelli che però è lo stesso
(strumentale)
siamo solo noi
che non abbiamo piu'niente da dire
dobbiamo solo vomitare
siamo solo noi
che non vi stiamo neanche
piu'ad ascoltare
siamo solo noi
quelli che non abbiamo
piu' rispetto per niente
neanche per la gente
siamo solo noi
quelli che ormai non
credono piu'a niente
e vi fregano sempre
(strumentale)
siamo solo noi
che tra demonio e santità
e' lo stesso basta che ci sia posto
siamo solo noi
che facciamo colazione
anche con un toast del resto
siamo solo noi
quelli che non han piu' voglia
di far niente rubano solamente
siamo solo noi
generazione di sconvolti
che non ha piu' santi ne' eroi
siamo solo noi
siamo solo noi
siamo solo noi
siamo solo noi
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